Le persone portano a spasso solo, o principalmente, il cane rispetto agli altri animali domestici innanzitutto per una ragione: perché lo fanno già da migliaia di anni. Stando a quanto ci dicono le raffigurazioni rupestri scoperte tempo fa in Arabia Saudita, per la precisione sono 8.000 anni che portiamo a passeggio il cane, rigorosamente al guinzaglio. Diciamo che siamo più abituati, e quindi è una dinamica ormai ben consolidata (anche se qualche cane, come la mia, talvolta se ne dimentica).
La storia di domesticazione reciproca tra noi e gli animali di altra specie, per non parlare della convivenza sotto lo stesso tetto, è nettamente più recente, e questo vale in particolare per i cosiddetti NAC, acronimo di Nuovi Animali da Compagnia. Ovviamente, anche motivi legati alle esigenze e alle caratteristiche della specie e dell’individuo, come le attitudini naturali, il carattere e le dimensioni, hanno il loro peso. A chi mai verrebbe in mente di poter portare a passeggio un pesce rosso o un canarino?
Perché il cane ha bisogno di uscire?
Portare il cane a passeggio è un'attività fisica quotidiana molto diffusa, che non fa bene solo a lui e al (o alla) suo pet mate singolarmente, ma anche alla loro relazione, che ne risulta rafforzata. Tutto questo la scienza l’ha ormai ampiamente dimostrato. Certo, non potendo disporre di un giardino privato, uscire per il cane è di base un’impellenza imprescindibile, a meno che non si voglia ridurlo, anche quando è un giovane nel pieno delle forze e delle competenze, incluse quelle sfinteriche, a una vita da neonato o da anziano incontinente, abituandolo a rassegnarsi a eliminare sulle traversine.
Va da sé che il cane non ha bisogno di uscire regolarmente solo per fare la pipì e la pupù; altrettanto imprescindibili sono le sue esigenze sociali. Trattandosi di animali altamente sociali e molto intelligenti, con le dovute differenze legate alle preferenze e alla personalità del singolo, le opportunità di socializzazione con gli altri cani, con le persone e con l’ambiente rese possibili dalla passeggiata sono per loro preziosissime iniezioni di salute e di felicità. Anche al guinzaglio? Diciamo che il guinzaglio si deve utilizzare perché, in Paesi come l’Italia, per strada e nei luoghi pubblici è obbligatorio per legge.
In alcuni casi l'uso del guinzaglio può essere davvero utile: si è visto infatti che può ridurre il numero di interazioni tra i cani, e quando questo è auspicabile, ad esempio, perché abbiamo un cane che coi propri simili ha qualche difficoltà, l’utilizzo del guinzaglio può essere un metodo raccomandato, e con minori implicazioni per il suo benessere rispetto al ban totale sulle passeggiate.
Perché altri animali domestici non hanno bisogno di essere portati a passeggio?
Alcune persone pensano che sia una buona idea portare a passeggio anche altri animali domestici, come gatti, conigli o addirittura criceti, utilizzando guinzagli o pettorine specifiche che oggi il mercato, sfruttando proprio questa convinzione, mette a disposizione. Certo, gli animali che vivono principalmente in casa hanno bisogno di esercizio fisico e fonti di arricchimento per prevenire l'obesità, la noia e lo sviluppo di comportamenti indesiderati, e qualcuno pensa che farli scorrazzare in giro possa fornire loro tutto questo, soprattutto quando non hanno altra possibilità di accesso all'aperto. Non sempre, invece, è sicuro e opportuno che a fornire questi importanti elementi sia l’ambiente esterno.
Mentre per i cani le passeggiate sono un must, e le scelte sul come e quando farle possono variare in base alle preferenze e alle esigenze individuali, la situazione è molto diversa per gatti o criceti domestici. Queste specie, che per natura sono anche, o esclusivamente, prede, non hanno la stessa compatibilità del cane con l'ambiente esterno, specialmente in contesti urbani o suburbani. Il mondo esterno è ricco di stimoli che possono loro apparire minacciosi, come il rumore del traffico e delle auto; vi possono anche incontrare situazioni potenzialmente spaventose, come l'incontro con cani, persone sconosciute o altri predatori.
L'uso del guinzaglio per questi piccoli animali può anche comportare rischi aggiuntivi. Se un animale, preso dal panico, tenta di fuggire arrampicandosi su un albero o cercando rifugio in un'anfrattuosità, l’imbragatura potrebbe sfilarsi, facendocelo perdere di vista, o il guinzaglio si potrebbe impigliare da qualche parte, con il pericolo di soffocamento dell'animale. Inoltre, addestrare con successo un gatto o un criceto a camminare al guinzaglio richiede un processo di addestramento tutt'altro che semplice.
Bibliografia
Carri Westgarth, et al., 2010. Dog behaviour on walks and the effect of use of the leash, Applied Animal Behaviour Science, 125(1–2):38-46.