Il lupo è una specie rigorosamente protetta in ambito europeo. Negli scorsi decenni la persecuzione diretta da parte dell'uomo ne aveva portato la popolazione minimi storici. Questa situazione ha reso necessario l'intervento delle legislazioni nazionali e delle direttive europee per aumentarne lo status di protezione e ridurre le minacce alla sopravvivenza.
Nonostante la situazione del lupo sia migliorata, ancora oggi la principale minaccia per questa specie resta l'essere umano, tra le cause di morte più frequenti ci sono infatti il bracconaggio, e gli incidenti stradali. Più sottile è invece la minaccia determinata dall'ibridazione con il cane, un problema più consistente di quanto si ritenesse in passato.
È importante proteggere questo grande carnivoro perché porta con sé un alto valore ecologico e anche culturale. Vediamo quindi qual è lo status di conservazione in Italia e come cambierà in futuro.
Il lupo è in via di estinzione?
Chiariamo subito che il lupo non è in via d'estinzione. Storicamente era minacciato principalmente dall'essere umano: la caccia nei confronti di questo animale era infatti del tutto legale. In diversi paesi europei, compresa l'Italia, l'uccisione del lupo era addirittura incentivata, tanto da creare una figura specializzata: il luparo, un cacciatore che svolgeva l'attività venatoria nei confronti dei lupi.
Questo approccio aveva ridotto contribuito a ridurre sensibilmente il numero e l'areale degli individui. A partire dagli anni Settanta del Novecento le cose iniziano a cambiare: la protezione legale acquisita e fattori storici ed ecologici hanno portato a un'espansione numerica e spaziale considerevole. Anche lo status di conservazione oggi è decisamente migliorato: il lupo pur restando una specie vulnerabile è in una fase di espansione, e questo vale per il canis lupus, presente sull'arco alpino, sia per la sottospecie canis lupus italicus, diffuso nell'Italia peninsulare.
Anche oggi le principali minacce sono di derivazione antropica:
- Bracconaggio;
- Incidenti stradali;
- Ibridazione con il cane.
Non è sbagliato dire che l'espansione del lupo in Italia è gestita dal bracconaggio che si configura quindi come la minaccia più grande per la conservazione di questo predatore. Secondo i dati raccolti dal WWF, ogni anno cacciatori e bracconieri uccidono dai 200 ai 400 lupi solo in Italia, ma i numeri reali sono molto più alti. Il bracconaggio in quanto fenomeno criminale è per sua natura sommerso. Le uccisioni scoperte o denunciate sono solo una minima parte di quelle reali.
L'ibridazione tra il cane e il lupo è la minaccia più subdola perché va a minare l'integrità genetica di questa specie. Studi condotti nell'ultimo decennio hanno dimostrato che l'ibridazione è più diffusa di quanto si credesse. È determinata da una cattiva gestione dei cani vaganti che finiscono per condividere gli spazi dei lupi e ad accoppiarsi con questi innestando nella popolazione selvatica del dna che non è frutto della selezione naturale ma della selezione artificiale condotta dall'uomo.
Il rischio è quello di deviare il percorso evolutivo del lupo che dura da centinaia di migliaia di anni con qualcosa che naturale non lo è più dato che l'essere umano ha selezionato le diverse razze di cani per finalità estetiche e legate al lavoro.
L'attuale situazione dei lupi in Italia
Pur non essendo più considerato in via d'estinzione il lupo rimane una specie vulnerabile in Italia. Lo status di conservazione tiene conto anche del numero degli individui e dell'areale in cui si trovano, entrambe queste variabili sono aumentate rispetto a qualche decennio fa. Ai giorni nostri la popolazione di lupo in Italia è in uno stato di conservazione soddisfacente, sia per la componente peninsulare, che per quanto riguarda quella alpina, anche se l'espansione è più recente. In particolare, i lupi hanno ricolonizzato prima le Alpi Occidentali e negli ultimi anni anche quelle Centrali e Orientali.
L'Italia è il paese con la popolazione più consistente, e che ha i dati più aggiornati rispetto ai vicini europei grazie al monitoraggio coordinato dall'Ispra e realizzato tra il 2020 e il 2021 che ha permesso di stimare l’abbondanza e la distribuzione della specie. La stima della popolazione del lupo è risultata pari a 3.307 individui, con una forchetta che va da 2.945 a 3.608.
Dopo essere arrivato quasi sull'orlo dell'estinzione oggi si sta assistendo a un incremento della popolazione, un fenomeno che non è stato determinato direttamente dall'uomo. Il lupo ha infatti ha beneficiato del cambiamento delle politiche di gestione e dello stato di protezione, quando è passato dall'essere una specie nociva a una protetta.
