La lingua biforcuta dei serpenti ha incuriosito l'umanità per millenni, ed è sicuramente una delle caratteristiche che hanno favorito il forte simbolismo che questi rettili occupano – nel bene e nel male – in quasi tutte le culture umane. Per secoli scienziati e filosofi hanno provato a spiegare il perché di una lingua così strana: secondo alcuni serviva per provare piacere doppio quando si assaggia il cibo, per altri li aiutava a catturare le mosche, mentre per qualcun altro la doppia punta rendeva molto più semplice pulirsi le narici!
Ovviamente nessuna di queste strambe teorie è vera, ma fortunatamente la scienza oggi è riuscita a fornire una spiegazione molto più credibile. La lingua di un serpente è in effetti molto diversa da quella di un mammifero come noi. È molto più sottile, estroflettibile, ed è alloggiata all'interno della glottide. Ma soprattutto, all'estremità si biforca con due punte ben distinte. Il motivo di questa curiosa biforcazione, risiede soprattutto nel fatto che i serpenti non la utilizzano affatto per assaggiare al cibo, ma bensì per "assaggiare" l'aria.
Sulla lingua ci sono infatti chemiorecettori ultrasensibili che i rettili utilizzano per rilevare diversi tipi di sostanze chimiche presenti nell'aria. Dalle tracce lasciate da possibili prede, ai feromoni rilasciati da un eventuale partner. In effetti potremmo dire che la lingua biforcuta serve più per "annusare" che per "assaggiare", per questo la tirano fuori e la agitano nell'aria in continuazione. Dopo aver catturato le molecole presenti nell'aria, poi, queste vengono trasferisce all'organo vomeronasale o organo di Jacobson situato in bocca, che infine le analizza.
Okay, ma perché è biforcuta? Avere due punte risulta particolarmente vantaggioso per stabilire, con maggiore precisione, da quale direzione viene la traccia chimica: se da destra o da sinistra. Inoltre, due punte raddoppiano la superficie di contatto tra la lingua e l'aria, consentendo così una capacità di rilevamento delle molecole nell'aria ancora maggiore. La lingua biforcuta, consente quindi di individuare prede, riconoscere compagni ed esplorare l'ambiente circostante in maniera particolarmente efficace ed per questo che i serpenti non sono gli unici animali ad averla.
La lingua biforcuta è infatti una caratteristica comune a tantissimi squamati, il gruppo di rettili di cui fanno parte serpenti e lucertole. Anche la lucertola più grande del mondo, il drago di Komodo, ha una lingua biforcuta, tuttavia non è chiaro quando e come si sia evoluta per la prima volta questa particolare lingua. Nonostante ciò, secondo gli scienziati la lingua biforcuta potrebbe essersi evoluta negli squamati in maniera indipendente almeno un paio di volte, se non addirittura quattro.