L’impatto devastante della pandemia da COVID19 causata dal virus SARS-CoV-2 evidenzia le conseguenze estreme sulla salute pubblica che possono derivare dalle zoonosi, cioè infezioni o malattie che possono essere trasmesse direttamente o indirettamente dagli animali all'uomo. Diversi studi hanno dimostrato che quando un virus viene trasmesso dai pipistrelli agli esseri umani, può essere più pericoloso per quest'ultimi rispetto a quando il virus si trasmette ad altri mammiferi.
Un gruppo di biologi ed evoluzionisti dell'Università di Chicago, dell'Università di York, dell'Università della California, di Berkeley e dell'Università di Exeter spiega il perché di questi effetti evidenziando i motivi per i quali certi virus trasmessi dai pipistrelli sono immuni per quest'ultimi, ma potenzialmente letali per l'uomo. I risultati dello studio sono stati pubblicati su PLOS Biology.
È ben noto che esistono numerose malattie e infezioni che possono essere trasmesse dagli animali all'uomo, ma ancora più sorprendente è la varietà di effetti che queste patologie possono causare in diverse specie. I pipistrelli possono trasmettere vari virus agli esseri umani, ma ciò che li distingue è la loro straordinaria capacità di sopravvivere agli effetti devastanti che tali virus possono avere sulle altre specie. Ora, grazie alla meticolosa ricerca condotta da un team di scienziati, abbiamo una comprensione più chiara di questo fenomeno: tutto ruota intorno alla loro innata capacità di tollerare le infiammazioni.
Per giungere a questa conclusione, il gruppo di ricerca ha inizialmente raccolto informazioni da precedenti studi che esaminavano come vari virus, trasmissibili dai pipistrelli all'uomo, influenzassero il sistema immunitario di questi piccoli mammiferi. Successivamente, hanno utilizzato queste informazioni per creare un modello matematico che illustrasse come un virus ottimizzi le sue possibilità di sopravvivenza. Questo avviene attraverso una strategia equilibrata che combina la capacità di trasmettersi da un ospite all'altro con il livello di pericolosità che esso rappresenta per l'ospite stesso, cercando di garantire una diffusione efficace prima che l'ospite muoia.
Dall'analisi dei dati, è emerso che una caratteristica distintiva dei pipistrelli, ossia la loro abilità di volare, è strettamente collegata alla loro notevole tolleranza alle infiammazioni scatenate dai virus, in quanto ha permesso loro di sviluppare numerosi meccanismi, unici nel loro genere, in grado di mitigare l'infiammazione derivante dall'intenso processo fisiologico e sforzo fisico che il volo richiede.
Questo spiega perché gli esseri umani risultino così suscettibili alle infezioni virali. La ragione principale è che il nostro corpo ha una minore capacità di contrastare gli effetti collaterali delle infiammazioni causate dalle infezioni virali. Questa ridotta tolleranza si traduce in sintomi più gravi, come ad esempio l'insufficienza respiratoria dovuta a disfunzioni polmonari.
Il gruppo di ricerca ha proseguito la propria indagine coinvolgendo ulteriormente altri 19 mammiferi, approfondimento avente lo scopo di comprendere meglio l'impatto potenziale della trasmissione di un ipotetico virus da tali mammiferi all'essere umano in generale. I risultati fanno ben sperare: vi sono diverse ragioni per ritenere che le probabilità siano basse per quanto riguarda la diffusione di virus altamente letali dai pipistrelli o da altre specie di mammiferi all'uomo. Tuttavia, questo studio ci ha anche messo in guardia sulla vulnerabilità umana di fronte a virus trasmessi da pipistrelli o altre specie animali. Questa conoscenza è preziosa per guidare futuri sforzi nella prevenzione e nel controllo delle malattie zoonotiche.