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1 Agosto 2024
19:00

Perché le formiche (e gli altri insetti) se cadono non muoiono

Le formiche e molti insetti non si fanno male cadendo grazie al peso e alle dimensioni ridotte, all'esoscheletro resistente, e all'attrito dell'aria che rallenta la caduta, come un paracadute naturale.

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Sarà probabilmente capitato a ognuno di noi vedere una formica o un altro piccolo insetto cadere da grandi altezze e continuare a camminare come se nulla fosse. Questo fenomeno, che può sembrare magico, ha in realtà una spiegazione scientifica. Formiche e altri insetti non si fanno male quando cadono grazie a una combinazione di numerosi fattori legati sia alla fisica che alla loro biologia. Scopriamo insieme quali sono questi fattori e come molti piccoli insetti hanno sviluppato queste incredibili capacità di sopravvivenza.

Perché le formiche non si fanno male se cadono

Il segreto delle formiche, e di molti altri insetti, risiede principalmente nel loro rapporto tra superficie e volume. Gli insetti sono caratterizzati da un basso rapporto superficie/volume: il loro peso è estremamente ridotto rispetto alla superficie esterna del loro corpo. Questo significa che l'attrito dell'aria ha un effetto molto significativo durante la caduta, rallentando la velocità di discesa e riducendo l'impatto con il suolo. È un po' come immaginare una foglia e una pietra lanciate da una stessa altezza: mentre la pietra cade rapidamente, la foglia fluttua dolcemente verso il basso.

Un altro elemento chiave è l'esoscheletro duro degli insetti e degli altri artropodi, come aracnidi e crostacei, tra gli altri. Questa struttura, fatta prevalentemente di chitina, agisce come una vera e propria armatura resistente, che protegge gli organi interni dagli impatti e mantiene la forma del corpo regolare e compatta, permettendo agli insetti di planare o di precipitare in modo più controllato durante una caduta. Questo esoscheletro, quindi, non solo fornisce protezione fisica, ma contribuisce anche a stabilizzare l'insetto durante la discesa.

Altri fattori che proteggono gli insetti dalle cadute

Oltre al rapporto superficie/volume e all'esoscheletro, ci sono altri elementi che aiutano gli insetti a sopravvivere alle cadute. Le ali, naturalmente, giocano un ruolo cruciale per le specie in grado di volare. Le ali aumentano la superficie corporea e permettono di regolare la traiettoria, rendendo possibile un atterraggio più morbido e controllato. Anche le zampe possono essere utili: estendendole al massimo, gli insetti possono aumentare ulteriormente l'attrito con l'aria, riducendo la velocità di caduta.

Inoltre, molti insetti possiedono un corpo estremamente flessibile, nonostante l'esoscheletro. Questa flessibilità permette loro di piegarsi o appallottolarsi durante la caduta, riducendo l'area di contatto con il suolo e attenuando l'impatto con il suolo. Questa capacità di adattamento rapido è un'altra ragione per cui alcuni insetti riescono a sfruttare al meglio l'effetto "paracadute" durante le cadute, anche da altezze considerevoli, dato dall'insieme di tutti questi elementi e caratteristiche.

Gli insetti che fanno eccezione

Non tutti gli insetti, però, riescono a uscire illesi da una caduta. Le eccezioni a questa regola sono principalmente rappresentate dagli insetti di dimensioni maggiori, come alcune specie di grossi coleotteri. A causa della loro massa e del rapporto superficie/volume meno favorevole, questi insetti sono più vulnerabili agli impatti derivanti da cadute elevate. Inoltre, il tipo di superficie su cui atterrano può spesso fare la differenza: cadere su una foglia o su un prato è molto diverso dal cadere su una strada asfaltata o su una roccia.

Per cui, sebbene molte specie di insetti abbiano evoluto strategie e caratteristiche che gli permettono di sopravvivere spesso alle cadute, vi sono tante eccezioni o particolari contesti in cui ciò non avviene così facilmente. Lo studio di questi fenomeni ci permette quindi di apprezzare la straordinaria capacità di adattamento degli insetti e la loro ingegnosità nel sopravvivere in ambienti e dinamiche molto differenti e spesso imprevedibili. Ancora una volta, la natura ci dimostra quanto siano affascinanti e complesse le specie che abitano il nostro pianeta, soprattutto le più piccole.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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