Un nuovo studio pubblicato recentemente su Nature sta aiutando gli scienziati a comprendere meglio come mai i nostri capelli e i peli diventano grigi con l'avanzare dell'età. Secondo gli scienziati, questo cambiamento sarebbe legato alla perdita di funzionalità delle cellule staminali coinvolte nella produzione del pigmento che dà ai peli il loro caratteristico colore.
Lo studio è stato effettuato da un team composto da diversi scienziati della Grossman School of Medicine della New York University ed è stato commentato sempre sulle pagine di Nature anche da William Lowry, biologo specializzato nello studio dei follicoli piliferi presso l'University of California di Los Angeles.
Secondo questi scienziati, le cellule staminali che fin dalla nascita aiutano a produrre i peli all'interno dei follicoli piliferi, colorandone i tessuti grazie ai melanociti (ovvero le cellule che contengono i pigmenti colorati), giunte ad una certa età interrompono bruscamente il loro lavoro, rendendo i capelli, ma anche i peli della barba e dei baffi, bianchi, per via dell'assenza della mancata produzione di pigmento.
Per verificare questa ipotesi, Qi Sun e Mayumi Ito Suzukim, due dei principali autori dello studio, hanno studiato le pellicce di alcuni topi dall'età avanzata, i cui follicoli piliferi non erano più in grado di sintetizzare il pigmento. Questi topi erano grigi per colpa della senescenza che aveva colpito proprio le cellule staminali presenti all'interno del follicolo pilifero.
Per capire in che modo l'invecchiamento influenza la colorazione dei peli, dobbiamo però approfondire come lavorano queste cellule staminali. Esse sono infatti delle cellule immature e non specializzate, ovvero ancora capaci di differenziarsi e di produrre un elevato numero di copie di se stesse per coprire rapidamente la superficie di un pelo o di un capello in formazione. Quando vanno incontro però alla maturazione cellulare, queste diventano poi melanociti, e cioè le cellule che producono pigmento che dà il colore ai peli.
Mentre la maggior parte delle cellule immature si trasformano definitivamente in melanociti, alcune conservano la capacità di tornare alla condizione di partenza, rifornendo così il follicolo pilifero di nuove cellule staminali capaci di auto-replicarsi. «Per queste cellule, essere in grado di scivolare tra i due stati di maturazione cellulare (staminale e melanocita, ndr) è necessario affinché i capelli continuino a mantenere il loro colore – hanno spiegato Sun e gli altri esperti, chiarendo che è proprio – la perdita di elasticità da parte delle stesse a interrompere la produzione di staminali e a rendere i peli meno giovani, poco lucenti e dall'aspetto poco sano».
In linea di principio, proprio questo fenomeno che coinvolge le cellule staminali nei topi può far diventare grigi anche i capelli umani. L'ingrigimento progressivo dei capelli potrebbe però però invertito, suggeriscono i biologi. Inducendo infatti le cellule a ricominciare il loro ciclo vitale e a perdere le caratteristiche morfologiche tipiche di una cellula matura – tramite alcune tecniche mediche ancora in fase sviluppo – gli scienziati affermano che è possibile restituire il colore ai peli, ringiovanendo le cellule presenti alla base dei loro follicoli.
Questo nuovo studio segue inoltre la direzione intrapresa da un altro campo di ricerca, come dimostra una ricerca che qualche anno fa ha presentato una tecnica in grado di far rinfoltire la pelliccia dei topi che l'anno persa a causa di malattie o per l'età avanzata. È presto però per affermare con certezza che su riuscirà a trovare soluzioni all'ingrigimento e alla perdita dei capelli, ma sono gli stessi esperti a dichiararsi fiduciosi nello sviluppo di un nuovo filone di ricerca che quantomeno permetterà di comprendere alcuni fenomeni ancora misteriosi che colpiscono i capelli durante l'invecchiamento.