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13 Maggio 2023
9:00

Perché i cani seppelliscono le ossa e altri oggetti?

Alcuni cani hanno la tendenza a seppellire oggetti, come ossa, masticativi o giocattoli. Ma per quale motivo lo fanno? Questo comportamento è indice di un qualche tipo di problematica? Proviamo a capirlo.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Alcuni cani hanno la tendenza a seppellire oggetti, solitamente risorse alimentari, ma alle volte anche giocattoli o altro. Per quale motivo lo fanno? Questo comportamento è indice di un qualche tipo di problematica? Dovremmo intervenire in qualche modo oppure no? Parliamo di questo comportamento curioso dei nostri amici a quattro zampe per comprenderlo un po' di più.

L'origine ancestrale del comportamento

Ecco quindi come più o meno si verificano le cose in un contesto naturale. Non tutti i predatori adottano queste strategie, ma molti sì, in fondo le risorse in natura sono preziose e non ci si può permettere di perderne.

Immaginate di essere un predatore che si muove alla ricerca di cibo allontanandosi man mano dalla sua tana. Avete tutti i sensi allertati e ogni rumore, ogni odore viene vagliato alla ricerca di indizi di una possibile preda o fonte di cibo. Camminate per diverse ore, avete provato a catturare qualche piccola preda, ma vi è sfuggita appena in tempo mettendosi in salvo in una tana inaccessibile a voi. Cominciate a sentire la fatica, e il bisogno di trovare una fonte alimentare si fa sempre più impellente. Ed ecco che il vostro sensibilissimo olfatto viene attratto da un intenso odore.

Sollevate la testa verso l'alto e inspirate avidamente l'aria carica di informazioni. Si tratta dell'odore di un grosso animale morto da poco, magari ucciso da un altro predatore. Seguite la scia dell'odore e dopo un paio di chilometri raggiungete una radura tra gli alberi del bosco. L'odore lì è particolarmente intenso. Vi guardate attorno e scorgete qualcosa sporgere da sotto un cespuglio. Si tratta della carcassa di un grosso ungulato. Prima di avvicinarvi vi assicurate che nei dintorni non vi sia qualche altro predatore, magari più grosso di voi. Il vostro stomaco protesta.

Fatte le dovute considerazioni e soppesati i rischi, avanzate cauti verso la carcassa. Quando la raggiungete, guardinghi, le date un'occhiata rapida. Si tratta di un cinghiale. Non deve essere stato abbattuto da molto tempo. In parte è già stato sbranato. Le parti migliori non ci sono più, ma c'è ancora un bel po' di carne sulle ossa. È il momento di abbassare un po' la guardia e mettersi a mangiare a più non posso. In pochi bocconi vi riempite lo stomaco e vi rendete conto che ci sarebbe ancora qualcosa da mangiare, per esempio le ossa sono piene di midollo, ma siete sazi e sarebbe troppo rischioso trattenersi lì ancora, il crepuscolo si avvicina e altri predatori altrettanto affamati potrebbero aggredirvi per contendere quello che resta ancora da mangiare.

Ecco che allora decidete di staccare un grosso pezzo dello scheletro con ancora della carne attaccata e vi allontanate in direzione della vostra tana, che sta a parecchia distanza da lì. Un rapido calcolo vi dice che sarebbe troppo rischioso, nonché faticoso, trascinarsi appresso una risorsa del genere per tutto il bosco. Ma non volete certo abbandonarla alla mercé degli altri, con la scarsità di risorse che c'é. Sarebbe sciocco. Meglio trovare un posto riparato dove nascondere questo bottino per tornare in un secondo momento, quando la fame comincerà a bussare di nuovo allo stomaco e non si troveranno altre prede.

Un tronco caduto, coperto di muschio attira la vostra attenzione. La vegetazione che lo circonda potrebbe fare al caso vostro. Vi avvicinate, vi guardate attorno per capire se qualcuno vi sta osservando. Non sembra esserci nessuno. Poggiate a terra il bottino e con veemenza cominciate a scavare una buca nel terreno proprio sotto al tronco caduto, tra i cespugli fitti di fogliame. La buca deve essere sufficientemente profonda e ampia da poter nascondere totalmente il pezzo di carne e ossa, nulla deve attrarre l'attenzione di un "passante".

