Il gioco è un comportamento piuttosto diffuso in natura, soprattutto tra i mammiferi, ma non solo. La sua funzione, secondo la maggior parte delle evidenze e delle teorie, è quella aiutare i giovani animali a sviluppare alcune delle abilità fondamentali per la vita adulta, come per esempio la caccia. Ora, un nuovo studio recentemente pubblicato su Frontiers in Ethology, aggiunge un ulteriore elemento che fornisce ulteriori interessanti spunti per la comprensione del gioco negli animali: nei pulcini dei polli domestici i maschi giocano molto di più delle femmine.
È la prima volta che viene dimostrata una netta differenza tra i sessi nella propensione al gioco, ma perché ciò accade? Secondo gli autori, per capirlo bisogna andare indietro nel tempo e partire dalle origini di galli e galline domestiche che tutti conosciamo. I nostri polli (Gallus gallus domesticus), infatti, non sono altro che la forma domestica del gallo bankiva (Gallus gallus), specie ancora diffusa allo stato selvatico in buona parte dell'Asia meridionale, dove si trovano anche altre specie simili di galli selvatici con cui in nostri polli sono stati incrociati a partire da circa 8.000 anni fa.
In tutte queste specie esistono differenze molto marcate tra i sessi, sia in termini di aspetto esteriore e dimensioni che comportamentali. E anche il fatto che i pulcini maschi mostrino queste disparità nel gioco, impegnandosi di più sia in quello sociale che con gli oggetti, rientra perfettamente all'interno di questo marcato dimorfismo sessuale che avranno una volta diventati adulti. I risultati, suggeriscono quindi che per i maschi il gioco può essere molto utili ad aiutarli a sviluppare e a mettere in pratica tutti quei comportamenti sociali e territoriali degli adulti che nelle femmine sono assenti.
In una specie come il pollo, che sia domestico o selvatico, sono infatti soli i maschi a competere tra loro per conquistare i territori e per attirare il maggior numero possibile di femmine. È perciò abbastanza logico da un punto di vista biologico ed evolutivo che siano soprattutto loro a impegnarsi di più nei giochi sociali quando sono piccoli. Fare pratica da pulcini, li aiuterà quindi a sviluppare tutte quelle abilità sia fisiche che sociali che saranno indispensabili una volta diventati adulti per riprodursi e competere con gli altri maschi.
Questo studio, coordinato dai ricercatori dell'Università di Linköping in Svezia, aggiunge quindi un nuovo e importante elemento per la comprensione della funzione e dell'evoluzione del gioco negli animali. Tuttavia, dimostra anche che c'è ancora molto da approfondire e da scoprire, per esempio quali siano i meccanismi neurobiologici e genetici coinvolti nel gioco, quanto siano diffuse queste differenze tra i sessi anche in altre specie e soprattutto sugli effetti che hanno nello sviluppo delle capacità cognitive di maschi e femmine una volta diventati adulti.