Appena fuori dalla nostra finestra si sta consumando una strage che sembra ormai inarrestabile: i passeri stanno letteralmente sparendo dalle nostre città e dalle nostre campagne. Per millenni, i comuni passerrotti che tutti abbiamo osservato almeno una volta sui davanzali o tra i tavolini di un bar hanno seguito l'uomo in giro per il mondo, imparando ad adattarsi di città in città e diventando simbolo indiscusso dell'avifauna urbana di successo.
Qualcosa negli ultimi decenni sta però cambiando e di passeri in giro se ne vedono sempre meno. Le cause di questo declino non sono del tutto chiare, ma ornitologi e conservazionisti stanno provando a correre contro il tempo per capirci qualcosa in più, perché la crisi sta colpendo indistintamente un po' tutte le specie di questa famiglia e sembra essere particolarmente grave proprio qui in Europa. Secondo il British Trust for Ornithology, tra i primi a lanciare l'allarme, in Gran Bretagna le popolazioni di passere europee (Passer domesticus) sono crollate di quasi il 71% a partire dal 1977.
Il calo per questa specie, in Italia presente solo lungo l'Arco Alpino, sembra essere generale e diffuso un po' in tutto il territorio europeo: secondo l'IUCN, in tutta Europa e in appena tre generazioni (14 anni), la popolazione è diminuita almeno del 10%. Ci sono numerose ipotesi dietro la sparizione dei passeri dall'Europa occidentale, ma la maggior parte di queste possono essere ricondotte a un unico denominatore: le nostre città stanno crescendo e si stanno evolvendo troppo velocemente, a ritmi insostenibili per i piccoli passeriformi.
Le città sono state per lungo tempo l'habitat ideale per i passeri, uccelli estremamente adattabili che in ambiente urbano hanno sempre trovato cibo e cavità in cui costruire i nidi in abbondanza. Proprio questi due elementi, però, sembrano essere spariti di punto in bianco, o perlomeno stanno iniziando a mancare un po' in tutta Europa. Cambiamenti drastici nelle pratiche agricole, come l'uso crescente di pesticidi ed erbicidi o la semina autunnale di cereali, hanno portato a una diminuzione di cibo, sia per gli adulti (prevalentemente granivori) che per i giovani, che invece vengono nutriti con insetti e altri invertebrati, ormai diventati animali rari dove c'è l'uomo.
In città e in campagna è sempre più difficile anche trovare cavità e anfratti tra le tegole o tra gli edifici, fondamentali per costruire e allestire il nido. I restauri di ruderi ed edifici storici, così come l'architettura moderna, non lasciano spazio a fori, cavità e buchi nelle pareti, e per i passeri è sempre più complicato trovare un posto dove nidificare. Come se non bastasse, a queste minacce vanno aggiunte poi i sempre più crescenti livelli di inquinamento che abbassano il successo riproduttivo e la sopravvivenza dei giovani, come dimostrato da uno studio recente pubblicato su Ecological Applications, e la competizione per il cibo o la pressione predatoria sempre più serrata con altri uccelli recentemente arrivati in città, come gabbiani, corvidi e rapaci.
Fortunatamente, per i passeri europei l'estinzione a livello globale al momento è un'ipotesi piuttosto remota. Questa specie gode di un'areale enorme, che si estende dall'Europa, al Nord Africa all'Asia, passando per numerose altre zone del mondo (come Nord e Sud America, Australia e Africa meridionale), dove i passeri sono stati introdotti accidentalmente dall'uomo. Con circa 1,6 miliardi di individui stimati, la passera europea resta l'uccello più comune e abbondante al mondo, ma come detto il declino riguarda non solo questa specie ed è molto più allarmante soprattutto per quelle con una distribuzione enormemente più limitata.
Tra queste c'è la passera d'Italia (Passer italiae), specie gemella di quella europea e con un'ecologia e una biologia quasi del tutto sovrapponibile, incluse purtroppo le minacce. Diffusa quasi esclusivamente in Italia, anche questo passero sta scomparendo rapidamente dalle nostre città, ma in virtù dell'areale ristretto è considerato in serio pericolo di estinzione. L'IUCN l'ha infatti inserito nella categoria Vulnerabile all'interno della sua Lista Rossa delle specie minacciate di estinzione.
Le cose per i passeri urbani si stanno mettendo davvero male e mentre ornitologi e scienziati stanno ancora cercando di capire appieno i motivi di questa strage, poco o nulla si sta facendo per contrastare questo declino. Ciò che potrebbe aiutare a salvare queste specie, potrebbe essere però ripensare il modo in cui viviamo e progettiamo le nostre città, ormai veri e proprio ecosistemi urbani. Promuovere un'architettura più amica della biodiversità, con l'apertura di cavità storiche o l'installazione di cassette nido, sarebbe di sicuro giovamento non solo per i passeri, ma anche per tutte quelle altre specie che delle nostre metropoli hanno ormai fatto la loro casa, come pipistrelli, rondoni e tante altre.
È da qui che con tutta probabilità passerà il futuro di questi animali, da millenni al nostro fianco e ora messi in pericolo proprio da quelle città che ne hanno decretato il successo, oggi non più così ospitali.