Negli ultimi anni, le orche che vivono al largo della Penisola Iberica hanno attirato l'attenzione per un comportamento inedito e per certi versi allarmante: attaccare sistematicamente le barche con diverse interazioni che hanno causato seri danni o addirittura l'affondamento di alcune imbarcazioni.
Ma perché lo fanno? Esperti e scienziati se lo chiedono da tempo e sono state proposte due teorie principali: l'interazione guidata dalla curiosità e dal gioco, oppure il tentativo di allontanare potenziali rivali per la pesca.
Ora, un nuovo corposo report redatto dall'International Whaling Commission (IWC) vira con decisione sulla prima ipotesi: si tratterebbe semplicemente di un gioco, una "moda passeggera" diffusa soprattutto tra gli individui più giovani.
Dal 2020, sono stati segnalati 673 incidenti tra orche e barche lungo la costa della Penisola Iberica e tra le acque dello Stretto di Gibilterra. La situazione è diventata talmente critica che i governi di Spagna e Portogallo hanno incaricato un gruppo di esperti di indagare le possibili ragioni per cui questi cetacei sembrano essere particolarmente attratti dai timoni delle imbarcazioni e di trovare anche possibili soluzioni per fermare questi incidenti e salvaguardare sia le orche che i marinai.
Il nuovo report, redatto dal biologo marino ed esperto di orche Alex Zerbini, presidente del comitato scientifico dell'IWC e membro del gruppo di lavoro incaricato dai governi iberici, offre finalmente alcune risposte. Presentato durante la riunione del Comitato Scientifico dell'IWC tenutasi a Bled, in Slovenia, dal 22 aprile al 3 maggio 2024, il documento esamina in un certo senso la psicologia dietro il comportamento di questi cetacei e propone una possibile spiegazione sul perché le orche siano attratte soprattutto dai timoni.
Le orche sviluppano gran parte dei loro comportamenti attraverso l'apprendimento sociale, formando quelle che gli scienziati definiscono come vere e proprie "tradizioni culturali". È noto, per esempio, che le diverse popolazioni sparse per il globo sviluppano specializzazioni alimentari che vengono poi conservate e tramandate di generazione in generazione attraverso la trasmissione culturale. Ogni ecotipo, ovvero una popolazione distinta sia geograficamente che morfologicamente, caccia solo alcune specifiche prede, utilizzando dei propri ed esclusivi modelli e strategie di predazione.
Alcuni gruppi, possono anche sviluppare comportamenti insoliti e temporanei che non sembrano avere alcuno scopo apparente. Nel 1987, per esempio, alcune orche presero l'abitudine di posizionarsi dei salmoni morti sulla testa, un comportamento che divenne una moda passeggera e che scomparve poco tempo solo per riapparire improvvisamente nell'estate del 2008 e sparire di nuovo. Allo stesso modo – si legge sempre nel report – circa 20 anni fa i maschi adulti e sub-adulti di una popolazione nordica svilupparono uno strano rituale che prevedeva l'urtarsi a vicenda con le teste.
Anche questo comportamento scomparve come una moda passeggera poco dopo. Particolarmente interessante è anche un fenomeno chiamato dagli esperti "prop watching", ovvero il posizionamento della testa vicino alla scia dell'elica di un'imbarcazione, diffuso in diverse popolazioni di cetacei, ma non sempre classificato come "interazione". È perciò possibile che il contatto con il timone si sia sviluppato a partire proprio dal prop watching e che solo questo particolare gruppo di orche abbia poi fatto il "passo successivo", ovvero speronare e danneggiare il timone.
In base a quanto discusso durante le riunioni, nel report si legge: "L'idea riemersa di nuovo, con un consenso più ampio, è che questo comportamento potrebbe essersi evoluto perché le orche, per la prima volta da un paio di generazioni, sono ben nutrite, hanno più tempo libero e sperimentano meno interazioni negative con le attività di pesca. Si è ipotizzato inoltre che le interazioni giocose siano iniziate prima con alcuni giovani individui (nel 2017), sebbene queste interazioni iniziali non abbiano provocato danni ai timoni. Questo comportamento giocoso potrebbe essersi poi intensificato man mano che gli animali crescevano".
Gli autori hanno anche spiegato che da decenni le orche interagiscono con le imbarcazioni da pesca in Marocco, senza però danneggiarle, suggerendo che i timoni di queste barche potrebbero non essere "così interessanti" come quelli di Spagna e Portogallo. Zerbini ha dichiarato inoltre al Washington Post che la maggior parte delle orche avvistate vicino alle imbarcazioni danneggiate o affondate erano giovani, che di solito si avvicinavano lentamente come se volessero toccare delicatamente i timoni con il muso.
«Non c'è nulla nel comportamento degli animali che suggerisca che siano aggressivi. Mentre giocano con il timone, non capiscono che possono danneggiarlo e che metterlo fuori uso influenzerà in qualche modo gli esseri umani. È più un gioco che un'intenzione», ha detto l'esperto.
Altri colleghi hanno anche fatto notare che le orche adulte, quelle di età superiore ai 25 anni, non urtano i timoni come fanno i giovani e che le femmine, che con tutta probabilità sono le loro madri, sembrano semplicemente tenere sotto controllo i loro piccoli senza interferire, proprio come se stessero supervisionando un'attività di gioco. Tra gli esperti sta quindi prendendo sempre più piede l'ipotesi del gioco. I danni alle imbarcazioni sarebbero perciò solo una conseguenza indiretta e involontaria di una moda, probabilmente passeggera, che si è sviluppata tra i giovani della popolazione iberica.
In ogni caso, il gruppo di lavoro incaricato di studiare questo fenomeno, deve comunque provare a trovare delle possibili soluzioni per mitigare le interazione e ridurre i rischi sia per i cetacei che per le imbarcazioni. Come vi abbiamo già raccontato, diportisti, pescatori e marinai stanno tentando autonomamente di dissuadere e scoraggiare le orche dall'avvicinarsi. Alcuni utilizzano razzi di segnalazione, rumori forti e dissuasori acustici, timoni con superfici abrasive, appuntite o taglienti. Tuttavia, questi strumenti potrebbero mettere seriamente in pericolo la già minacciata popolazione iberica.
Secondo gli esperti, questi strumenti potrebbero persino stimolare e incoraggiare ulteriormente la curiosità orche, rendendo "il gioco" ancora più divertente e interattivo. Il report scoraggia quindi di utilizzare queste contromisure, suggerendo per il momento di allontanarsi il più possibile in caso di avvistamento e di allertare autorità e soccorsi il prima possibile.
In conclusione, resta ancora molto da capire sul crescente fenomeno delle interazioni tra le orche iberiche e imbarcazioni. Questo report rappresenta però un primo importante passo che porterà a nuovi incontri e confronti tra esperti, autorità e marinai, che dovranno necessariamente continuare a discutere e a lavorare insieme per evitare danni e incidenti a persone e imbarcazioni, ma anche alle orche che – non bisogna dimenticarlo – sono nel loro habitat naturale. Siamo sempre noi quelli fuori posto.