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9 Gennaio 2023
16:15

Perché i pipistrelli stanno scomparendo dove ci sono pale eoliche

Un nuovo studio conferma come le turbine eoliche abbiano un impatto negativo sui pipistrelli, che tendono il più possibile ad allontanarsi da esse.

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Se è vero che le pale eoliche sono un'ottima alternativa ai combustibili fossili, dall'altro diversi studi confermano come possono essere un pericolo per la fauna selvatica. A riguardo oggi ci viene offerta da alcuni ricercatori finlandesi una nuova evidenza sulla loro influenza negativa sugli animali: secondo gli studiosi i pipistrelli che abitano le foreste boreali si tengano ben alla larga da queste enormi strutture.

Eppure l'eolico sembrava essere la soluzione a molti dei problemi degli ultimi anni, specialmente con la guerra in Ucraina che ha fatto salire il prezzo del gas alle stelle e la necessità dei paesi europei di velocizzare al più presto la transizione energetica a fonti rinnovabili. Più passano gli anni, però, e maggiori sono le difficoltà che si riscontrano nell'istallare generatori così grandi in natura. Stiamo parlando di imponenti cilindri metallici che possono raggiungere un'altezza compresa fra i 30 e i 120 metri spesso disposti in fila per centinaia di chilometri. Proprio contro questi generatori, come piccoli Don Chisciotte del mondo naturale, devono combattere tutti i giorni uccelli, pipistrelli e altri animali.

Ecco perché i ricercatori dell'Università di Turku e Helsinki hanno registrato l'attività acustica dei pipistrelli per un'intera estate in sette parchi eolici situati in foreste della costa occidentale della Finlandia. Hanno posizionato registratori a distanze variabili dalle turbine eoliche constatando come avvicinandosi a esse fosse minore l'attività dei pipistrelli. Hanno quindi pubblicato i risultati sulla rivista Landscape and Urban Planning.

Quale effetto hanno le turbine eoliche sui pipistrelli

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Eptesicus nilssoni, foto di Mnolf via Wikimedia Commons

Lo studio finlandese aiuta a chiarire un aspetto ormai noto a molti esperti cercando di definire quale sia la distanza massima alla quale un pipistrello può sostare senza essere disturbato. I ricercatori hanno esaminato, in particolare, due gruppi di pipistrelli: il serotino di Nilsson (Eptesicus nilssonii), che è la specie più comune in Finlandia, e alcuni pipistrelli del genere Myotis.

I loro risultati hanno dimostrato come la presenza dei pipistrelli sia influenzata dalle turbine eoliche e, infatti, spesso questi mammiferi alati venivano trovati più lontano dalle costruzioni rispetto ad altri animali. I serotini di Nilsson sono stati respinti fino a 800 metri dalle turbine, mentre per quelli del genere Myotis l'impatto è stato ancor più negativo con distanze percorse di più di un chilometro.

Purtroppo non è ancora chiaro se i pipistrelli evitano le turbine eoliche stesse o la zona circostante. È normale, infatti, che all'istallazione di una turbina si accompagnino deforestazioni, costruzioni di strade e creazione di cantieri e potrebbe essere l'insieme di tutto questo a impattare maggiormente sul comportamento degli animali. In ogni caso è chiaro come sia necessario fornire in fretta spiegazioni precise al motivo per cui i pipistrelli tendono ad evitare i parchi eolici, spiegazioni che ad oggi sono solo supposizioni.

Infatti, è stato proposto che oltre al disturbo causato dai lavori di costruzione del parco, le pale eoliche possono influenzare negativamente gli animali con il loro rumore e illuminazione oppure possono avere un forte impatto sugli insetti, le principali prede dei pipistrelli. Questi studi dovranno essere fatti il prima possibile poiché ogni anno vengono costruiti o pianificati sempre più parchi eolici. Al momento, ad esempio, fino al 7% della superficie totale in Finlandia è influenzata dalla presenza di turbine eoliche esistenti o previste.

Quello dell'impatto dell'eolico sulla fauna, dunque, è un problema che andrà risolto al più presto poiché, nonostante la produzione di energia pulita sia estremamente necessaria, la protezione della biodiversità non può essere messa al secondo posto. I pipistrelli, infatti, non sono gli unici animali minacciati da queste opere ingegneristiche e un esempio ci viene fornito da uno studio pubblicato sulla rivista Marine Environmental Research che mette in evidenza come il loro impatto possa essere negativo anche per animali non volanti. Secondo i ricercatori il rumore delle turbine può portare ad alterazioni del comportamento alimentare del  calamaro atlantico (Doryteuthis pealeii), una specie chiave nell'ecosistema marino. La specie ha bisogno di cibarsi molto frequentemente a causa dell'alto tasso metabolico e la minor predazione può causare quindi, nel lungo termine, una riduzione della popolazione.

Dunque, se da un lato installando questi "generatori di energia verde" facciamo un passo in avanti nei confronti di una transizione energetica sostenibile, dall'altro facciamo un passo indietro nei confronti della conservazione della biodiversità. È il caso di Sid, ad esempio, un giovane capovaccaio nato in cattività e liberato in natura nel maggio 2022, gravemente menomato da una turbina eolica in Basilicata. L'animale faceva parte di un programma del Centro Rapaci Minacciati che sta portando avanti ormai da diversi anni un programma di ripopolamento per il capovaccaio, il Progetto LIFE Egyptian vulture, basato su esemplari nati in cattività e poi reintrodotti in natura. 

La soluzione in questo caso, però, n0n è eliminare completamente le turbine, ma studiare meglio la natura per comprendere come le nostre opere impattino su essa il meno possibile. Una speranza per il futuro dell'eolico in tal senso potrebbero essere una tecnologia sviluppata nell'ultimo decennio: la produzione di energia offshore da fonti rinnovabili. Questa consiste nella collocazione di turbine in mare aperto per permettere di sfruttare la maggiore intensità dei venti presenti al largo e, sebbene comunque ci sarà un impatto sulla biodiversità marina, potrebbe essere una valida alternativa che consentirebbe di creare parchi eolici più piccoli e, di conseguenza, meno impattanti.

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