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25 Luglio 2024
19:30

Perché i gatti hanno chiazze senza pelo sulle orecchie?

Quelle piccole "stempiature" all'altezza delle orecchie non sono un difetto, bensì potrebbero essere un tratto evolutivo fondamentale per la sopravvivenza ma se non sono da entrambi i lati e in altre zone potrebbero nascondere alcune patologie.

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Validato dalla Dott.ssa Eva Fonti
Membro del comitato scientifico di Kodami
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Osservando il soffice manto dei gatti ci si può facilmente accorgere che in prossimità delle orecchie il pelo si dirada. È un fattore comune in tutti i mici di piccola taglia e si suppone sia addirittura essenziale per la loro evoluzione.

Prima di analizzare il motivo di queste stempiature e capire se è normale che alcuni gatti possano presentare alcune chiazze senza pelo vicino le orecchie (ma in realtà più sulla parte delle tempie) andiamo a vedere com'è fatto il pelo di questi animali e che funzioni ha.

A cosa serve il pelo nei gatti?

Il manto dei gatti è formato da due strati. Quello superiore è più ruvido, ne determina il colore e l’aspetto e si trovano lì dei peli più lunghi definiti “di guardia” che il gatto può alzare. Il sottopelo invece è più fine, fornisce calore e si assottiglia nei periodi più caldi.

Solo alcune zone chiave del corpo del micio rimangono maggiormente scoperte per favorire la pulizia, come gli spazi tra i cuscinetti e nella regione perianale.

Il pelo per i gatti è una naturale difesa fisica: serve a proteggere la pelle sia contro i piccoli traumi (abrasioni, tagli, punture di insetti) sia contro i danni dei raggi UV del sole, prevenendo scottature e dermatiti. Aiuta anche a termoregolare il corpo, fungendo da isolante naturale che protegge sia dal caldo che dal freddo.

Inoltre è utile per la comunicazione (tramite il movimento può esprimere lo stato d’animo del gatto) e per la mimetizzazione nell’ambiente, facilitando la caccia e aiutandolo a rendersi invisibile ai predatori.

Il felino domestico è dotato anche di peli tattili estremamente sensibili come i baffi, che lo aiutano a percepire l’ambiente intorno anche al buio.

Perché non ci sono tanti peli sulle orecchie?

Non c'è ancora una risposta univoca a questo quesito. L’ipotesi più accreditata è che potrebbe essere il risultato della selezione naturale e che abbia a che fare col suono, ovvero con la capacità di percepire gli ultrasuoni emessi dai roditori che sono centrali nella dieta di un gatto. La mancanza di pelliccia aiuterebbe così a focalizzare le onde sonore nell'orecchio o a orientarsi verso la provenienza di quel suono.

Ad accreditare questa teoria c'è il fatto che i grandi felini come tigri e leoni non hanno sviluppato questa chiazza calva: infatti cacciando animali più grandi come le antilopi, la loro selezione non ha accentuato la carenza di pelo nei pressi delle orecchie perché non ne avrebbero avuto bisogno. È invece caratteristica comune di tutti i felini di piccole dimensioni come gatti selvatici africani e linci.

Pelo a chiazze: quando preoccuparsi

Se ci sono però delle chiazze calve sul pelo del gatto, queste possono rappresentare una patologia. La stempiatura infatti, ovvero il lieve diradamento di cui abbiamo scritto finora, è normale solo se presente in egual maniera da entrambi i lati e la pelle sottostante ha un colorito sano e non arrossato.

Nel caso si abbia un diradamento o una vera e propria mancanza del pelo solo in una zona, ad esempio sotto la pancia o alla base della coda, è necessario indagare e approfondire maggiormente perché il gatto potrebbe essere soggetto a dermatite, micosi o presenza di parassiti (pidocchi, pulci o zecche).

Eventuali chiazze senza pelo potrebbero anche essere causate da un eccessivo lambimento da parte del gatto che porterebbe a creare delle zone alopeciche date proprio dallo strofinare lingua.

Anche in questo caso bisogna indagare sul motivo alla base del comportamento che potrebbe nascondere anche una forma di stress dovuta da un dolore occulto.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Martina Campanile
Istruttrice cinofila
Sono istruttrice e riabilitatrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico, mi occupo di mediare nella relazione tra cane e umano: sin da piccola è un tema che mi ha affascinato e appassionato. Sono in continuo aggiornamento e penso che non si smetta mai di imparare, come mi insegna ogni giorno Zero, un meticcio sardo che è il mio compagno di vita.
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