Con il termine pesci ossei o "osteoitti" si indica un grande raggruppamento tassonomico definito "superclasse" che comprende pesci che hanno scheletri composti principalmente da tessuto osseo. Si differenziano in modo evidente dai condroitti, ovvero tutti quei pesci i quali tessuti sono composti principalmente da cartilagine, detti appunto pesci cartilaginei. La stragrande maggioranza dei pesci oggi conosciuti fa proprio parte degli osteitti, un gruppo estremamente vario, la più vasta classe di vertebrati esistente oggi composta da 45 ordini, oltre 435 famiglie e circa 28.000 specie.
Il gruppo può essere diviso in attinopterigi, ovvero pesci dalle pinne raggiate, e sarcopterigi, ovvero pesci dalle pinne carnose. Infatti, il modo principale per poterli distinguere è osservare la conformazione delle pinne che negli attinopterigi sono sostenute da raggi ossei, mentre nei sarcopterigi hanno alla base una porzione di tessuto muscolare. Fra gli attinopterigi, il più grande dei due sottogruppi, possiamo trovare una miriade di forme e adattamenti diversi: dal pesce chirurgo e pesce pagliaccio, diventati famosi per il film d'animazione "Alla ricerca di Nemo", al velenoso pesce scorpione e anche pesci considerati veri e propri fossili viventi come i celacanti.
Caratteristiche dei pesci ossei
Osservando la meravigliosa biodiversità marina è impossibile non strabiliarsi di fronte agli incredibili adattamenti dei pesci ossei. Innanzitutto, la testa e i muscoli pettorali sono coperti da grandi ossa e originariamente il bulbo oculare era sostenuto da un anello sclerotico di quattro piccole ossa, caratteristica persa o modificata in molte specie moderne. Il labirinto dell'orecchio interno, poi, contiene grandi otoliti, piccole sfere di calcare utili per l'orientamento tridimensionale. Le piccole sfere, infatti, per la forza di gravità comprimono particolari cellule sensoriali che, di conseguenza, inviano segnali specifici al cervello che indicano sempre dove si trova l'alto e il basso.
I primi pesci ossei avevano organi respiratori semplici, una sorta di sacchetto su entrambi i lati dell'esofago che li aiutavano a respirare il poco ossigeno disciolto in acqua. Questi organi rudimentali si sono evoluti in molte specie in quelli che oggi definiamo vesciche natatorie, sacche d'aria che aiutano il pesce a ad affondare galleggiare. A differenza dei pesci cartilaginei, che hanno fessure branchiali esposte, i pesci ossei possiedono un opercolo, una porzione carnosa che copre le branchie e li aiuta a respirare senza doversi muovere.
Anche l'epidermide dei pesci ossei e cartilaginei è molto diversa. Infatti, sia condroitti che osteitti hanno un corpo ricoperto di scaglie e in natura ne esistono diversi tipi: cosmoidi, possedute oggi solo dai pesci polmonati chiamati dipnoi; placoidi, presenti principalmente nei pesci cartilaginei; ganoidi, formata da uno strato di osso lamellare ricoperto da dentina e smalto; cicloidi e ctenoidime, le più diffuse tra i pesci ossei, embricate e si differenziano per essere circolari le prime e dai bordi seghettati le seconde.
Classificazione dei pesci ossei
Come detto in precedenza, dal punto di vista puramente tassonomico questo gruppo è diviso in due classi precise, gli attinopterigi e i sarcopterigi. Le pinne degli attinopterigi, oltre a essere formate da raggi ossei, si attaccano direttamente agli elementi scheletrici interni come, ad esempio, i cinti pelvici e pettorali. Inoltre, sono la classe dominante di vertebrati e comprendono quasi il 99% delle oltre 30.000 specie di pesci. Sono onnipresenti in tutti gli ambienti d'acqua dolce e marina, dal mare profondo ai ruscelli di montagna più alti. Le specie esistenti possono variare in dimensioni, dai piccoli Paedocypris, che possono misurare anche 8 millimetri, ai giganteschi pesce luna, che raggiungono anche 2.300 chilogrammi di peso.