Quando la buca è terminata vi adagiate dentro tutto quanto, premete per bene, poi cominciate a ricoprire usando sia le zampe che il muso a mo' di vanga. Siete scrupolosi, quindi, una volta ricoperto per bene il prezioso bottino, premete e compattate la terra che lo ricopre e non volete far vedere che lì c'è della terra smossa, che potrebbe anche essere un indizio per un altro "cercatore" come siete voi. E per finire pensate sia opportuno ricoprire il tutto con della vegetazione, rametti, foglie, pianticelle. Fate qualche passo in dietro, rimirate la vostra opera e prendete nota di alcuni indizi che andranno ad arricchire la vostra mappa mentale, utile per ritrovare l'esatto punto dove avete seppellito il bene prezioso. Sì, siete soddisfatti. Pensate che se un altro predatore passasse da quelle parti difficilmente potrebbe notare il vostro operato e sottrarvi la risorsa. Fate qualche passo e marcate un cespuglio innaffiandolo con la vostra urina. Ora meglio allontanarsi da lì in fretta, non volete essere proprio voi ad attirare l'attenzione…

Proteggere una risorsa per i tempi duri

La competizione è uno dei motori dell'evoluzione, essere abili a farsi delle scorte potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte. Ma non sono solo i predatori che la pensano in questo modo. Per esempio lo scoiattolo rosso (Sciurius vulgaris) è un maestro dell'occultamento delle risorse alimentari in preparazione ai tempi più difficili, come per esempio l'inverno, dove trovare cibo è assai più arduo. Ma anche la ghiandaia (Garrulus glandarius) è un buon esempio di questo comportamento, dimostrando una grande abilità mnemonica nel ricordare centinaia di siti dove ha nascosto un numero esorbitante di ghiande.

Quindi, se questi sono l'origine e lo scopo di un tale comportamento possiamo dedurre che anche i nostri cani, per certi versi, possono pensarla così. Quantomeno alcuni di loro. Infatti non tutti i cani mostrano interesse per un tale comportamento, mentre altri lo mettono in atto ogniqualvolta gli si presenta l'occasione di farlo.

Una spinta motivazionale

Questo tipo di comportamento è sostenuto da una particolare motivazione del cane, che prende il nome di "motivazione criptica" (R. Marchesini). È una vera e propria pulsione che induce alcuni individui, quelli in cui questa motivazione è maggiormente accentuata, a cercare di nascondere certe risorse ovunque reputino opportuno farlo. Il fatto che sia una motivazione propria della specie ci fa capire che questo comportamento può essere messo in atto anche quando di per sé non è necessario. Infatti, nella maggior parte dei casi, i nostri compagni canini hanno tutte le risorse alimentari che gli servono, anche troppe alle volte, e non sperimentano certo la carestia vivendo con noi. E questo spiega anche perché molti di loro non siano proprio abilissimi nell'occultamento, né alle volte nel ritrovare quello che hanno nascosto, spesso dimenticandosene totalmente. In effetti non hanno la necessità di diventare bravi in un tale compito, non ne va della loro sopravvivenza. Ma vedremo che ci sono delle eccezioni.

Sta di fatto che questo desiderio di nascondere può essere esteso a tutto quello che il soggetto reputa essere, per l'appunto, una risorsa. Quindi ci sono cani che nascondono anche oggetti, come palline o pupazzetti a loro particolarmente cari, anche se più di frequente questo comportamento è orientato su risorse di tipo alimentare: ossa, masticativi, ma anche panini secchi. Il fatto è che un individuo con una forte motivazione criptica potrebbe rappresentare per noi un problema, in quanto il luogo migliore dove andare a nascondere qualcosa è generalmente il giardino di casa, che si riempie così di buche e mucchietti di terra smossa, cosa questa che fa innervosire molte persone. Ma in mancanza di un giardino ecco che un cane potrebbe utilizzare, per esempio, il divano, infilando tra i cuscini il suo "tesoro", alle volte nel nostro letto, sotto le coperte che, a suo modo di vedere, potrebbero essere tutti un nascondiglio perfetto. Altre volte si limitano ad accumulare oggetti sotto le copertine nella loro cuccia. Certo non disdegnano di sotterrare i loro tesori anche nei vasi di casa, spargendo terriccio ovunque e causando – alle volte – la prematura dipartita delle nostre preziose piante.

Frustrazione

Indubbiamente la pulsione motivazionale è la principale origine di questo comportamento, ma non sempre il cane lo mette in atto per trarre giovamento dal nascondere qualcosa per ritrovarlo poi in futuro, alle volte potrebbe essere la manifestazione comportamentale di un disagio. Per esempio la frustrazione da noia potrebbe accentuare questa naturale propensione, o il fatto di vivere in un ambiente stressante soprattutto dal punto di vista relazionale. Spesso ciò avviene quando in famiglia ci sono più cani e tra di loro vi sono conflitti o incomprensioni. Ecco che allora per cercare di lenire lo stato di frustrazione un cane potrebbe mettere in atto questo tipo di comportamento per trarre quel lieve senso di appagamento derivante dall'aver fatto qualcosa di buono, a suo modo di intendere.

