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7 Ottobre 2022
9:00

Perché si dice orca assassina?

Le orche sono abili e letali predatrici dei mari, al punto di essersi guadagnate il noto appellativo di “assassine”. Tale nome è nato però da un equivoco. Scopriamo quale.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Le orche assassine (Orcinus orca) sono i membri più grandi della famiglia dei delfini (Delphinidae). Presenti un po’ in tutti i mari del mondo, dopo gli esseri umani sono i mammiferi più diffusi nel nostro Pianeta. Le orche sono predatori apicali, il che significa che, nel loro ambiente naturale, si trovano in cima alla catena alimentare. Questo conferisce loro un ruolo estremamente importante in molti ecosistemi, dove contribuiscono a regolare l’eccessiva presenza di altre specie.

Attualmente, se ne riconoscono dieci ecotipi, ossia gruppi di conspecifici, non necessariamente imparentati tra loro, che si sono adattati a un particolare habitat. Gli individui dei diversi ecotipi si differenziano per la morfologia, la struttura sociale, le vocalizzazioni, le tecniche di caccia e la preferenza per le prede.

Perché si dice "orca assassina"?

Il nome “orca assassina” è in realtà frutto di un antico malinteso. Gli antichi balenieri spagnoli avevano incontrato gruppi di questi grossi mammiferi marini bianchi e neri, e avevano notato che erano in grado di cacciare specie di balene ben più grandi di loro. Per questo, li chiamarono “assassine di balene”. Tuttavia, gli inglesi tradussero questo termine come killer whales, ossia “balene killer", e da qui si arrivò poi all’attuale "orca assassina". O "balena assassina", che è doppiamente sbagliato, in quanto, come abbiamo visto, l'orca non è una balena ma un delfino.

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Chi uccide l'orca?

Chiamate anche "lupi del mare" dalle popolazioni locali dell’Artico, le orche assassine sono formidabili predatrici, che certamente uccidono le specie di cui si cibano.

Pur essendo di base cacciatrici generaliste, alcuni ecotipi mostrano comportamenti altamente specializzati, sia nelle preferenze alimentari che nelle tecniche di caccia cooperativa. Tra le prede più frequenti, che dipendono anche dallo specifico ambiente, troviano svariate specie di cetacei, tra cui il beluga (Delphinapterus leucas), la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus) e il capodoglio (Physeter macrocephalus), e di pinnipedi, la lontra marina (Enhydra lutris), il dugongo (Dugong dugon) e i pesci, dai più piccoli pesci di branco ai grandi squali bianchi (Carcharodon Carcharias) e le razze.

Alcune popolazioni di orche, in condizioni di elevate disponibilità di risorse alimentari, mostrano abitudini di predazione notevolmente selettive, mangiando solo una parte della loro preda. Gli individui mostrano estrema cura durante lo smembramento delle carcasse, lavorando insieme per rimuovere con precisione la pelle, il grasso e tutte le altre parti a loro meno gradite.

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L'orca assassina mangia l’uomo?

Le orche assassine non predano l’uomo, anche se, per le due specie, le occasioni per incontrarsi non mancano. Non è infrequente, infatti, che nuotatori e subacquei si imbattano in singoli individui o gruppi di balene e delfini in mare aperto. In letteratura, però, non esistono molti studi che descrivono queste interazioni con le orche. I pochi articoli pubblicati riportano comunque solo comportamenti sociali di natura affiliativa, in particolare richiami, come fischi, a meno di 10 m dalla persona, contatti visivi ravvicinati (entro 5 m), ed ecolocalizzazioni.

Non sono stati osservati comportamenti aggressivi o, comunque, minacciosi. Tuttavia, l'assenza di questi comportamenti deve essere interpretata con cautela, perché i dati raccolti non sono ancora molti. È importante ricordare che si tratta comunque di animali molto forti e non abituati all’uomo, che potrebbero manifestare comportamenti imprevedibili. Nell'eventualità di incontro ravvicinato con un cetaceo come l’orca, è bene intanto ricordarsi che ci si trova nel suo ambiente, in mare aperto, e quindi è necessario comportarsi in modo da arrecare il minor disturbo possibile.

In particolare, fermarsi e rimanere passivi sulla superficie dell'acqua non appena si scorge l’animale, evitando soprattutto qualsiasi contatto fisico. Quest’ultimo aspetto è fondamentale, poiché il contatto fisico viene da questi animali interpretato come un “invito” all’’interazione aggressiva.

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Come uccide l'orca?

Di solito, le orche assassine cacciano in gruppo. Le tecniche utilizzate nell’attacco possono variare in base al tipo di preda. Ad esempio, sono state osservate immobilizzare prede come le balene mordendo le pinne anteriori e la coda, e poi affogarle tenendole sott'acqua e/o coprendo lo sfiatatoio, e pure speronarle per causare danni interni, come la frattura delle costole. Prima di dare inizio all'attacco, spesso le orche portano la vittima prescelta dove l’acqua è più profonda, le girano intorno per impedirle di spostarsi e, forse, anche per farla stancare. Quando decidono che il momento è propizio, si avvicinano e, prendendo velocità, sferrano l’attacco mortale.

Bibliografia

Ferguson, S.H., Higdon, J.W. & Westdal, K.H. Prey items and predation behavior of killer whales (Orcinus orca) in Nunavut, Canada based on Inuit hunter interviews. Aquat. Biosyst. 8, 3 (2012).

Reeves, R.R., et al. (2006). Killer whales as predators of large baleen whales and sperm whales. Whales, whaling and ocean ecosystems. Edited by: Estes JA, DeMaster DP, Doak DF, Williams TM, Brownell Jr., Berkeley: University of California Press, 174-187.

Chanvallon, S. et al. (2017). Spontaneous approaches of divers by free-ranging orcas (Orcinus orca): age- and sex-differences in exploratory behaviours and visual laterality. Sci Rep. 7(1):10922.

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Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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