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24 Agosto 2024
16:00

Perché i gatti hanno bisogno della lettiera (ma i cani no)

I gatti che vivono in casa hanno bisogno della lettiera, perché è un luogo pulito e sicuro fare (e poi nascondere) i loro bisogni. I cani invece hanno esigenze diverse.

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Contrariamente ai cani, i gatti che vivono indoor hanno bisogno della lettiera. Quella scatola piena di sabbia, infatti, soddisfa la propensione naturale dei gatti a nascondere le loro feci per evitare di lasciare tracce che potrebbero essere individuate da potenziali predatori o dalle prede. Allo stesso tempo è un luogo pulito, circoscritto e sicuro in cui fare i bisogni. Si tratta dunque di una grande differenza rispetto ai cani, che non hanno questa necessità.

Perché il gatto necessita della lettiera

La prima premessa da fare è che i gatti necessitano della lettiera perché gli esseri umani hanno deciso di tenerli in casa. E siccome in casa non ci sono superfici sabbiose, si è dovuto inventare qualcosa – la cassettina igienica – per consentirgli di fare i loro bisogni in un posto pulito e tranquillo. Va detto che non è una sua necessità: di fatto, se non ci fosse, troverebbe altre superfici su cui eliminare, che disturberebbero però i pet mate. La cassetta è quindi più un'esigenza umana, dettata dalle scelte che noi facciamo sul gatto, non viceversa. Tanto è vero che ci sono gatti, liberi di entrare e uscire di casa in modo indiscriminato, che non usano la cassetta nemmeno se viene loro messa a disposizione.

I gatti sono d'altronde animali territoriali, e tendono a seppellire le loro feci per nascondere il loro odore dai potenziali predatori e dai rivali. Sono inoltre creature molto pulite, che preferiscono fare i loro bisogni in un luogo pulito e appartato. Soprattutto se vivono in casa, l'uso della lettiera li aiuta quindi a mantenere il loro senso di territorio e controllo su uno spazio specifico e a “dividere” le zone degli ambienti che abitano, tenendo separato il luogo in cui fanno i loro bisogni da quello in cui mangiano o riposano.

I gattini imparano a usare la lettiera in maniera innata, se è disponibile, sin dalle tre-quattro settimane di vita, quando la minzione non è più sollecitata dalla madre e iniziano a sentire la necessità di espletare i bisogni e di trovare un substrato cedevole dove seppellirli. Di conseguenza si rende conto da solo, senza intervento umano, che la sabbietta è il mezzo ideale per farlo.

Come mai i cani possono farne a meno?

Di base non esistono motivazioni etologiche per spiegare per quale motivo ai gatti viene imposta la cassetta e ai cani no. Il punto è come noi questi animali vengono gestiti, e quali forzature sono state inserite nella loro vita per rendere la loro gestione comoda per gli esseri umani.

Il lunghissimo processo di domesticazione dei cani li ha visti trascorrere molto tempo all’aperto e cementare una pratica in cui i bisogni venivano appunto fatti all’aperto, senza necessità di avere la lettiera. Allo stesso tempo la domesticazione ha consentito a cani ed esseri umani di comunicare in modo chiaro l’esigenza di uscire per fare i bisogni, rendendo superflua la presenza di una lettiera (che dovrebbe tra l’altro essere di grandi dimensioni) per espletarli.

I cani, insomma, sono abituati a fare i bisogni all'aperto: non è mai stato loro imposto l'uso di una cassetta, anche perché sarebbe poco praticabile e poco igienico, soprattutto con quelli di taglia grande. Eppure anche questa cosa sta cambiando: basti pensare ai toy o ai cani di piccola taglia, a quali viene imposto di fare pipì sulle traversine anche da adulti o addirittura su tappetini d'erba sintetica da tenere in casa. Bisogna piuttosto chiedersi per quale motivo i gatti si sono abituati alla cassetta, contrariamente ai cani, e la risposta è molto semplice: sono più piccoli, e la "forzatura" operata dagli esseri umani su di loro ha funzionato.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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