Ma come per tutte le motivazioni, il senso di appagamento è breve, e se le condizioni frustranti permangono, il cane sarà spinto a ripetere il comportamento in breve tempo, alle volte rischiando di far assumere a tutto ciò i toni di una mania. Per evitare tutto questo è opportuno rivolgersi ad un educatore cinofilo preparato in tali tematiche che possa valutare la situazione generale del cane per comprendere se ci si trova in un range di "normalità" o se si rischia di entrare in un loop stressante. Va da sé che è totalmente inutile "punire" questo comportamento se non si identificano le cause del malessere del cane.

Un possibile rischio

La motivazione criptica può essere collegata anche ad altre due motivazioni che si dicono "sinergiche", ovvero che si accrescono in parallelo con la pratica di quella. Una è la motivazione sillegica, ossia la pulsione a raccogliere qualcosa e portarlo in "tana" o a qualcuno del proprio gruppo familiare. Avrete certamente visto diversi video di cani che non possono fare a meno di rientrare dalla passeggiata nel bosco trasportando un lungo ramo in bocca per poi depositarlo all'ingresso: ecco quello è un esempio di tale pulsione motivazionale. Che poi è quella resa molto spiccata nel gruppo dei Retriever: Labrador, Golden, Chesapeake Bay, insomma tutto il Gruppo 8. I riportatori seriali, potremmo dire.

Ma poi c'è anche un'altra motivazione che potrebbe rafforzarsi, o che potrebbe anche essere la principale spinta per la motivazione criptica, ossia la motivazione possessiva. Questa particolare motivazione spinge un cane a desiderare, a sentire il bisogno di proteggere qualcosa, un oggetto o una risorsa alimentare, alle volte anche il proprio compagno umano, dalla minaccia rappresentata da qualcuno che intende sottrarre loro il "tesoro". Ora, questa motivazione potrebbe essere fonte di parecchi problemi, e se non compresa, anche di incidenti.

Il mio "tesssoro"!

Poniamo il caso di una persona che vive con due cani. Ad un certo punto decide di dar loro un grosso masticativo, uno di quelli che può tenere impegnato il cane per parecchio tempo per intenderci. Immaginiamo che il primo cane afferri il gustoso oggetto e si sdrai in un posticino tranquillo per consumarlo mentre il secondo cane, afferrato il voluminoso masticativo, decida invece di trovargli un bel nascondiglio. Mentre il primo cane si sta gustando il suo, il secondo comincerà a gironzolare per casa alla ricerca del posto adatto dove "seppellire" il suo tesoro, cercando di non farsi vedere dall'altro cane. Ecco che poi prova a metterlo nella sua cuccia. Lo copre con la sua copertina. Fa un passo indietro e osserva quello che ha fatto, ma ha qualche dubbio. Decide allora di riprendere il masticativo e di portarlo da un'altra parte convinto che quello non fosse il nascondiglio migliore.

Prova allora ad infilarlo tra i grossi cuscini del divano. Lo ficca proprio in fondo e si sofferma a rimirare la sua opera. Non ne è proprio convinto, ma non ha molte alternative in casa. Vorrebbe poter uscire, magari andare al parchetto del quartiere e cercare lì un posto migliore. Ma adesso non è possibile, quindi la sua frustrazione sale. Pensa che l'altro cane, che per ora è ancora impegnato a masticare il suo, quando avrà finito, troverà facilmente quello che lui sta cercando di nascondere. La frustrazione comincia a trasformarsi in qualcos'altro, diventa inquietudine. Allora che fa? Decide di presidiare il divano dentro il quale ha nascosto il masticativo: ci si sdraia accanto, facendo "finta di nulla".

Dopo un po' di tempo, nel quale il secondo cane non ha mai lasciato la sua postazione di guardia, il primo cane ha ripreso a gironzolare per casa. È andato a bere un po' d'acqua dalla ciotola comune in cucina e adesso si chiede dove sia il suo compagno. Lo vede sdraiato, con aria indifferente accanto al divano e decide di avvicinarsi a lui per vedere che sta facendo lì… ecco che la motivazione criptica del secondo cane, però, frustrata perché non è riuscito a portare a termine al meglio il suo compito, viene soverchiata da quella possessiva, sempre di più mentre il primo cane si avvicina, ignaro del fatto che il divano sia stato trasformato nello scrigno per il "tesssoro". Ecco che il secondo cane comincerà a segnalare la sua frustrazione al compagno che si avvicina troppo spavaldamente. Solleverà le labbra e comincerà a ringhiare, e probabilmente l'altro non riuscirà a comprendere il perché del suo comportamento, anche se deciderà di non andare oltre rispettando i segnali del suo compagno.

