Prima che il tassista Tom Hutchings se ne accorgesse, aveva già guidato almeno 500 miglia: un vero miracolo quello avvenuto per il micio incastrato dietro alla griglia del paraurti anteriore dell’auto dell’uomo e ritrovato salvo, fortunatamente, una volta che il taxi aveva fatto ritorno a Tonyrefail, nel Galles.
Una volta liberato, il felino è stato subito portato dal veterinario per un controllo medico, ma dalle analisi, quel lungo viaggio non aveva in alcun modo impattato sulla sua salute fisica, sicuramente qualcosa di più su quella emotiva. A quel punto, assicurata la sua buona condizione, il tassista aveva fatto controllare se il micio avesse un microchip per capire se fosse stato domestico e qualcuno lo avesse perso, cosa che era esattamente successa.
«Abbiamo scoperto che mancava da casa da una settimana e penso che i suoi pet mate avessero ormai rinunciato a vederlo mai più» ha raccontato l’uomo ai media locali. «La scoperta è avvenuta grazie alla mia fidanzata, è lei che ha notato qualcosa di strano dopo che mi ero fermato con l’auto davanti a casa. Mi ha detto di controllare, ma non avevo idea di cosa avesse visto o cosa potesse esserci lì dentro» ha spiegato.
«Sicuramente non mi aspettavo di vedere un piccolo naso rosa e un paio di occhi verdi apparire improvvisamente a pochi centimetri dal mio viso. A quel punto ho cercato, riuscendoci, di rimuovere il paraurti anteriore e di sollevare con cautela il gatto, prima di portarlo da un vicino veterinario. Doveva essere esausto di quei viaggi perché si è addormentato profondamente sul sedile del passeggero proprio accanto a me», ha aggiunto.
Dopo aver ricevuto un certificato di buona salute, una rapida ricerca sui social media ha rivelato che l'animale, il cui nome si è rivelato essere Gizmo, era scomparso dalla sua casa a Miskin da circa una settimana. «Non ho ancora idea di come sia riuscito ad arrivare a Tonyrefail da Miskin. È a sei o sette miglia buone da dove viviamo e non prendo un cliente da lì da diverse settimane. Tutto quello che riesco a pensare è che sia arrivato su uno dei grandi camion che vanno e vengono da una zona industriale lassù, alcuni dei quali passano occasionalmente dalla nostra tenuta e qui spaventato si sia nascosto dietro al paraurti della mia auto. Resterà sempre un completo mistero»
La storia del micio fa il paio con un altro gatto scomparso qualche giorno fa, questa volta da Grangetown, sobborgo a sud-est di Sunderland quartiere londinese. Charlie, questo il suo nome, è stato infatti ritrovato all’interno del vano motore di un'auto a 40 miglia (64 km) da casa sua. Quando la sua famiglia ha notato che il gatto era scomparso, ha iniziato a cercarlo nella zona, ma dopo diverse ore inutili ha deciso di passare sui social media, pubblicando una foto del micio e chiedendo a chiunque avesse informazioni di contattarli.
Il micio, intanto, era stato fortunatamente salvato e affidato all’associazione JJ's Cat and Kitten Rescue dal cui account social è stato lanciato un appello affinché il pet mate si facesse avanti. Cosa che è stata, riuscendo a riunire tutti i componenti della famiglia. Il micio non aveva il microchip, ma la sua pet mate dopo la brutta avventura e la grande paura provata, ha dichiarato che glielo farà subito mettere.
Tutte queste vicende mostrano quanto davvero sia fondamentale il dispositivo di riconoscimento non solo per i cani, ma anche per i gatti domestici che curiosi e attivi come sono, non di rado possono allontanarsi da casa, senza poi riuscire a trovare la via del ritorno. In Italia, come sappiamo, non c’è nessuna legge che obblighi i pet mate a munire il proprio gatto di microchip, ma al di là dell’obbligo, si tratta molto di una questione di buona gestione del proprio animale e di amore per lui e per la sua incolumità. Perdere un animale è un’esperienza orribile che fa male all’umano, ma spesso fa male anche all’animale. Molto meglio pensare che, se non è facile impedirgli di allontanarsi, qualora non gli succedesse nulla di brutto, avremmo almeno la sicurezza di rivederlo e di riportarlo a casa.