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3 Giugno 2024
10:03

Perché le persone amano così tanto i cani?

Perché esattamente amiamo così tanto i cani? Cosa ci lega a loro in modo così indissolubile? Forse a questa domanda non c’è una risposta, ma il nostro amore per loro può essere attribuito a una serie di fattori psicologici, evolutivi e sociali.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Quando ci chiediamo perché le persone amano così tanto i cani dobbiamo tenere presente che si tratta di un fenomeno universale che attraversa culture, età e classi sociali. Questo legame profondo con i nostri amici a quattro zampe non è solo una questione di compagnia, c’è ovviamente molto di più: ci danno un senso di sicurezza, affetto e una connessione emotiva profonda. Ma perché esattamente amiamo così tanto i cani? Cosa ci lega a loro in modo così indissolubile? Forse a questa domanda non c’è una risposta, non una soltanto per lo meno, ma possiamo provare a mettere insieme più informazioni legate alla storia di co evoluzione che ci lega al nostro miglior amico.

Perché amiamo i cani

L’amore per i cani può essere attribuito a una serie di fattori psicologici, evolutivi e sociali. Dal punto di vista evolutivo, i cani sono stati al nostro fianco per migliaia di anni, aiutandoci in moltissimi modi, per esempio affiancandoci nella caccia, nella protezione dai predatori e alle volte anche nel diventare “cibo” che ci viene appresso, loro malgrado. Questa lunga storia di co-evoluzione ha creato un legame biologico e affettivo tra le due specie.

A livello psicologico, i cani soddisfano molte delle nostre necessità emotive. Offrono compagnia, riducono lo stress e la solitudine, e sono noti per migliorare l’umore dei loro compagni umani. Il loro comportamento affettuoso e la loro capacità di percepire e rispondere alle nostre emozioni li rendono ideali per fornire supporto emotivo. Attenzione però che tutto questo potrebbe innescare delle irrealistiche aspettative nelle persone: alle volte una retorica eccessivamente fiorita e un po’ troppo generica potrebbe essere la fonte di molti problemi inaspettati.

È infatti importante considerare se tutto questo “amore” sia sempre diretto verso il cane in quanto specie animale o se, piuttosto, le persone siano attratte da un’immagine più che altro idealizzata del cane. Spesso il nostro affetto può essere alimentato da rappresentazioni mediatiche e culturali che esaltano la figura del cane come perfetto compagno, eroe, salvatore, pieno di buoni sentimenti, il quale non può fare altro che amarci incondizionatamente, cioè a prescindere da tutto quanto. Questa visione idealizzata e impersonale può portare a proiettare sui cani aspettative irrealistiche, trascurando la loro natura complessa e i loro bisogni specifici, nonché la loro soggettività e l’unicità dei rapporti che si instaurano tra individui. Rapporti che non sono preconfezionati, che non sono attivabili premendo un pulsante o installando un’App nel cervello del nostro cane, ma sono il frutto della convivenza, dell’impegno e della condivisione, giorno per giorno.

Ecco che forse l’impegno, il desiderio di stare insieme e di condividere possono essere sintomo di un profondo legame affettivo di una persona nei confronti del suo compagno canino ma anche elementi essi stessi dell’amare qualcuno. Amiamo i cani perché amiamo amare? Perché amiamo accudire? Forse perché amiamo possedere? Perché amiamo vedere le cose che crescono (come gli Hobbit di Tolkien) e i rapporti che si strutturano. Il cane ci offre tutte queste opportunità, ma è differente da un altro essere umano con il quale possiamo stringere un rapporto di amicizia, lo è in quanto appartenente ad un’altra specie, un individuo che pensa il mondo in modo differente dal nostro e non vede l’ora di raccontarcelo. Sta a noi stare ad ascoltarlo, almeno ogni tanto.

Non amiamo i cani perché “ti danno quello che le persone non ti possono dare”, non si ama qualcuno perché si è infastiditi o indispettiti nei confronti di qualcun altro. Il sentimento dell’amore è – diciamo – pro-attivo, non ha bisogno di qualcosa che faccia da contraltare per esistere. E l’amore per un cane è qualcosa di a sé stante.

Sappiamo benissimo che l’amore si può declinare in modi differenti: l’amore fraterno, quello materno, l’amore amicale, l’amore erotico, l’amore platonico, e via dicendo. Ecco che allora l’amore per il nostro compagno canino è una categoria a sé, non paragonabile agli altri tipi di amore. È qualcosa che la nostra specie ha nel DNA, così come pare essere per loro nei nostri confronti. E non è una questione di meglio o peggio, di più o meno amore. L’amore non ha una misura ne un limite.

Inoltre, ricordiamo che l’amore è il frutto di una convivenza, della conoscenza di qualcuno o qualcosa, non è un a-priori. Prima di conoscere qualcuno non posso dire di amarlo, posso semmai pensare di essere attratto/a da una persona o da un oggetto, da un luogo, da un argomento.

