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4 Febbraio 2022
16:42

Peste suina, a Genova la manifestazione contro gli abbattimenti

Venerdì pomeriggio a Genova la manifestazione di protesta delle associazioni animaliste contro i piani di abbattimento di cinghiali e maiali per contenere il contagio della peste suina africana.

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Salgono a 29 i casi accertati di peste suina africana tra la Liguria e il Piemonte Liguria. Una nuova positività è stata riscontrata in un cinghiale trovato morto a Mignanego, nell’entroterra della provincia di Genova, analizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta nelle ultime 24 ore insieme con altri 4 cadaveri.

In totale dunque al 4 febbraio erano 14 i cinghiali uccisi dalla peste suina africana in Piemonte, 15 quelli trovati in Liguria, all’interno di una circoscritta “zona rossa” che comprende 114 Comuni e in cui resta vietato accedere ai boschi, salvo per percorrere strade asfaltate. Sia il Piemonte sia la Liguria stanno mettendo a punto i piani di abbattimento dei suidi per contenere il contagio, e ormai da settimane nelle due Regioni (e in quelle confinanti) tecnici e istituzioni si stanno confrontando sulle strategie necessarie non soltanto per contrastare la diffusione del virus, ma anche per setacciare nel modo più accurato i boschi in cerca di eventuali altri cadaveri che dovranno necessariamente essere inviati all’Istituto Zooprofilattico per le analisi.

Previsti migliaia di abbattimenti nei prossimi mesi

Le stime parlano di migliaia di cinghiali e maiali da abbattere perché all’interno della zona rossa, e a Genova, dove la presenza dei cinghiali in città è ormai radicata da anni, il ritrovamento di un cinghiale morto e positivo nella zona del cimitero di Staglieno ha fatto scattare un apposito provvedimento di abbattimento anche per gli esemplari ormai "urbani" che popolano il greto del Bisagno, circa un centinaio stando all’ultimo sopralluogo degli esperti liguri.

I piani di abbattimento hanno già suscitato polemiche e proteste sia da parte degli allevatori sia da parte di cittadini contrari all’uccisione indiscriminata di animali potenzialmente sani, e per venerdì pomeriggio è prevista una manifestazione davanti alla sede della Regione Liguria e del Comune di Genova. Il presidio è stato convocato dagli Animalisti Genovesi insieme con l’associazione Fine dello specismo e la rete dei santuari al grido di “Giù le mani dai maiali e dai cinghiali”. La richiesta, rivolta non solo a Regione Liguria e Comune ma anche al governo, è di archiviare l’ipotesi abbattimento di massa.

«No all'abbattimento di massa»

«Chiediamo che non vengano abbattuti i cinghiali stanziali del Bisagno perché non rappresentano alcun pericolo per gli allevamenti di maiali presenti nelle regioni limitrofe – spiegano gli attivisti – Non vogliamo che davanti alle case si svolga una carneficina di animali innocui e sani: come richiesto da migliaia di cittadini, se il problema è la sicurezza, devono essere poste reti di contenimento per impedire eventuali fuoriuscite dal greto».

La peste suina non si trasmette all’uomo né ad altri animali, soltanto tra suidi, ma i provvedimenti adottati sono finalizzati a preservare in particolare il settore dell’allevamento e a impedire che il virus possa uscire dai confini delle due regioni attualmente interessate. Inizialmente l’ordinanza con cui la Regione Liguria ha recepito quella ministeriale prevedeva l’abbattimento anche di maiali domestici come i maiali tibetani e quelli vietnamiti, ma negli ultimi giorni, dopo un mail-bombing costante e l’ondata di proteste che si è sollevata, è stato chiarito che non verranno abbattuti i maiali da compagnia, anche se vivono in recinti esterni. Altra decisione che ha suscitato preoccupazioni e ira tra le associazioni.

«Roberto Moschi, responsabile del servizio veterinaria di Alisa, ha affermato che si stanno abbattendo i capi da ingrasso o riproduzione ma non quelli che rientrano in "altre attività" – spiegano – Specificando che "specie come quella tibetana o vietnamita sono salve, a patto che i proprietari tengano gli animali segregati in casa, senza alcun contatto con altri animali o, peggio, con i boschi". E per chi ha salvato maiali diversi da quelle specie? Per chi si prende cura di cinghiali o ibridi, regolarmente registrati e tenuti in sicurezza? Quali sono le indicazioni per cui animali che non possono vivere all'interno di un appartamento possano essere considerati "segregati”?».

«Le famiglie di cinghiali che vivono nel tratto cittadino del Bisagno che pericolo possono rappresentare per gli allevamenti lombardi o emiliani? – proseguono gli Animalisti Genovesi – abbattere animali stanziali e sani per tutelare attività che al contrario possono essere fonte di epidemie, oltre che rappresentare un quotidiano massacro di esseri innocenti? Non possiamo restare fermi davanti a questo ennesimo orrore, a questo inaccettabile atto di arroganza antropocentrica».

Commissari dell'Ue attesi in Piemonte e in Liguria

La prossima settimana intanto in Piemonte e in Liguria dovrebbero arrivare tre ispettori dell’Unione Europea per verificare che i protocolli previsti a livello comunitario per epidemie di peste suina siano rispettati, mentre il Tar della Liguria deve ancora pronunciarsi sul ricorso presentato da un allevatore di maiali diCampo Ligure che ha bloccato gli abbattimenti. L’obiettivo resta quello di adottare ogni misura necessaria per evitare che la peste suina venga trasmessa ai maiali di allevamento (bloccando di conseguenza anche l’esportazione), e per raggiungerlo le due Regioni stanno procedendo anche con l’installazione di reti e griglie per contenere i cinghiali nei boschi, pattugliati anche da cacciatori volontari.

Il ministero della Salute ha già spiegato che dal 2020 l’Italia, in considerazione dell’epidemia europea e in base a quanto previsto nell’ambito della strategia comunitaria di prevenzione e controllo della peste suina africana, ha elaborato un piano di sorveglianza nazionale, che contempla anche una parte dedicata alla sola Sardegna relativamente alle misure volte al raggiungimento dell’eradicazione.

Il Piano è presentato annualmente alla Commissione Europea per l’approvazione e il cofinanziamento, e come previsto dalle norme comunitarie, dalla conferma della positività del cinghiale lo Stato membro interessato ha 90 giorni di tempo per presentare alla Commissione Europea uno specifico Piano di eradicazione.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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