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27 Maggio 2022
17:15

Peste suina africana, l’annuncio di Costa: «Un’ordinanza per abbattere i cinghiali e prolungare la caccia»

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa sul palco della Coldiretti per la manifestazione romana #bastacinghiali ha annunciato l'arrivo di una ordinanza per il prolungamento della stagione venatoria e l'abbattimento dei cinghiali, anche fuori dalle zone colpite dalla Peste suina africana.

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Un'ordinanza per abbattere i cinghiali e prolungare la caccia: lo ha annunciato oggi il sottosegretario alla Salute Andrea Costa durante la manifestazione organizzata a Roma dalla Coldiretti contro la presenza dei cinghiali.

«L'abbattimento è una misura necessaria – ha detto Costa – I cinghiali distruggono, provocano danni all’agricoltura e mettono a rischio l’incolumità delle persone. L’unica soluzione è ridurne drasticamente il numero per ristabilire il corretto equilibrio naturale».

L'epidemia di Peste suina africana arrivata in Piemonte a gennaio 2022 dopo essere stata eradicata dall'Italia continentale nel 1978 ha dato un duro colpo al comparto suinicolo nazionale, dato che, secondo le disposizioni europee impongono limitazioni all'export di carne proveniente da regioni in cui è presente la malattia. Le misure contenute nel decreto di aprile del governo, come il lockdown dei boschi, le barriere fisiche, e le indagini sulle carcasse, sino ad oggi non sono servite a fermare la progressione del contagio dal Nord al Centro Italia.

Il Sottosegretario ha abbracciato in pieno lo slogan di Coldiretti #bastacinghiali: «Vanno sostenuti coloro che investono sul territorio e che lo preservano dal dissesto idrogeologico, non gli animali che creano danni».

costa coldiretti cinghiali
Andrea Costa alla manifestazione Coldiretti contro i cinghiali

«Il nostro obiettivo è restringere la zona rossa per consentire così la ripresa dell'attività – ha spiegato Costa – Il ristoro  è importante, ma non è la soluzione dato che l'eccessiva presenza di cinghiali sul nostro territorio provoca oltre 20 milioni di danni al comparto agricolo. È terminato il tempo della contrapposizione ideologica tra ambientalisti ed animalisti».

E su Twitter, poco dopo essere sceso dal palco della Coldiretti, Costa ha ribadito la sua lontananza dalle posizioni degli animalisti: «#bastacinghiali che fanno danni e mettono a rischio l’incolumità pubblica. Dobbiamo ridurli drasticamente. Non facciamoci intimidire dagli animalisti da salotto. Io sto con gli allevatori e gli agricoltori».

Per il sottosegretario serve una riduzione almeno del 50% del numero di cinghiali sull'intero territorio nazionale, anche dove peste suina non c'è. Per raggiungere questo obiettivo, il Ministero della Salute sta elaborando una specifica ordinanza che consenta il prolungamento della stagione venatoria.

Quella che Costa ha presentato come una «scelta coraggiosa» imposta anche dall'incalzare dell'epidemia di Peste suina africana, che è arrivata anche a Rieti fuori dalla zona rossa romana, è in realtà il palliativo più rapido ed economico ad una emergenza che andrebbe risolta dotando le città di dotarsi di strumenti che scoraggino la permanenza della fauna selvatica in città, come cassonetti appositi e barriere elettrificate.

Soluzioni che necessitano di una copertura economica da parte dello Stato, mentre l'abbattimento è gratuito grazie alla pratica dell'autoconsumo: il cacciatore può tenere l'animale che abbatte purché non lo porti fuori dalla zona rossa.

Le associazioni ambientaliste sono già sul piede di guerra: l’Oipa, contraria a qualsiasi metodo di uccisione ha ricordato che un parere chiesto agli esperti dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) «La caccia non è uno strumento efficace per ridurre le dimensioni della popolazione di cinghiali selvatici in Europa». Inoltre, l’Ispra nelle sue indicazioni ha affermato che è importante sospendere qualsiasi tipo di attività venatoria nella zona infetta da peste suina africana poiché si tratta di «attività che comportano un duplice rischio: la movimentazione di cinghiali potenzialmente infetti sul territorio, soprattutto conseguente al ricorso di tecniche che utilizzano i cani, e la diffusione involontaria del virus attraverso calzature, indumenti, attrezzature e veicoli».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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