Il leone (Panthera leo) si è guadagnato l’appellativo di “re della savana” non solo perché è il principale predatore dell’intero continente africano, ma anche per la sua bellezza e il senso di regalità e possenza che ci trasmette. Questo animale, infatti, con i suoi 1,7 – 2,5 metri di lunghezza è uno dei più grandi predatori al mondo attualmente viventi ed è secondo tra i felini solo ad alcune sottospecie di tigri.
Un tempo diffuso anche nella penisola araba e in Asia, oggi il suo areale è ridotto quasi esclusivamente all’Africa, dove resta il predatore per eccellenza degli habitat di savana: il leone è infatti in grado di tener testa ai numerosi altri carnivori e di catturare praticamente ogni tipo di preda, salvo rarissime eccezioni. Si tratta di un felide sociale che vive in numerosi gruppi familiari dove un unico maschio difende il territorio e domina un harem di femmine che invece si occupa della caccia e dell’allevamento dei cuccioli.
Da sempre questo animale ha colpito l’immaginario umano per la sua forza e il suo fascino datogli dalla folta criniera presente negli esemplari maschi, venendo raffigurato nella storia su stemmi, bandiere, loghi e finanche immagini sacre. La prima raffigurazione simbolica di questo predatore risale addirittura ad almeno 35.000 anni fa ed è l’Uomo-Leone di Hohlenstein, la statuetta umana più antica mai trovata. Ancora oggi è considerato una delle specie più carismatiche della fauna africana e mondiale, diventando spesso un simbolo anche per la lotta al bracconaggio, di cui purtroppo è vittima.
Il leone è il vero re della savana?
Nonostante siano un simbolo di forza, i leoni restano a riposo per la maggior parte della giornata per non sprecare energie. Il momento in cui sono più attivi è quello successivo al tramonto, quando la temperatura si fa più gradevole, in cui si dedicano alla socialità e alla toelettatura; nelle ore precedenti l'alba, invece, si registra una grande attività: è il momento della caccia, eseguita di norma solo dalle femmine del branco. I leoni necessitano di ingerire mediamente almeno 5/6 kg di carne al giorno e, nel caso in cui il branco non fosse in grado di terminare la preda, alcuni individui rimangano a difenderla per consumarla in seguito.
Le prede preferite dai leoni sono gnu, impala, zebre, bufali neri e facoceri in Africa, antilopi azzurre, bufali d'acqua, cinghiali e diverse specie di cervi per la popolazione indiana. Possono, in alcuni casi, cacciare anche animali più piccoli come uccelli e lepri, ma solitamente preferiscono abbattere prede di grandi dimensioni, anche adulte e in buona salute. Evitano, però, di attaccare prede troppo grandi, come ad esempio gli adulti di elefanti, rinoceronti, ippopotami, bufali e giraffe, per ridurre il rischio di ferirsi durante la caccia. Questi animali, infatti, non hanno dei veri e propri predatori naturali e vengono abbattuti solo se giovani, vecchi, malati o feriti.
Se l’elefante africano con i suoi 3,5 metri di altezza potrebbe rubare il titolo di effettivo re della savana, è pur vero che tra i predatori il leone resta imbattuto. I leoni tendono a dominare felidi di minori dimensioni come ghepardi e leopardi, rubando loro le prede e uccidendone i cuccioli. I ghepardi, infatti, cacciano durante le ore del giorno per evitare la competizione diretta con i leoni, rischiando addirittura il collasso dopo l’inseguimento per via del caldo. I leopardi, invece, trasportano le prede sugli alberi, dove i leoni solitamente non possono raggiungerli. Anche i licaoni sorbiscono lo stesso trattamento e oltre a vedersi rubare le prede in alcuni casi vengono direttamente cacciati.
Chi sono i nemici del leone?
Dei predatori che sono, invece, in grado di tener testa ai leoni sono le iene: queste occupano una nicchia ecologica molto simile e pertanto si trovano in competizione, in più la loro socialità e coordinazione le rende molto più difficili da contrastare rispetto agli altri predatori solitari. Le due specie possono convivere al fianco l’una dell’altra anche se solitamente restano distanti, oppure dimostrarsi reciprocamente aggressive in assenza di cibo. È stato documentato che i leoni possono attaccare e uccidere le iene senza un vero motivo e senza cibarsene. Dall’altro lato le iene infastidiscono i leoni ripetutamente quando questi invadono il loro territorio e uccidono i leoncini se ne hanno occasione. Le iene sono in grado di sopraffare le leonesse se si trovano in vantaggio numerico, mentre i leoni maschi vengono evitati a tutti i costi.
Anche il coccodrillo del Nilo può minacciare il re della savana: questi due predatori sono in grado di rubare la preda l’uno dell’altro e di uccidersi vicendevolmente. Sono stati documentati coccodrilli uccisi dai leoni sulla terraferma, mentre può accadere il contrario se i felidi si immergono in acqua, dove sono nettamente svantaggiati. Anche in questo caso i coccodrilli non temono leonesse e giovani, mentre solitamente fuggono dai maschi adulti.
Il vero grande nemico del leone è però un altro: si tratta dell’essere umano. I leoni sono stati catturati e allevati già dai re assiri nell'850 a.C., poi, ai tempi dei Romani, sono stati usati per i combattimenti nelle arene e massacrati in diverse occasioni. In Oriente, i leoni venivano addomesticati dai principi indiani, mentre arrivarono nei primi zoo europei nel XIII secolo. Proprio a causa del grande fascino che la bellezza di questi animali suscita in noi, questi predatori sono stati ripetutamente catturati e tenuti in cattività, nei circhi e persino nelle ville di alcuni privati.
Nonostante i leoni siano considerati pericolosi, provocano ogni anno una media di appena 22 morti umane, mentre a causa della caccia e del bracconaggio il loro numero è in forte declino, con conseguenze probabilmente irreversibili. Si stima che ce ne fossero circa 400.000 nel 1950, mentre oggi ne sarebbero rimasti tra i 15.000 e i 47.000 in natura. Il degrado dell'habitat, i conflitti con l'uomo e l’isolamento delle popolazioni sopravvissute con conseguente carenza di diversità genetica sono tra le cause principali che hanno spinto la IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura) a inserire il leone africano nella Lista Rossa come vulnerabile e la sottospecie asiatica come in pericolo critico di estinzione.