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8 Settembre 2022
9:00

Perché il pesce chirurgo si chiama così?

Il pesce chirurgo, reso immortale dal personaggio di Dory nel film "Alla ricerca di Nemo", è chiamato così poiché possiede delle piccole spine sulla pinna caudale che, se il pesce viene inavvertitamente spaventato, possono anche tagliare. In ogni caso non è un pericolo per l'uomo perché queste strutture sono solo un sistema di difesa.

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Il pesce chirurgo (Paracanthurus hepatus) è pesce d'acqua salata appartenente alla famiglia Acanthuridae ed è l'unica specie del genere Paracanthurus. È chiamato così poiché possiede delle piccole spine sulla pinna caudale che possono anche tagliare. In ogni caso non costituisce un pericolo per l'uomo in quanto le spine si estendono dal corpo del pesce solo quando è stressato e principalmente rappresentano un meccanismo di difesa.

Il pesce chirurgo, infatti, è un piccolo erbivoro e, come molti erbivori di terra e di mare, ha bisogno di strutture corporee che lo rendono meno appetibile ai carnivori. Durante la fuga, ad esempio, il rapido movimento laterale della coda può produrre ferite profonde, un ottimo modo per scoraggiare i predatori.

Il pesce chirurgo può essere trovato in tutto l'Indo-Pacifico, dalle scogliere delle Filippine, Indonesia e Giappone, fino alla Grande Barriera Corallina dell'Australia, Nuova Caledonia, Samoa, Africa orientale e Sri Lanka. Il suo corpo blu con il ventre e la coda gialla lo rendono una gioia per gli occhi e avvistamenti di questa specie sono una vera meraviglia. Gli adulti possono raggiungerei 30 centimetri di lunghezza e pesare intorno ai 600 grammi.

A rendere così caratteristico l'aspetto di questo pesce c'è il corpo appiattito lateralmente e più o meno circolare. Sulla punta, dopo le macchiette che costellano la parte frontale, c'è un becco corneo ben in vista, una struttura boccale tipica degli erbivori. Il becco, infatti, ha una durezza tale da riuscire a strappare velocemente alghe e piante acquatiche dal fondale e rosicchiare con efficacia gli scogli alla ricerca di piccoli organismi vegetali di cui cibarsi.

È un pesce piuttosto riconoscibile che ha profondamente influenzato la cultura pop di una intera generazione. La sua livrea gialla e blu, le macchie frontali e i profondi occhi neri non lasciano dubbi: è proprio Dory, del film d'animazione "Alla ricerca di Nemo", il pesce chirurgo più famoso del mondo. Il personaggio è stato talmente tanto apprezzato dal pubblico che, dopo il film del 2003, nel 2016 la casa produttrice ha deciso di dedicargli un intero film con lei protagonista: "Alla ricerca di Dory".

La sua fama sul grande schermo, però, lo ha portato anche ad avere non pochi problemi di conservazione. Nonostante la specie sia classificata come "Rischio minimo" dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), lo sfruttamento eccessivo per il commercio sta mettendo a dura prova la sua conservazione. La grande fama ricevuta, infatti, ha solo incrementato la loro presenza negli acquari di tutto il mondo, inasprendo la caccia a questi animali.

A rendere precaria la sua situazione c'è anche la fragilità degli habitat in cui vive. La barriera corallina in cui siamo soliti vedere questi pesci, è un ecosistema complesso ma, purtroppo, sempre più devastato dall'uomo. Fenomeni come lo sbancamento dei coralli o la cementificazione sfrenata delle coste per far posto a porti, moli e banchine, non fa altro che rimpicciolire i loro habitat e quelli di molti altri animali marini. Questa è la storia di Dory, ma anche di molti altri animali "star" del cinema,  animali la cui fama dovrebbe essere solo un incentivo ad aumentare la protezione della specie.

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