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5 Ottobre 2024
9:00

Perché il cane fa pipì dopo un rimprovero e cosa vuole comunicarti

Si tratta di una caratteristica che appartiene a cuccioli e cuccioloni che non hanno ancora raggiunto la maturità e a cani anziani, ma può accadere - anche se più di rado - in soggetti adulti particolarmente emotivi, remissivi e insicuri.

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L’urina è un mezzo di comunicazione per il cane, può essere usata anche come tentativo di calmare il prossimo e se stesso o esprimere una forte emozione sia positiva che negativa. Infatti può capitare che un cucciolo, o un cane adulto particolarmente emotivo, faccia pipì davanti a una forte gioia o un episodio che l’ha spaventato o scosso emotivamente.

In generale è una caratteristica che appartiene a cuccioli e cuccioloni che non hanno ancora raggiunto la maturità e a cani anziani, ma può accadere – anche se più di rado – in soggetti adulti particolarmente emotivi, remissivi e insicuri.

Cos’è la pipì emotiva?

Alcuni cani, quando si emozionano, rilasciano le tensioni vissute fino a un attimo prima proprio facendo la pipì. È quasi un riflesso incontrollabile.

La pipì emotiva appartiene spesso ai cuccioli che, data la loro tenera età, non sono ancora padroni del controllo della vescica, specialmente quando le emozioni prendono il sopravvento. Accade anche ai cani anziani che, data l’età, potrebbero avere problemi di incontinenza.

La minzione emotiva può avvenire sia per un picco di emozioni positive che negative e, in base alla situazione e quindi all’emozione provata, sarà accompagnata da una serie di altri segnali corporei e vocali che ci aiuteranno a leggere lo stato emotivo del nostro cane.

Può accadere anche che un cane adulto sia incline ad usare la pipì come scarico tensivo. In genere però si tratta di soggetti particolarmente insicuri, ansiosi e remissivi che possono aver subito dei traumi nel corso della loro vita o una scarsa socializzazione con ambiente e persone. In questo caso consiglio l’intervento da parte un istruttore cinofilo.

In alcune situazioni, ad esempio, i cani manifestano questo comportamento se soffrono di ansia da separazione e, una volta tornato il pet mate, provano una gioia incontrollabile.

Non si tratta di un bisogno fisiologico di fare pipì ma di una risposta comportamentale che si trova in linea con l’etogramma del cane (soprattutto dei cuccioli). Fido non rilascerà una quantità grande di urina, ma si tratterà giusto di una spruzzata in questo caso.

Cosa significa quando il cane fa pipì dopo un rimprovero

Ogni situazione è a sé e per analizzare il motivo per cui un cane dopo un rimprovero fa pipì, bisognerebbe sapere come è stato fatto, qual è il motivo scatenante e il grado di intensità con cui viene espresso al cane.

Ad esempio: avete beccato il vostro cane in flagrante mentre sta combinando una marachella in casa. Vi inalberate e lo sgridate con veemenza, magari assumendo una postura del corpo minacciosa, piegandovi su di lui, con il dito indice puntato. In questo caso se il vostro fedele compagno è un soggetto solido, assorbirà la “lezione” e poi si farà una bella scrollata per rilasciare tutta la tensione che gli avete trasmesso. Se invece avete di fronte un cane timido, insicuro, tendenzialmente preoccupato, sensibile e particolarmente remissivo, durante il rimprovero potrebbe urinare.

Non si tratta di un bisogno fisiologico ma di una risposta comportamentale remissiva. Infatti potrebbe essere accompagnata da alcuni segnali remissivi come una postura rannicchiata, bassa o che porta il cane addirittura a spanciarsi esponendo così il ventre, la sua parte più delicata, per cercare di calmarvi. Altri segnali calmanti potrebbero essere leccarsi le labbra e girare la testa lateralmente in modo tale da non avere un contatto visivo diretto.

In questo caso Fido vi sta mandando chiaramente un messaggio di non belligeranza: potrebbe essere un tentativo di calmarvi e di auto calmarsi, una manifestazione della sua innocenza e un modo per esprimere la paura dovuta all'intensità del rimprovero.

È sbagliato rimproverare un cane?

Vorrei ora portare l’attenzione sul rimprovero in sé, che può essere utile solo se Fido è stato colto nel momento in cui ha compiuto il comportamento a noi non gradito. Anche solo pochi minuti dopo, infatti, l’efficacia si perde e il valore del nostro redarguirlo assume tutt’altri connotati che potrebbero accrescere invece la frustrazione del cane che ci vede arrabbiati con lui senza capirne il reale motivo. Inoltre nel fargli la  “cazziata” si deve tener conto del soggetto che si ha davanti e modularsi di conseguenza.

Se un cane adulto arriva ad urinare quando viene rimproverato, significa che è molto sensibile e con una personalità tendenzialmente remissiva e potrebbe anche aver subito dei traumi nel corso della sua vita. Non c’è dunque bisogno di usare toni eccessivamente imperativi o accanirsi: si rischia  di incrinare il rapporto e la fiducia che il cane ripone in noi.

La ramanzina, e vale sempre ciò che sto sottolineando adesso, non deve avere come obiettivo quello di spaventare il cane, facendogli provare paura nei nostri confronti. Deve invece essere utile per comunicare in modo autorevole (e non autoritario) che ci sono delle regole all’interno della quotidiana convivenza che vanno rispettate per il benessere di tutti.

Inoltre un giusto e sano “no” comporta anche l’indicazione di un’alternativa valida che può anche essere strutturata nel tempo con l’aiuto di un educatore/istruttore e che va di pari passo al cercare di comprendere le motivazioni reali che si trovano sotto la manifestazione del comportamento sgradito.

Un altro esempio può rendere tutto più chiaro: se sorprendete il vostro cane a rosicchiare l’angolino di un mobile non sarà sufficiente e funzionale un rimprovero. Alla base di questo comportamento ci possono essere delle motivazioni più o meno profonde che possono andare dal desiderio di masticazione fino a un grande stato di disagio e ansia.

Se non cambiate qualcosa nella vostra routine in modo tale da appagare in altro modo il cane, non sarà utile cercare di inibire tramite una sgridata il comportamento sgradito. Nel caso specifico, si potrebbero iniziare a inserire dei buoni masticativi da somministrare a Fido nei momenti morti, unito alla strutturazione di una routine che comprenda il giusto tempo da dedicare ad attività in esterno.

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Martina Campanile
Istruttrice cinofila
Sono istruttrice e riabilitatrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico, mi occupo di mediare nella relazione tra cane e umano: sin da piccola è un tema che mi ha affascinato e appassionato. Sono in continuo aggiornamento e penso che non si smetta mai di imparare, come mi insegna ogni giorno Zero, un meticcio sardo che è il mio compagno di vita.
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