Le bufale sugli animali, il loro comportamento e le amicizie che sarebbero in grado di instaurare con gli umani, sono forse quelle più resistenti e dure a morire, perché sono apparentemente innocue, toccano le corde più sensibili dell'animo umano e spingono a tutta forza sull'empatia. Come la storia con tanto di foto dell'amicizia tra Cindy, una femmina di squalo bianco, e il pescatore pescatore australiano Arnold Pointer, tornata prepotentemente alla ribalta sui social.
Il post che gira da anni e in diverse lingue su Facebook recita così: «Il pescatore australiano Arnold Pointer ha salvato dalla morte uno squalo bianco (femmina) due anni fa, liberandolo dalla rete. Oggi ha un problema: lei lo segue ovunque. È difficile sbarazzarsi di uno squalo lungo 17 piedi quando gli squali bianchi sono una specie protetta per la conservazione, ma tra Arnold e ‘Cindy' si è stabilito un affetto reciproco».
Poi c'è la chicca finale che punta dritto al cuore: «Arnold dice: "Quando fermo la barca lei viene da me, si gira su un fianco e mi permette di accarezzarla, grugnisce, strizza gli occhi e sbatte le pinne felice"». Chiariamo subito alcuni aspetti legati all'etologia, alla biologia e all'anatomia di un grande squalo bianco, cosa che ci permette fin da subito di capire che qualcosa non va.
Pur ammettendo la possibilità che uno squalo possa riconoscere una persona e avvicinarsi, la maggior parte dei comportamenti descritti sono proprio fisicamente impossibili per uno squalo. Gli squali non hanno organi per produrre vocalizzazioni, ma soprattutto non hanno palpebre e non possono "strizzare" gli occhi, che restano invece perennemente aperti.
Proprio per questo, sono infatti dotati di una membrana nittitante biancastra che li protegge durante le fasi finali di un attacco a una preda. Inoltre, qualsiasi squalo è anatomicamente impossibilitato a sbattere le pinne come farebbe una foca. Basterebbero anche solo queste osservazioni per capire che siamo di fronte a una bufala bella e buona, ma da dove nasce questa fake news?
La storia dell'amicizia tra Arnold e Cindy è vecchissima e risale addirittura al 2006. È stata smentita da tempo e innumerevoli volte ed è partita, come è facile immaginare, da uno scherzo. Si tratta infatti di un Pesce d'Aprile architettato ad arte da una rivista di pesca francese chiamata Voyages de pêche. E la foto invece?
L'uomo nello scatto ovviamente non si chiama Arnold Pointer e non è nemmeno un pescatore. È Michael Scholl, fondatore di White Shark Trust, una ONG sudafricana che si occupa di ricerca, conservazione e sensibilizzazione verso questi eccezionali e minacciati predatori marini. L'immagine, utilizzata anche come base per molti meme, immortala uno dei momenti delle tante attività che l'organizzazione porta avanti in mare.
Bisogna prestare molta attenzione, quindi, a cosa si condivide sui social. Anche se in buona fede, infatti, si può contribuire a diffondere fake news e disinformazione su animali che, tra l'altro, non ne hanno minimamente bisogno. Lo squalo bianco è infatti un predatore formidabile e una specie affascinante anche se non sa battere le pinne o non diventa amico di un pescatore.
Sappiamo, per esempio, che alcuni sono molto più socievoli di quanto creduto finora e che sia la socialità che le tattiche di caccia variano molto tra i singoli individui, ognuno quindi con le sue personalissime preferenze. Ma è ormai noto anche che molte specie di squalo rischiano seriamente di estinguersi. È stato infatti calcolato un calo delle popolazioni mondiali di squali e razze di oltre il 70% in soli cinquant'anni. La causa è la pesca eccessiva e ormai insostenibile e noi europei siamo tra i primi responsabili. Sono queste le storie che sarebbe meglio raccontare e condividere sui social.