Come accade nella nostra specie, anche nei cani ci sono alcuni individui che spiccano più di altri per particolari abilità. I ricercatori dell'Università Eötvös Loránd di Budapest, in Ungheria, hanno creato a tal proposito la Genius Dog Challenge che si occupa di indagare come e se i cani comprendano i concetti di base relativi al linguaggio. Per questo scopo gli studiosi reclutano talenti canini da inserire nei loro esperimenti, che poi trasmettono pubblicamente attraverso dei video. L'ultimo lavoro, pubblicato su Royal Society Open Science, ha dato nuovi importanti indizi sulla capacità di apprendimento delle parole dei cani: i soggetti nello studio sono infatti riusciti a imparare ben 12 nomi di nuovi oggetti a settimana e a ricordarli anche dopo due mesi.
Lo studio: i cani riescono a imparare 12 parole nuove a settimana
I ricercatori, dopo una lunga ricerca durata due anni, sono riusciti a trovare ben sei talenti che già avevano imparato i nomi di almeno 26 oggetti: Max dall'Ungheria, Gaia dal Brasile, Nalani dall'Olanda, Squall dagli USA, Whisky dalla Norvegia e infine Rico dalla Spagna. I cani, tutti Border Collie che vivono in famiglia, sono stati monitorati a distanza attraverso delle telecamere data la loro diversa provenienza e le restrizioni dovuti alla Covid-19.
Nel primo esperimento i ricercatori hanno chiesto ai pet mate di insegnare, attraverso il gioco, in una sola settimana il nome di sei giocattoli nuovi. Dopo questo periodo di tempo, gli studiosi hanno poi testato la loro abilità: hanno chiesto ai pet mate di lasciare i sei nuovi giocattoli a terra, mischiati anche con alcuni vecchi, e di posizionarsi in un'altra stanza. Attraverso la webcam, hanno osservato il pet mate chiedere al cane di prendere un determinato oggetto nuovo per vedere se lo riconosceva. Ogni volta che rispondeva correttamente, il cane veniva premiato.
Gli esperimenti condotti dalla Genius Dog Challenge ©Acquisition and long-term memory
of object names in a sample of Gifted Word Learner dogs, Royal Society Open Science (2021).
Tutti i cani hanno completato con successo l'esperimento, associando correttamente il nome al nuovo giocattolo almeno cinque volte su sei. A questo punto hanno deciso di replicare l'esperimento, chiedendo ai pet mate di insegnare ai cani ben 12 nomi di nuovi giocattoli in una sola settimana. Anche in questo caso i cani hanno risposto correttamente indovinando almeno 11 dei 12 nuovi oggetti.
Infine i ricercatori si sono chiesti se questi nuovi insegnamenti finissero nella memoria a lungo termine e quindi i cani li avrebbero ricordati anche dopo un periodo di tempo più o meno lungo, o se invece venivano dimenticati velocemente. Per verificarlo hanno chiesto ai pet mate di mettere da parte i giocattoli nuovi e ricacciarli solo dopo il lasso di tempo di un mese. Al trentesimo giorno, i pet mate hanno preso casualmente 6 dei 12 giocattoli precedenti e li hanno rimessi a terra per vedere se i cani ricordavano i loro nomi.
Incredibilmente, tutti i cani hanno riconosciuto almeno 5 dei 6 giocattoli, il che ha indotto i ricercatori a spingersi ancora più in là per valutare se i cani riuscivano a ricordare i nomi anche dopo due mesi. Il risultato non è tardato ad arrivare: anche in questo caso i cani ci sono riusciti, dimostrando così una grande capacità di apprendere parole nuove e anche di ricordarle a lungo termine.
L'incredibilità capacità di apprendimento dei Border Collie, ma non solo
I ricercatori suggeriscono che i Border Collie possono essere degli ottimi soggetti nell'apprendimento attraverso il loro pet mate, perché, essendo stati selezionati come cani da pastore, sono molto reattivi e sensibili al comportamento dei loro compagni umani e disposti a collaborare con loro. Non sono però gli unici: questo talento è infatti stato osservato anche negli Yorkshire Terrier e la Genius Dog Challenge ha coinvolto in alcuni esperimenti anche Pastore Tedeschi, Pechinesi e meticci.
L'apprendimento delle nuove parole nello studio inoltre, mostra che questi cani non necessitano di un faticoso e lungo training per imparare le parole nuove, ma al contrario, lo fanno attraverso semplici interazioni con l'altro, così come avviene anche nei bambini umani. Questa ricerca apre ancora di più le porte alla comprensione delle capacità di base relative al linguaggio in una specie diversa dalla nostra e dei processi cognitivi che ne stanno alla base.