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30 Novembre 2022
16:49

Perché Macron non vuole vietare la corrida in Francia

Nonostante le battaglie e le campagne di sensibilizzazione, per Macron vietare la corrida, è tutt'altro che una priorità. Il capo di Stato ha affermato, infatti, che non ci sarà alcuno stop come invece richiesto dal leader del partito di estrema sinistra La France Insoumise, Aymeric Caron.

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«Non è il momento di abolirla». Lo ha detto chiaramente il presidente francese Emmanuel Macron di quella che alcuni, molti ancora in verità, ritengono una tradizione culturale da mantenere e altri, finalmente, considerano invece una pratica barbara e crudele.

Ma, nonostante le battaglie e le campagne di sensibilizzazione, per Macron vietare la corrida è tutt'altro che una priorità. Il capo di Stato ha affermato, infatti, che non ci sarà alcuno stop come invece richiesto dal leader del partito di estrema sinistra La France Insoumise, Aymeric Caron.

Illustrando le ragioni che l'hanno portato a avanzare la sua proposta, Caron quando aveva presentato la proposta di legge aveva parlato di una «cerimonia ipocrita, in cui l'animale viene macellato con una precisione e una raffinatezza che rasenta il sadismo». Da qui la richiesta di modificare l'articolo 521-1 del Codice penale francese che punisce i maltrattamenti sugli animali, ma non le corse dei tori né i combattimenti tra galli, pratiche protette dal settimo comma, che prevede un regime eccezionale in nome delle «tradizioni locali ininterrotte» e che quindi li autorizza in alcuni territori dove sono considerate parte del patrimonio.

Ma il Governo ha fatto sapere di essere per il mantenimento dello status quo. Macron ha ammesso che si tratta di «un dibattito è molto importante», ma che bisogna tenere conto sia «del benessere animale e della sensibilità che questo suscita, soprattutto nelle giovani generazioni», sia allo stesso modo «del rispetto verso le tradizioni e delle persone che possono avere l'impressione di essere espropriate della propria cultura» .

Il tema, in sostanza, dice il Presidente, è sì serio, ma non è comunque ritenuto prioritario dall'Esecutivo che, dicono fonti interne, teme che a finire nel mirino possano essere altre tradizioni regionali, prima fra tutte quella del commercio del foie gras.

La corrida, icona della cultura spagnola e grande passione di intere generazioni di turisti, sta diventando sempre meno popolare sia in Francia, sia in Spagna soprattutto. Un sondaggio recente, ha rivelato che l'81% dei minori di 24 anni mostra disinteresse per la tauromachia: identica percentuale fra i trentenni, ma soprattutto tra gli ultrasessantenni solo il 41% si dichiarava interessato alle corride, segno di una vera e propria decadenza culturale.

Sei anni fa, il governo regionale della Catalogna aveva voluto una legge per interrompere le corride su tutto il suo territorio. Ma la Corte Costituzionale, ha annullato il divieto permettendo alla regione di mantenere la tradizione.

In Spagna, oltretutto, esistono anche altre feste e tradizioni che vedono i tori come protagonisti. La più famosa di tutte è la corsa dei tori a Pamplona, a luglio di ogni anno, per la festa di San Fermín.

L’evento, una corsa sfrenata di uomini e tori insieme, è talmente pericoloso che la cittadina si riempie di operatori di emergenza medica in allerta 24 ore su 24 visto che ferirsi è praticamente una certezza, se non succede di peggio. 

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Simona Sirianni
Giornalista
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