Ora, in questa semplice ricostruzione di un possibile scenario ci sarebbe da chiedersi: quanto tempo il secondo cane rimarrà a protezione del suo masticativo infilato tra i cuscini del divano? Cosa accadrebbe se il primo cane, non comprendendo la situazione, decidesse anche lui di accomodarsi vicino, o sopra il divano? Come sarebbe possibile evitare tutto ciò? Naturalmente si possono fare molte ipotesi che dipendono da una grande quantità di fattori, come per esempio il rapporto che c'è tra i due cani, il loro livello di intesa, le loro caratteristiche individuali e la loro storia pregressa. Non è da escludere anche uno scontro tra i due se le cose dovessero prendere una brutta piega.

Per quanto concerne il tempo di "guardia", potrebbe anche essere molto lungo e frustrante, soprattutto se l'altro cane, trasformatosi in una minaccia, rimarrà nelle vicinanze. In questo caso, spesso, è sufficiente allontanare la minaccia, per esempio facendo andare il primo cane in un'altra stanza, e questo potrebbe già essere motivo di distensione della tensione. A questo punto bisognerà togliere il masticativo dal divano – generalmente la difesa dell'oggetto non include noi – e offrendo un premietto in cambio non dovrebbe essere difficile portare a termine l'operazione. Comunque sia anche questo aspetto ha a che fare con la nostra relazione di fiducia e intesa nei confronti del nostro cane.

Possiamo farlo smettere?

Ma forse la cosa più interessante da considerare è come evitare che ciò accada? In primo luogo possiamo dire che solitamente un cane che ha questa propensione al nascondere le risorse lo fa solo quando è in presenza di un altro cane, quindi se il secondo cane di cui sopra fosse stato in casa da solo probabilmente non avrebbe cercato di nascondere il masticativo. Ma potrebbe anche essere che le dimensioni della risorsa siano il fattore principale a scatenare il comportamento, che ci sia un altro cane o meno. Sapendo questo è meglio considerare di non dare masticativi troppo voluminosi al nostro cane se ha questa spiccata propensione, perché non li mangerebbe e sarebbero per lui solo fonte di frustrazione. Generalmente masticativi molto più piccoli, che richiedono meno tempo per essere consumati, non innescano il comportamento criptico.

Per alcuni cani, invece, una volta che trovano una risorsa, oppure ai quali diamo qualcosa noi, la cosa importante è solo nasconderla, non proteggerla. Per esempio capita di vedere un cane che prende un pezzo di pane secco, va in giardino, fa una piccola buca (del tutto insufficiente per nascondere la risorsa), la copre con un paio di colpetti di naso, giusto per concludere il compito, e tutto soddisfatto se ne va, incurante del fatto che già l'altro cane di famiglia sta masticando il pezzo di pane croccante.

Qui la motivazione criptica è attiva, ma con una bassa intensità e con un basso valore, ma soprattutto non è strettamente connessa alla motivazione possessiva ma più alla sillegica che, diversamente dalla possessiva, non suscita l'emozione rabbia, ma è più affine alla gioia. Anche qui quello che conta è il profilo caratteriale di un individuo più che l'appartenenza ad una specifica razza, anche se è possibile che vi siano razze con livelli di possessività e territorialità più spiccati di altre, alla fine è la soggettività che conta veramente e l'intreccio della rete di relazioni nel quale il cane è inserito.

Speriamo di aver dato informazioni utili per comprendere meglio il comportamento di seppellire oggetti da parte di alcuni cani, ma teniamo a puntualizzare che le sfaccettature di questo comportamento potrebbero anche essere più complesse, suggeriamo perciò di rivolgersi ad un esperto in comportamento del cane nel caso in cui si notasse una eccessiva tendenza del nostro cane a manifestare questo comportamento, soprattutto se per lui è fonte di ansia e stress e talmente generalizzato su una vastissima gamma di oggetti e situazioni da risultare disadattativo. Infatti potrebbe anche nascondere, dietro le quinte, un problema serio, che nulla ha a che fare con le risorse, non facile da identificare, soprattutto se siamo inesperti in materia.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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