Aveva deciso di sterminare le nutrie che davano fastidio al suo raccolto, cospargendo il territorio di chicchi di mais avvelenati. Era successo lo scorso gennaio e l'autore del gesto, un contadino di 82 anni, aveva causato un danno ecologico e faunistico notevole: il luogo in cui vive è Gazzo Veronese, dove sorge la palude del Busatello, considerata un sito di importanza comunitaria e che rappresenta una delle poche zone umide d’acqua dolce rimaste dopo la bonifica delle “Valli Grandi Veronesi”, una regione geografica tra l’Adige e il Po, a cavallo delle province di Verona, Mantova e Rovigo.
La sua posizione adesso è decisamente peggiorata: l'uomo aveva affermato di aver utilizzato un determinato tipo di pesticida, consegnando alle forze dell'ordine il flacone vuoto che diceva di aver appunto sversato sul terreno. Ma secondo le indagini non è quello il prodotto che ha causato la morte di centinaia di animali tra cui lepri, fagiani, anatre e oche. Sui campi e nell’adiacente Oasi del WWF, famosa anche per la presenza dell’airone, il materiale identificato corrisponde a altro tipo di pesticida. Le indagini stanno andando avanti ma il risultato è emerso dai campioni analizzati dall'Istituto Zooprofilattico delle Venezie di Verona.