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15 Ottobre 2024
13:10

Perché le persone abbandonano cani e gatti? Questione di soldi, secondo uno studio. Ma l’inconsapevolezza rimane il punto fondamentale

Questioni finanziarie, difficoltà di trovare alloggio e i costi legati alla salute umana. Uno studio australiano analizza in fattori socioeconomici ma emerge ancora una volta, tra le righe, che i cani abbandonati in media sono nella fase dell'adolescenza, momento in cui la relazione si frattura di fronte a adozioni inconsapevoli.

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Entrare nel merito di una scelta eticamente da condannare è molto complesso. Chi abbandona è bollato da un giudizio feroce e che non lascia adito a ulteriori riflessioni, in linea generale. Dei ricercatori australiani, però, hanno voluto andare a fondo sul problema, ovvero analizzare cosa porta una persona ad arrivare a scegliere di lasciare l'animale che si era inserito nel contesto familiare all'interno di un rifugio.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Animals, ha esaminato le ragioni per cui cani e gatti vengono abbandonati per comprendere se sia dovuto a problemi legati agli animali stessi o a difficoltà che riguardano la vita quotidiana della persona di riferimento, come questioni economiche o di salute.

«Gli animali da compagnia continuano a essere abbandonati – scrivono i ricercatori australiani – Storicamente, il comportamento animale è stato visto come la causa principale … Ricerche precedenti indicano che le difficoltà socioeconomiche del tutore, come vincoli finanziari e alloggi inadeguati, contribuiscono all'abbandono degli animali da compagnia».

Lo studio è partito da un'analisi dei dati sull'abbandono di cinque rifugi australiani dal 2018/19 al 2022/23, prendendo a campione ben 46.820 animali da compagnia che sono stati lasciati in canili e gattili del Paese. Ciò che è emerso è che il motivo più comune è stato la difficoltà di trovare una casa per  i «gruppi socioeconomici sia bassi che alti». Problemi finanziari, invece, sono quelli che hanno portato i ceti economici più bassi a decidere per l'abbandono, mentre le spese per motivi di salute umana (quindi non quella relativa all'animale) sono state il motivo principale di rinuncia nei gruppi socioeconomici più alti.

Lì dove dunque questi risultati evidenziano che le questioni finanziare decisamente contribuiscono alla scelta di queste persone, c'è un altro dato che emerge dalla ricerca che va però analizzato con un taglio cui i ricercatori non hanno dato peso, sebbene nell premesse abbiano specificato che spesso all'abbandono corrisponde una motivazione che riguarda il comportamento animale.

Anche da questo studio, in realtà, si piò dedurre che ciò continua ad accadere, al di là di quello che il panel dello studio ha dichiarato. Leggendo bene, infatti, emerge che l'età media dei cani abbandonati che sono stati presi come target di riferimento «è di circa 16 mesi».

E' un dato molto importante perché è l'età che in media si riscontra nei canili che sono strapieni di soggetti che vengono abbandonati in un periodo di vita che corrisponde all'adolescenza del cane. Ciò mette in luce e conferma dunque un dato di fatto: quando i cuccioli crescono e sono stati adottati (o comprati: i canili sono strapieni di cani di razza) senza alcuna conoscenza dell'etologia del cane rischiano di essere poi abbandonati.

iò accade perché arrivano ad una fase della vita in cui sono in trasformazione dal punto di vista non solo fisico ma anche cognitivo e la relazione necessariamente deve cambiare: l'umano deve infatti confrontarsi con un individuo che si sta formando e che esprime con i tratti tipici dell'adolescenza il suo periodo adolescenziale, come del resto accade anche a noi umani attraverso comportamenti come ribellione, contrasto alle regole, necessità di trovare un posto del mondo, etc..

Sì: il cucciolotto che tanta tenerezza infondeva in grandi e piccini nel contesto familiare non è più quel tenero "peluche" con cui si è "sfogato" il proprio desiderio di avere un oggetto a quattro zampe per la casa, ma un individuo che deve essere seguito e compreso, soprattutto, perché diventi un adulto responsabile.

Interessante dunque e assolutamente condivisibile la conclusione dei ricercatori che sottolineano l'importanza di una visione olistica e di quanto incide «il ruolo critico dei fattori socioeconomici nel comprendere perché le persone abbandonano i loro animali da compagnia» al fine di «trovare interventi mirati a supporto del benessere degli animali da compagnia in diversi contesti socioeconomici». Ma nulla cambia se non cambia una cosa fondamentale: accompagnare le persone nel momento dell'unica scelta importante che non è quella legata all'abbandono ma all'adozione. Se non si lavora a monte, nulla si potrà fare a valle.

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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