Il lupo, essendo una specie molto adattabile, ha sfruttato anche alcuni cambiamenti ecologici, come l'espansione degli ecosistemi forestali e anche l'aumento delle prede selvatiche, come è successo per i cinghiali, ad esempio. Tra gli anni 70 e 80 le prede sono state reintrodotte a scopo venatorio e anche i lupi ne ha approfittato. Da un lato quindi è intervenuta la protezione legale e dall'altro l'aumento delle foreste e delle prede. A questi fattori si aggiunge poi anche lo spopolamento delle campagne e delle montagne.
Tuttavia oggi si sta assistendo a un aumento dell'odio nei confronti di questo predatore che è invece fondamentale continuare a tutelare.
Perché è importante proteggere i lupi
È importante proteggere il lupo perché si tratta di una specie chiave, significa ha un impatto fondamentale sull'ecosistema. Il lupo infatti è un predatore all'apice della catena alimentare ed esercita quindi un controllo molto forte su tutte le componenti biologiche che costituiscono le comunità animali e vegetali. La sua presenza o assenza determina sconvolgimenti importanti per diverse specie che con lui condividono lo spazio. Il suo valore ecologico è quindi molto importante per regolare la vita dell'ecosistema in cui vive.
Oltre a ciò, il lupo ha anche un valore culturale molto importante: è una specie bandiera, un simbolo della tutela della fauna selvatica italiana. Quindi il valore ecologico si accompagna a un valore culturale non meno importante. Per questo è tutelato sia dallo Stato che da enti scientifici.
Chi protegge i lupi in Italia?
A proteggere il lupo in questi anni sono stati diversi attori, ognuno con un ruolo diverso:
- Lo Stato nazionale
- L'Unione Europea
- Gli Enti Parco
- Le associazioni
Ognuno di questi attori protegge il lupo ricoprendo un ruolo diverso. Lo Stato lo fa attraverso le leggi nazionali e i decreti. I più importanti risalgono agli anni settanta e sono il decreto Natali che ne ha proibito la caccia; e il decreto Marcora che ha definito il lupo una specie «integralmente protetta». Nel 1992 la tutela del lupo è stata sancita anche dalla legge sulla caccia.
A questi si aggiungono poi le direttive europee più importanti quando si parla di tutela dell'ambiente e della fauna selvatica: la convenzione di Berna, con la quale il lupo è diventato «rigorosamente protetto»; e la direttiva Habitat.
Il lupo però è protetto anche dalla vasta rete di Parchi e Riserve naturali del nostro Paese. Sono queste entità a svolgere nella pratica il ruolo principale per il monitoraggio e la conservazione del lupo e di tutti gli altri selvatici. Un compito ancora più importante se pensiamo che l’Italia è caratterizzata da un patrimonio di biodiversità tra i più significativi in ambito europeo.
Ci sono poi le associazioni di tutela animale e ambientale che nel corso del tempo hanno svolto un ruolo fondamentale per sensibilizzare le persone smontando i miti e le false credenze sul lupo. Basti pensare all'Operazione San Francesco realizzata dal Parco Nazionale d'Abruzzo insieme al WWF Italia negli anni Settanta allo scopo di riabilitare l'immagine del lupo. Gli effetti di quell'operazione hanno aperto le porte per le operazioni. Oggi le associazioni lavorano per diffondere e favorire buone pratiche per evitare il conflitto tra la fauna selvatica e l'essere umano.
In questo contesto, le istituzioni europee giocano un ruolo fondamentale.
Da rigorosamente protetto a protetto: cosa potrebbe cambiare?
La Commissione Europea vuole declassare lo status di protezione del lupo. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, infatti ha proposto di declassarne lo status da “rigorosamente protetto” a semplicemente “protetto”, determinando il passaggio del lupo dall'Allegato 2 all'Allegato 3 della Convenzione di Berna.
Questo passaggio comporterà una maggiore flessibilità nella gestione, anche cruenta, del lupo. Al momento ne è vietato l'abbattimento e la cattura, come per tutte le specie rigorosamente protette, il declassamento permetterebbe di applicare con maggiore facilità forme di gestione e prelievo. Al contrario di quanto si pensa, per le specie semplicemente protette gli Stati possono prevedere una quota di abbattimento, a patto di non comprometterne lo stato di conservazione. Con il declassamento l'Italia potrebbero prevedere abbattimenti annuali di lupi.