Torna l’allarme siccità nel laghetto del Parco degli Acquedotti, a Roma. Dopo l’allarme lanciato la scorsa estate, e il tentativo di ristabilire almeno in parte l’equilibrio sfruttando autobotti, i frequentatori del parco e le associazioni animaliste stanno osservando in questi giorni, impotenti, come lo stagno si sia ridotto ormai a una pozza d’acqua e pesci e tartarughe stiano lentamente e inesorabilmente morendo.
La denuncia è partita dalle guardia zoofile del gruppo Earth, che da qualche settimana monitorano il laghetto anche alla luce di un episodio di un inquietante episodio di maltrattamento di animali: alcuni ragazzini hanno prelevato le tartarughe che lo popolano e le hanno prese a calci come fossero palloni. Le guardie zoofile hanno quindi aumentato il presidio, rendendosi presto conto che gli animali sono in serio pericolo anche a causa della mancanza di acqua.
«Ancora una volta, come oramai da diversi anni accade, il laghetto del Parco degli Acquedotti, area verde dell'Ente Parco Regionale dell'Appia Antica, situato nel VII Municipio di Roma, si sta prosciugando – sottolinea Valentina Coppola, presidente di Earth – Un guasto alla condotta dell'acqua che inspiegabilmente non viene riparato interrompe il flusso idrico. È così che decine di tartarughe acquatiche, pesci e anfibi rischiano la vita e si radunano nel centro del laghetto cercando la salvezza nelle acque ancora presenti».
Il laghetto degli Acquedotti è infatti alimentato artificialmente dall'Acquedotto Felice, e il guasto segnalato da Earth impedisce che l’acqua arrivi: ««Abbiamo fatto presente al Municipio che serve una immediata soluzione – prosegue Coppola – gli animali agonizzano e serve una idrobotte per alimentare le acque del laghetto. Ci siamo rivolti al nostro ufficio legale e depositeremo una denuncia per rifiuto atti d'ufficio, e se anche solo uno di quegli animali dovesse morire per il perdurare della carenza di acqua trascineremo in tribunale Ente Parco e Comune di Roma per uccisione di animali».
Nel laghetto sono presenti decine di esemplari di tartaruga dalle orecchie gialle (Trachemys scripta scripta), una specie alloctona altamente invasiva che ha colonizzato lo specchio d’acqua a causa dei numerosi abbandoni da parte di persone che, nel vederle crescere, hanno deciso di liberarsene nel modo peggiore: «È vero che le tartarughe Trachemys non dovrebbero trovarsi in quel laghetto – conclude Coppola – come non dovrebbero trovarsi in nessun corso d'acqua o laghetto romano, ma se sono presenti è a causa della omessa custodia dell'area da parte di chi ha l'obbligo di vigilare. E comunque ogni animale è protetto dalla legge in egual modo, senza distinzione tra selvatici o esotici, non si può lasciar agonizzare e morire degli animali senza alzare un dito, e chi ha deciso di farlo ne pagherà le conseguenze».
Anche Daniele Diaco, consigliere capitolino M5s e vicepresidente della Commissione Ambiente, è intervenuto sulla situazione del laghetto degli Acquedotti, invitando il Municipio e il Comune di Roma, in particolare l’assessora all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, a intervenire: «Raccogliamo il grido d’allarme delle associazioni e dei cittadini che si stanno mobilitando per proteggere queste povere creature: l’assessora Alfonsi e il sindaco devono intervenire con la massima urgenza e impedire questa strage annunciata».