Diversi studi ritengono che i sarcopterigi siano gli antenati di tutti i moderni tetrapodi, ovvero gli animali con quattro zampe e infatti le caratteristiche pinne carnose hanno fornito la struttura anatomica di base utile per l'evoluzione di arti con una muscolatura potente. Nonostante la loro antica origine esistono ancora pesci viventi che fanno parte di questo gruppo, come ad esempio i celacanti e i pesci polmonati. Oltre alle pinne carnose, un'altra differenza con gli attinopterigi è nelle pinne pettorali e pelviche che hanno articolazioni simili a quelle degli arti dei tetrapodi. Possiedono anche due pinne dorsali, in contrasto con la singola pinna dorsale degli attinopterigi.
Alcuni esempi di pesci ossei
Il fatto che abbiano colonizzato ogni specchio d'acqua disponibile sulla Terra ha fatto si che nel corso dei millenni i pesci ossei abbiano sviluppato una straordinaria quantità di adattamenti che si riflettono in una vasta gamma di forme e colori. Ecco di seguito alcuni esempi.
Luccio alligatore
Gli esemplari adulti di questa specie (Atractosteus spatula) possiedono una doppia fila di grossi denti sulla mascella superiore ed è proprio questa la caratteristica principale che da il nome all'animale, insieme al muso allungato simile a quella dell'omonimo rettile. La superficie dorsale del corpo è di color marrone o verde-oliva, mentre quella ventrale tende ad assumere toni più chiari. Le scaglie, a forma di diamante, sono interconnesse tra loro (scaglie ganoidi) e vengono talvolta utilizzate dai nativi americani per confezionare monili.
Questo pesce è un grande carnivoro che, essendo estremamente adattabile alle condizioni degli habitat dove si trova, può tranquillamente soppiantare i carnivori autoctoni, nutrendosi degli altri pesci della zona, motivo per cui può rivelarsi una specie invasiva particolarmente pericolosa.
Pesce zebra
Lo Pseudotropheus zebra, meglio conosciuto come pesce zebra, è un pesce d’acqua dolce appartenente alla famiglia dei ciclidi. Specie tipica della fauna ittica dell'Africa orientale, questo ciclide ama le rive rocciose del lago Malawi.
Ha una forma molto elegante, con il corpo allungato e appena compresso lateralmente nella parte posteriore. Può avere colorazione variabile dal blu al verde al giallo con macchie o striature scure. Ma la colorazione più diffusa è, comunque, quella bluastra con striature verticali più o meno accentuate. L'intensità del colore blu può variare per due ragioni: lo stadio di maturazione sessuale e lo stato emozionale dell'animale.
Barracuda
Un barracuda è un grande pesce predatore d'acqua salata appartenente al genere Sphyraena, l'unico attualmente presente all'interno della famiglia Sphyraenidae. Esistono 29 specie di barracuda, diffuse soprattutto nei mari tropicali e subtropicali di tutto il mondo, ma anche all'interno del Mediterraneo e nel Mar Rosso. I barracuda sono predatori estremamente versatili ed abili, dotati di un corpo lungo e affusolato, grosse teste appuntite e mandibole prominenti con denti simili a zanne molto lunghi.
Pesce chirurgo
Il pesce chirurgo (Paracanthurus hepatus) è pesce d'acqua salata appartenente alla famiglia Acanthuridae ed è l'unica specie del genere Paracanthurus. È chiamato così poiché possiede delle piccole spine sulla pinna caudale che possono anche tagliare. In ogni caso non costituisce un pericolo per l'uomo in quanto le spine si estendono dal corpo del pesce solo quando è stressato e principalmente rappresentano un meccanismo di difesa.
