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6 Agosto 2024
16:48

Perché il cane ti guarda negli occhi e cosa vuole dirti

Il tuo cane ti guarda negli occhi per diversi motivi: per interpretarti, per chiederti qualcosa ma anche per comunicare il bisogno di spazio e distanza. Per capire cosa vuole comunicare bisogna tenere conto del contesto, del rapporto che c'è tra voi, della personalità del cane e dell’intensità dello sguardo.

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Chi convive con uno o più cani ha sicuramente avuto modo di sperimentare l'esperienza di sentirsi osservati mentre si svolgono le più svariate faccende.

I vostri compagni di vita vi guardano per diversi motivi, quando poi gli sguardi si incrociano rispettivamente accade qualcosa di emozionalmente percepibile e che la scienza ha studiato a lungo. La risposta sta “nell'ormone dell’amore” che andremo a vedere nel dettaglio più avanti. Ma non solo, il vostro cane potrebbe guardarvi negli occhi per interpretarvi, per richiedervi qualcosa ma anche per comunicare il bisogno di spazio e distanza.

Quindi, per dare la giusta risposta a questa domanda, bisogna tener conto del contesto, del rapporto con la persona osservata, della personalità del cane e dell’intensità dello sguardo unita all’osservazione delle mimiche facciali e della postura corporea.

Manifestazione di affetto

La scienza ha accertato che quando un cane e il suo umano hanno uno scambio di sguardi prolungato, i livelli di ossitocina rilasciati da entrambi aumentano, così facendo il legame si rafforza arrivando ad avere effetti simili a quello che provano una madre e un figlio.

Pare proprio che siamo stati noi umani a selezionare questo comportamento nei cani perché estremamente piacevole, in quanto ci dà l'idea che siano interessati a noi e che in qualche modo ci capiscono. Ciò perché nel codice della comunicazione non verbale umana lo sguardo è usato per entrare in intimità ed empatia con l’interlocutore e per manifestare interesse.

Se pensiamo invece al mondo animale, dove predomina appunto la comunicazione non verbale, lo sguardo fisso è invece generalmente interpretato come una minaccia, una richiesta di distanza per evitare lo scontro. Ciò ci fa riflettere su quanto il cane, l’animale più vicino all’uomo, abbia sviluppato capacità socio-cognitive nell’arco di migliaia di anni di vita insieme a noi che gli consentono di interagire e comunicare in modo efficiente con gli esseri umani.

Interpretare le nostre emozioni

In uno studio del 2018, pubblicato sulla rivista Learning & Behavior, ad alcuni cani sono stati presentati degli stimoli bidimensionali, ovvero delle immagini raffiguranti volti umani che esprimevano le sei emozioni di base: rabbia, paura, felicità, tristezza, sorpresa e disgusto. I risultati riportano che i cani hanno reagito in maniera diversa in base al tipo di espressione, utilizzando in maniera alternata o simultaneamente l’emisfero destro e quello sinistro (lateralizzazione delle emozioni). «Inoltre hanno mostrato un'attività comportamentale e cardiaca più elevata per raffigurare volti umani che esprimevano un chiaro stato emotivo di eccitazione», hanno precisato gli autori nel paper.

Si evince dunque che «i cani sono sensibili agli stimoli emotivi trasmessi dai volti umani e che utilizzano una modulazione emotiva asimmetrica del cervello per elaborare le emozioni di base umane».

Inoltre da un ulteriore studio emerge che «i cani, così come gli umani, concentrano la loro attenzione principalmente nella regione degli occhi, mostrando difficoltà di identificazione dei volti quando questa regione è coperta» (Pitteri et al., 2014 ; Somppi et al., 2016 ).

Rassicurazione

Può capitare che il cane sia in una condizione di stress dovuta ad una situazione nuova o emotivamente destabilizzante e perciò cerca nello scambio di sguardo con il suo umano di riferimento comprensione, rassicurazione e calma.

È molto importante accorgersi di questi frangenti perché potrebbero essere sguardi brevi e fugaci che se non colti potrebbero farvi perdere la fiducia del vostro cane. Si tratta, invece, di una ottima occasione di dimostrarvi come partner attenti, presenti e pronti a dare conforto unendo anche una carezza calmante se necessario.

Richiesta 

I vostri “stalker” preferiti potrebbero guardarvi negli occhi anche per chiedervi una risorsa come può essere un masticativo, un gioco o il cibo che avete lasciato sul piano cottura: come se volessero ipnotizzarvi e portarvi a fare quello che desiderano.

Allo stesso modo, potrebbero anche volervi chiedere di fare un’ attività, ovvero in un momento di stasi e noia è un modo per dirvi: “Facciamo qualcosa insieme?”.

Ma cercare il vostro sguardo potrebbe essere anche un tentativo di comunicare un disagio, un malessere e quindi una richiesta d’aiuto. Questo capita spesso nella sala d’attesa del veterinario ad esempio: il vostro cane vi fissa con aria terrorizzata per chiedervi di portarlo via da quella situazione.

Nel caso in cui siate in un luogo chiuso potrebbe anche solo essere una richiesta semplice e molto chiara:  “Me la sto facendo addosso, usciamo?”.

Inoltre, per quanto riguarda i cani con cui sono state fatte attività riguardanti l’autocontrollo, potrebbero essere abituati a guardarvi per chiedere il vostro consenso per compiere un’azione o accedere ad una specifica area.

Insomma, quando un cane vi guarda negli occhi – in questi specifici casi e nell’ambito di un rapporto stretto con il partner di riferimento – è una maniera carina ed educata, tra altre usate da questa specie che ci conosce così affondo, per attirare la vostra attenzione e per comunicare una loro esigenza. Infatti la scelta dello sguardo, rispetto ad esempio a un abbaio, riflette generalmente un cane rispettoso del suo umano e del contesto in cui si trova. E chi meglio di voi potrà interpretarne il senso?

Volontà di spazio e distanza

Al contrario di quanto abbiamo visto finora, lo sguardo fisso negli occhi potrebbe essere utilizzato da un cane per intimarvi con assertività di non avanzare oltre. Questo sarà accompagnato da una postura del corpo rigida e le orecchie indietro.

L’intensità di questi segnali dipende dalla situazione ed è un messaggio che va compreso e assolutamente rispettato, onde evitare derive non funzionali alla relazione e eventuali reazioni da parte del cane che, lato suo, ha messo in atto un avvertimento chiaro.

Che sia da una risorsa o da un luogo che vuole proteggere, in ogni caso l’intento del cane è di tenerci alla larga.

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Martina Campanile
Istruttrice cinofila
Sono istruttrice e riabilitatrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico, mi occupo di mediare nella relazione tra cane e umano: sin da piccola è un tema che mi ha affascinato e appassionato. Sono in continuo aggiornamento e penso che non si smetta mai di imparare, come mi insegna ogni giorno Zero, un meticcio sardo che è il mio compagno di vita.
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