Tra i comportamenti più comuni che possiamo osservare nel cane, nel corso della convivenza, c’è la tendenza a rosicchiare oggetti di varia natura. Può capitare con giocattoli di gomma, palline da tennis, scarpe, pezzi di legno: molto spesso si tratta di un gioco, in altri casi un modo per prendere dimestichezza con il mondo che lo circonda, ma può capitare di sorprendere il cane a mangiare anche i sassi, addirittura a ingoiarli. Ma perché lo fa? E come possiamo evitare questo comportamento potenzialmente pericoloso?
In linea generale, il comportamento di ingerire sassi o altri materiali non edibili come legni, ciucci dei bambini, pezzi di plastica o sassi viene definito “pica”. È un comportamento etologico tipico del cucciolo, che esplora il mondo attraverso la lingua e la bocca come la maggior parte dei cani fa. Normale e non preoccupante, insomma, che il cucciolo sgranocchi oggetti differenti: in questo modo sente le consistenze, e capisce che cosa può essere mangiato e che cosa no. La pica può riscontrarsi anche in età adulta, però, e per due principali motivazioni, che hanno entrambe a che fare con l’interazione con gli umani.
Un problema educativo
La prima motivazione è dovuta a un approccio educativo sbagliato da parte della persona di riferimento. Di solito l’umano, nel vedere il cucciolo prendere in bocca qualcosa – per esempio un sasso – si spaventa, temendo che possa inghiottirlo e farsi del male. Spesso reagisce in modo impulsivo ed impetuoso, ordinando con voce secca e dura al cucciolo di sputare, aprendogli la bocca e costringendolo a lasciarlo, magari ribadendo il “no” e alzando la voce. Per i cuccioli, ancora in fase di apprendimento, l’oggetto in bocca acquista dunque un ulteriore valore, diventa qualcosa di prezioso da conservare, e la tentazione è quella di chiudere la bocca e ingoiarlo per tenerlo ed evitare che gli venga sottratto. Un comportamento che il cane può mantenere anche da adulto.
Richiesta di attenzioni
La seconda motivazione per cui il meccanismo naturale della pica emerge è legata sempre al comportamento dell'umano di riferimento, nello specifico alle attenzioni che dà al cane. Vedendo la reazione che la persona ha quando il cane prende in bocca un sasso (per esempio), e dunque capendo l’immediata attenzione su di sé, il cane potrebbe iniziare ad andare in cerca di sassi o altri oggetti per stimolare appunto l'interesse del suo compagno umano: il sasso diventa uno strumento, così, e come tale viene usato.
Ansia e stress
A queste due motivazioni di natura prettamente educativa/formativa si aggiungono poi i comportamenti patologici compulsivi, strettamente legati alle emozioni: il cane mangia sassi perché è annoiato, frustrato o in forte stato di stress, magari in depressione perché non riesce a sfogare la propria energia e la necessità di esplorare.
Cosa fare se il cane mangia i sassi?
La prima cosa da fare è la diagnosi, per individuare le cause che lo spingono a farlo e se sono patologiche o comportamentali. Nel caso del cucciolo che mangia i sassi perché li considera "preziosi" – ma anche del cane adulto che ha sviluppato questa abitudine da cucciolo – è necessario innanzitutto modificare il modo in cui gli si insegna che cosa è bene mangiare e cosa no: niente urla, sgridate né apertura forzata della bocca. E' meglio attivare una collaborazione, offrendo al cane un oggetto alternativo più adeguato. L'ideale è stimolare l'interesse del cane, attirando la sua attenzione sull'oggetto alternativo (in commercio ce ne sono molti che non causano danni se ingeriti) e offrirglielo per spingerlo ad abbandonare il sasso senza percepirlo come una forzatura. Stesso atteggiamento si può adottare quanto il cane mangia i sassi nel tentativo di attirare l'attenzione.
Nel caso in cui l'ingestione dei sassi dipenda invece da stress, ansia o depressione e sia un comportamento compulsivo, l'approccio è differente perché è sintomo di una qualità della vita inadeguata, e che va necessariamente modificata. È necessario quindi iniziare ad assecondare maggiormente il desiderio esplorativo del cane, aumentando per esempio le passeggiate e le occasioni di socializzazione, rafforzando lo scambio e il legame accompagnandolo durante l'esplorazione stessa, osservandolo e intervenendo nel caso in cui prenda un sasso in bocca o vi si avvicini. In questi casi l'ideale è parlare al cane con voce pacata e accompagnarlo a distanza di sicurezza, premiandolo poi con uno snack e una carezza di conforto.