I gatti bevono molto poco e il motivo è legato alle loro ascendenze, come molte dello loro caratteristiche comportamentali e fisiologiche. Adattati a vivere in regioni desertiche, hanno infatti sviluppato nei millenni una tendenza a non cercare fonti per abbeverarsi, che in effetti nel loro ambiente naturale non si trovavano.
I gatti domestici che mangiano crocchette potrebbero cercare la ciotola con l'acqua più spesso e quindi darvi la sensazione che bevano a sufficienza, ma non sempre è così. Vediamo in modo più approfondito perché bevono poco, quali sono le conseguenze di questa scarsa idratazione e soprattutto come farli bere di più.
Per quale motivo i gatti bevono poco?
L’acqua è considerata non solo il primo, ma il più essenziale dei nutrienti per un organismo. Come spesso dico, però, il gatto non lo sa.
Il gatto ha una regolazione interna del bilancio idrico in generale settato su un moderato stato di disidratazione, perché è un animale evolutosi in luoghi con scarsa o nulla possibilità di accedere all’acqua. Per spiegarlo in modo semplice, la quantità di acqua assunta dipende da diversi ormoni: quando ai sensori presenti nel sistema nervoso centrale il sangue appare troppo denso, ovvero povero d’acqua, questo attiva l’asse ormonale, che include un ormone chiamato vasopressina. Questo ormone a sua volta ha una duplice funzione: dice ai reni di risparmiare acqua, quindi concentra le urine, e al tempo stesso attiva il meccanismo di ricerca dell’acqua stessa.
Per questo uno dei modi più semplici che abbiamo noi medici veterinari per controllare lo stato di idratazione dei nostri pazienti è monitorare la concentrazione urinaria. Urine molto concentrate vogliono dire gatto estremamente disidratato.
Tutto questo meccanismo però nel gatto funziona poco o comunque non in modo ottimale. Il gatto in natura infatti assume la maggior parte dell’acqua necessaria per vivere dalle sue prede, che sono composte anche loro da circa un 60% di acqua. Purtroppo però questa quantità di acqua non è sufficiente per preservare la salute soprattutto dei reni, a maggior ragione se consuma abitualmente cibo secco.
Le conseguenze della scarsa idratazione nei gatti
Quando diciamo che siamo fatti d’acqua non scherziamo: per quel che riguarda il gatto adulto, si stima che circa un 52-67% del peso del suo corpo sia composto d’acqua. Questa percentuale in generale è più alta nei gattini e tende a diminuire con l’età. In questa acqua circolano i nutrienti dell’organismo, avvengono le reazioni chimiche che li compongono e vengono diluite le sostanze di scarto che poi vengono espulse con i reni e tramite l’intestino.
Le conseguenze della disidratazione cronica sono visibili quindi su tutto l’organismo. Un miglior livello di idratazione, infatti, protegge il sistema nervoso centrale, i reni e tutti gli organi interni dall’accumulo di sostanze tossiche, aiutando l’organismo ad eliminarle. La disdratazione cronica al contrario può, soprattutto nel tempo, concorrere a causare patologie croniche come l’insufficienza renale e peggiorare tutti i sintomi di dolore, da quelli dell’artrosi ai viscerali. Migliorare l’idratazione inoltre sembra migliori anche il sistema cognitivo. In sostanza, diciamo che tutta la salute del nostro gatto è legata a quanta acqua assume.
Come invogliare i gatti a bere di più
Come dicevamo sopra, i gatti che mangiano cibo secco in generale sono quelli che vediamo andare a bere più spesso. Ma sono davvero quelli più idratati? Secondo alcuni studi no. Sembra infatti che uno dei metodi più semplici, non tanto per fare bere di più il vostro gatto, ma per mantenerlo più idratato è quello di dare da mangiare solo cibo fresco (cotto o crudo) oppure cibi commerciali umidi. Sfruttiamo in questo modo una parte del meccanismo atavico che fa sì che non cerchino acqua. Ma che fare se questo non basta? Se vogliamo aiutare i reni del nostro gatto, se soffre di calcoli o di altre patologie, potrebbe essere necessario farli bere di più. Vediamo alcuni trucchi sperimentati:
- Aggiungere piccole quantità di acqua al cibo: questo trucco funziona poco nel caso in cui il vostro gatto mangi crocchette, che in generale non piacciono bagnate. Ottimo invece nel caso in cui il vostro gatto stia seguendo una dieta fresca, dove potete lasciare i sughetti di cottura o della carne stessa.
- Acquistare una fontanella: scegliete la fontanella che faccia il minor rumore possibile, perché il gatto altrimenti non si avvicinerà e che presenti dei piatti di abbeverata ampi, in modo da non dare fastidio alle vibrisse. Inoltre, ricordate di avere pazienza: il vostro gatto potrebbe averne timore anche per un mese, prima di andarla a provare.
- Preparare un brodo fatto in casa da dare durante la giornata: preparate un brodo blando, con una costa di sedano, un pezzettino di carne e una carota (no cipolla ovviamente, tossica). Una volta pronto, potete congelarlo in piccoli cubetti del ghiaccio, in modo da utilizzarli durante diverse giornate.
- Utilizzare delle acque aromatizzate commerciali: esistono prodotti simili al brodo, ma commerciali, già pronti. Fra i vantaggi c'è la grande appetibilità (anche più del brodo, devo dire), ma visto il costo sostenuto in generale li consiglio in seconda battuta.