Il pesce chirurgo, infatti, è un piccolo erbivoro e, come molti erbivori di terra e di mare, ha bisogno di strutture corporee che lo rendono meno appetibile ai carnivori. Durante la fuga, ad esempio, il rapido movimento laterale della coda può produrre ferite profonde, un ottimo modo per scoraggiare i predatori.
Pesce scorpione
Il pesce scorpione (Pterois volitans) è generalmente di colore marrone, o marrone scuro, ricoperto di strisce verticali più chiare (bianche, grigie, color avorio). Può raggiungere una lunghezza massima di 50 centimetri, anche se mediamente non supera i 35/40. La testa è dotata di una bocca di grandi dimensioni e soprattutto di occhi sporgenti che fuoriescono quasi completamente dal capo. Le spine che ricoprono il corpo del pesce leone orientale (o lionfish) sporgono dal corpo a formare la criniera da cui l'animale prende il nome.
L'apparato velenifero è formato da aculei cavi che sono collegati ad una ghiandola che contiene appunto la sostanza e vengono eretti nei momenti in cui l'animale percepisce un pericolo. La pinna pettorale invece è costellata di aculei pieni, i quali non contengono veleno. Il dorso ricurvo del pesce scorpione infine termina in un'ampia coda smussata.
Tracina drago
La tracina drago (Trachinus draco) è un pesce di mare appartenente all'ordine dei Perciformes e alla famiglia dei trachinidi. Si tratta di una specie e piuttosto comune nelle acque italiane e nelle coste del Mediterraneo. Il corpo è di colore brunastro sul dorso e più chiaro sul ventre. Ha una forma allungata ed è munito anch'esso di ghiandole velenifere poste sui raggi della pinna dorsale. La bocca è molto grande ed è rivolta verso l'alto. Gli occhi sono particolarmente sporgenti e posizionati sulla parte superiore della testa, in modo da emergere anche quando il corpo è insabbiato.
Le tracine drago raggiungono in media i 25 centimetri di lunghezza, ma in uno studio pubblicato nel 2021, viene citato l'avvistamento avvenuto nelle acque algerine del Mediterraneo di un soggetto dalla lunghezza di 46 centimetri e un peso di quasi 2 chilogrammi.
Pesce luna
Il pesce luna (Mola mola) è il pesce osseo più pesante del mondo e può arrivare a superare i 2000 chili, i 4 metri di altezza e i 3 metri di lunghezza. Si tratta di una specie appartenente alla famiglia dei Molidi ed è diffusa nelle acque oceaniche temperate e tropicali, e nel Mar Mediterraneo. A rendere questo pesce particolarmente riconoscibile, oltre all'importante mole, è anche la caratteristica forma ovaloide, più alta che lunga, a cui deve il suo nome e che lo fa sembrare quasi una grossa testa sprovvista del resto del corpo.
In inglese è chiamato Ocean sunfish – pesce sole oceanico – perché ha la curiosa abitudine di prendere il sole sulla superficie dell'acqua, in modo da gestire la termoregolazione e, con l'aiuto di alcuni uccelli marini, ripulirsi dalle numerose specie di parassiti che lo ricoprono.
Storione
Gli storioni sono definiti "pesci primitivi" perché le loro caratteristiche morfologiche sono rimaste relativamente invariate dalla prima documentazione fossile. Si sono infatti evoluti durante il Cretaceo superiore, quasi 100 milioni di anni fa.
Questi animali sono pesci longevi a maturazione tardiva e presentano caratteristiche morfologiche distintive: una pinna caudale eterocerca, cioè simile a quella degli squali, un corpo lungo e affusolato senza squame ma corazzato con cinque file laterali di ossa piatti chiamati scutes. Non avendo denti, non masticano le prede e per catturare i crostacei di cui principalmente si nutrono, utilizzano un meccanismo di aspirazione. Nelle torbide acque che solitamente frequentano, gli occhi sono piuttosto "inutili": per orientarsi si affidano ad una combinazione di sensazioni tattili e chemiosensoriali rilevate dai quattro barbi, e l'elettrorecezione tramite le loro ampolle di Lorenzini.