Oltre 70 nuovi casi di peste suina africana accertati tra Liguria e Piemonte nel mese di gennaio. Il computo arriva dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta, che dal 2 gennaio a oggi ha elencato le nuove positività registrate nel territorio in cui è scoppiata l’epidemia ormai un anno fa.
Stando ai dati diffusi dall’Istituto, al 31 gennaio nella “zona di protezione II” (una zona, cioè, dove la presenza di peste suina africana è stata riscontata solo nel cinghiale) sono stati accertati in totale 299 casi di peste suina africana, 202 in Piemonte, 97 in Liguria, dove il numero è rimasto stabile. Gli ultimi sette casi, confermati il 31 gennaio, sono stati osservati tutti nella provincia di Alessandria: tre a Francavilla Bisio (sei da quando è iniziata l’emergenza), due a Morbello (dodici in totale), uno a Prasco (tre), uno a Silvano d’Orba (sei). Al focolaio di Piemonte e Liguria si aggiunge poi quello del Lazio, dove sono stati accertati 48 casi, e la Sardegna, dove sono stati registrati 8 casi tra i cinghiali e 5 tra i suini.
La Regione Piemonte: «Non si pongano ostacoli alle attività venatorie»
Al 2 febbraio, dunque, in Italia erano state riscontrati 356 casi di peste suina africana tra i cinghiali e 5 focolai nei suini (7 casi in totale). Ed è il versante ligure-piemontese a preoccupare di più: come detto, è qui che nel mese di gennaio si è registrata un’escalation di nuovi casi, con il Piemonte nella situazione più critica. Proprio la Regione Piemonte, una settimana fa, aveva sottolineato tramite l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Protopapa, «l’importanza di non porre ostacoli allo svolgimento delle attività venatorie di depopolamento al cinghiale, anche alla luce dell’ultima riunione ministeriale del Gruppo operativo degli esperti Psa, che si è tenuta il 10 gennaio alla presenza del Commissario straordinario Angelo Ferrari, del Commissario straordinario per la provincia di Alessandria, Giorgio Sapino, i rappresentanti delle principali associazioni venatorie, degli Ambiti territoriali di caccia dell’Alessandrino e delle associazioni agricole.
«Come Regione abbiamo sollecitato questa riunione sulla gestione dell’emergenza della peste suina africana affinché la Provincia, con i Servizi veterinari e le associazioni venatorie, possa fare strategia per poter organizzare le attività di contenimento e monitoraggio della Psa – ha detto Protopapa – abbiamo necessità di una persona unica di riferimento che possa coordinare tutti gli enti coinvolti nell’emergenza e occorrono stanziamenti agli enti stessi».
Il Ministero della Salute pubblica il Piano di sorveglianza ed eradicazione per il 2023
Sul sito del Ministero della Salute è stato intanto pubblicato il Piano di sorveglianza ed eradicazione della Peste suina africana adottato dall'Italia per il 2023. Tra gli obiettivi indicati, «proteggere il patrimonio suinicolo nazionale dal virus, evitare che l'infezione si diffonda e si trasmetta dai suini selvatici, dove al momento è unicamente presente, ai suini domestici, contenere l'infezione all'interno delle attuali zone infette (Piemonte, Liguria, Lazio), ridurre progressivamente l'area di circolazione virale anche attraverso l'installazione di barriere artificiali o rafforzamento di barriere naturali ai fini di contenere le popolazioni di cinghiali infette che diffondono il virus con i loro spostamenti».
Il Piano prevede l’applicazione di misure volte all'eradicazione nelle zone interessate dalla peste suina africana, e di misure di sorveglianza nelle zone indenni, ed è stato trasmesso alla Comunità Europea per l’approvazione e l’ammissione al cofinanziamento delle spese sostenute per l'attuazione delle misure vigenti in caso di malattia nei cinghiali selvatici e/o negli allevamenti di suini.