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23 Aprile 2023
9:00

Perché i gatti si avvicinano a me?

Cosa spinge un gatto ad avvicinarsi a una persona? E perché alcune persone attraggono più di altre? Un tempo si pensava che si avvicinassero per il cibo, ma la gola spiega solo una parte (minima) della storia.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Curiosi ed interessati a tutto ciò che riguarda il contesto in cui vivono, i gatti hanno a volte delle modalità sorprendenti di interagire con le persone che incontrano. Talora possono mostrarsi intraprendenti al limite dell’invadenza, altre volte, malgrado gli sforzi profusi per invitarli, fatto le vocine carine, mostrato lo slow blinking come letto in rete, persino allungato degli snack succulenti, sembrano decisamente restii a dare confidenza e se ne restano volentieri per fatti loro.

Quali sono gli elementi che spingono un gatto ad avvicinarsi a una persona? E perché alcune attraggono più di altre? Un tempo si pensava che l’avvicinamento fosse solo una richiesta di cibo, ma – senza negarne l’importanza – la gola spiega solo una parte (minima) della storia.

Sei un estraneo penetrato nel suo territorio

Un gatto potrebbe decidere di approcciarsi perché sei entrato nella casa in cui vive, in un territorio che presidia e ha interesse a conoscerti per farsi un’idea di chi tu sia. Alcuni possono presentarsi da subito curiosi ed entusiasti ed avvicinarsi a coda alta, altri potrebbero farlo un po’ più timidamente ma tutti avranno l’obiettivo di capire chi è questo straniero che è appena comparso sul loro orizzonte.

Hai addosso odori attraenti

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Un altro motivo che potrebbe spingere un gatto ad avvicinarsi è legato alla loro enorme curiosità olfattiva: le molecole odorose viaggiano nell’aria e sono in grado di intercettare il naso del gatto anche a distanza. A questo punto il micio può venirti vicino per annusarti direttamente e questo è vero soprattutto se gli odori che porti addosso sono riconducibili a tracce di feromoni che lui ispezionerà esibendo il gesto del flehmen.

Puoi soddisfare le sue aspettative

Questo è ciò che capita a molti tutori o tutrici di colonia felina che, quando portano da mangiare ai loro protetti, vengono avvicinati anche da quei gatti in altre situazioni “intoccabili”. Mici che danno a chiunque distanze importanti, sembrano trasformarsi in tanti piccoli soldatini che seguono con fervore il tutore o la tutrice finché questi non posa per terra il piattino o la ciotola con il cibo. In questo caso il gatto sta seguendo un rituale che conosce bene: sa che quella persona è lì per un motivo preciso, ne riconosce le intenzioni e i gesti e sa prevederne le mosse e, all’interno di questa cornice, è in grado di “rilassarsi” e ridurre quelle distanze di sicurezza che normalmente si darebbe.

Appari rassicurante

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Può anche accadere che, in una situazione un po’ caotica o incerta, il gatto decida di avvicinarsi all’unica persona che, tra tutte, appare più tranquilla e, quindi, più rassicurante. Apparire “tranquilli” significa che si gesticola poco, si parla con un tono di voce pacato, si evita di entrare direttamente in contatto con il gatto rischiando di invaderlo. Una persona così dà la sensazione di “poterci parlare”… in termini felini, naturalmente.

La paura rende “neutro”

Un aspetto dei gatti che a volte sconcerta soprattutto chi li teme e li terrebbe volentieri a distanza è dato dalla loro tendenza ad approcciare con ostinazione proprio chi… ha paura di loro! Sembra paradossale ma si ricollega con quanto detto al punto precedente: il timore di un gatto può portarci spontaneamente ad evitare il suo sguardo, a stargli a giusta distanza, a “far finta” che non esista. Ma questo può renderci estremamente interessanti per lui perché il nostro fare così riservato lo rassicura, gli dà l’idea di essere davanti ad un essere umano dotato di enorme fair play felino!

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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