Per esempio, ammettiamo di non essere mai stati in Sud America, né in un luogo simile, posto che ve ne siano. Però, per qualche ragione ci sentiamo attratti da quel luogo e sentiamo di volerci andare. Possiamo forse dire di “amare” il Sud America? No, certo che no. L’amore per un luogo, ad esempio, è il frutto della conoscenza di quel luogo che a sua volta è l’esito del tempo di vita trascorso in quel luogo.

Ecco, un rischio è quello di confondere questa attrazione, o “innamoramento”, con l’amore, dove la nostra idea e le nostre attese superano la realtà distorcendola magari proprio per farla aderire alle nostre rappresentazioni mentali sorte spontaneamente sotto l’influenza di fattori esterni, di racconti, di film, di letture e cose simili, ma non dell’effettiva esperienza diretta vissuta con consapevolezza e realismo.

Come sono le persone che amano i cani?

Le persone che amano i cani spesso condividono alcune caratteristiche comuni. Studi hanno dimostrato che le persone che vivono con un cane tenderebbero ad essere più socievoli, empatiche e responsabili rispetto a chi non vive con altri animali domestici. Questo, in teoria, non dovrebbe sorprendere, dato che prendersi cura di un cane richiede tempo, dedizione e una certa predisposizione a interagire con gli altri, ad esempio durante le passeggiate.

Ma possiamo dire che sia veramente sempre così? Beh, no di certo. O meglio, non è sufficiente vivere con un cane per sviluppare queste qualità sociali, né che prendere con sé un cane automaticamente dimostra la nostra spiccata socievolezza. Anche in ambito professionale, cioè laddove l’amore per il cane dovrebbe essere il tratto più evidente della vita di queste persone, non sempre si ha a che fare con individui socievoli, accondiscendenti, amorevoli, insomma che hanno fatto dell’interazione positiva con gli altri il loro tratto distintivo.

Bisogna infatti considerare il rovescio della medaglia. L’attrazione verso i cani può a volte, e sottolineiamo “a volte”, riflettere un bisogno di colmare vuoti emotivi o sociali. Alcuni individui potrebbero trovare nei cani una forma di rifugio emotivo, sostituendo le relazioni umane con il rapporto con il loro animale. Questo comportamento, pur essendo comprensibile, solleva domande su quanto l’amore per i cani sia sempre equilibrato e realistico. E ancora una volta ci troviamo di fronte all’annoso problema delle generalizzazioni superficiali. Infatti non è per nulla semplice definire cosa si intenda per “amore“ per il cane. Soprattutto in virtù del fatto che ogni giorno vengono abbandonati nei canili decine di cani di proprietà, dimostrando chiaramente che “possedere“ un cane non significa affatto amarlo. Per non parlare poi degli infiniti casi di maltrattamento tra le mura domestiche, o nei campi di lavoro professionale, che vedono come attori principali proprio alcune persone che si definiscono, in primis, «amanti dei cani».

È nel linguaggio comune che spesso troviamo delle trappole concettuali, come per esempio il dire «amo la natura», ma poi di questa non conosciamo nulla, se non la sensazione che proviamo quando guardiamo un bel panorama, magari con un cocktail tra le mani in un Resort in riva al mare. E di esempi del genere ne potremmo fare molti.

Non c’è nulla di male, in realtà, in tutto ciò, se non che denota una certa superficialità che però al giorno d’oggi, quando coinvolge degli esseri viventi come i cani, può essere fonte di sofferenze più o meno evidenti.

Quando l’amore per i cani diventa ossessione?

L’amore smisurato per i cani – o presunto tale – può sfociare in patologie come l’Animal Hoarding, una condizione in cui una persona accumula in modo compulsivo un numero eccessivo di animali senza essere in grado di fornire loro cure adeguate. Questo comportamento è spesso alimentato da un desiderio di controllo e da un bisogno compulsivo di accumulare esseri viventi.

L’Animal Hoarding può derivare da molti fattori, tra cui traumi emotivi, solitudine o disturbi psicologici sottostanti. Queste persone sono convinte di trovare negli animali una fonte di conforto e stabilità, ma il loro comportamento finisce per danneggiare sia sé stessi che gli animali di cui si occupano. La qualità della vita degli animali solitamente viene compromessa in modo drammatico, così come quella del loro “custode”. Spesso queste persone, affette da una vera e propria patologia, sono scambiate dalla comunità per persone che «amano tantissimo gli animali».

Addirittura, alle volte, possono diventare il punto di riferimento per associazioni animaliste (o almeno così si definiscono) che, trovandosi in difficoltà con l’affidamento di cani o gatti, si rivolgono a loro pensando di fare il meglio possibile per gli animali di cui si dovrebbero prendere cura, alimentando così lo stato patologico di queste persone che invece andrebbero soccorse da un supporto psicologico professionale adeguato. Insomma, queste persone sono in uno stato di sofferenza e vanno aiutate dalla comunità piuttosto che sfruttate per la loro condizione patologica.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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