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15 Ottobre 2023
13:00

Perché i cani non fanno la pipì tutta in una sola volta, ma in più punti?

I cani non fanno la pipì tutta in una sola volta, ma in più punti. Questo perché usano la pipì anche per comunicare con i propri simili, per marcare il territorio e orientarsi.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Chi convive con un cane spesso si chiede perché non faccia la pipì tutta in una sola volta, ma in più punti. Il motivo è che, a differenza di noi umani, i cani non fanno pipì solo per questioni puramente fisiologiche, ma anche per comunicare con i propri simili, per lasciare la propria traccia olfattiva nell'ambiente e per rispondere con una marcatura a un odore incontrato lungo il percorso.

Ad esempio, i cani da caccia usano la pipì anche per orientarsi e, può accadere che scelgano di farla nei pressi dei bivi posti sul sentiero, come a lasciare un segnavia che aiuti a ricordare quel luogo al momento del ritorno verso casa.

La funzione comunicativa della pipì nei cani

La pipì ha un enorme valore comunicativo per i cani. Una marcatura può avere numerosi significati diversi, che spesso noi umani fatichiamo a capire. Per comprendere ciò che spinge il cane a fare pipì in una determinata situazione, bisogna conoscere molti aspetti legati alla sua personalità, alle intenzioni sociali che ha in un determinato frangente, al legame che ha con quell'ambiente e con i soggetti presenti.

Potrebbe infatti fare pipì per comunicare attraverso i feromoni con il cane che ha di fronte, ma potrebbe anche farlo in risposta a un odore che ha trovato in giro, oppure (e ciò accade piuttosto spesso) potrebbe fare pipì sul confine o all'interno di quello che il considera il suo home range, ovvero i luoghi che si trovano al di fuori delle mura di casa, eppure fanno parte della routine quotidiana. Una zona ibrida, insomma, che si pone a metà tra i luoghi "pubblici" e quelli "privati", che ha una dimensione variabile in base alla personalità del cane, all'ambiente stesso e alle sue frequentazioni.

All'interno dell'home range, il cane potrebbe sentire il desiderio di comunicare in maniera più o meno vistosa con i soggetti con cui condivide gli spazi. Questo particolare comportamento viene definito spesso semplicemente "marcare il territorio", ma contrariamente a ciò che si potrebbe credere, non è certo una spiegazione sufficiente per racchiudere tutte le funzioni comunicative della pipì.

I cani potrebbero fare pipì anche quando vivono un'emozione forte. Questo particolare comportamento, che non è strettamente legato alle funzioni comunicative, è presente soprattutto nei cuccioli, che ancora faticano ad avere un totale controllo sfinterico. Se invece a farlo sono cani adulti, potrebbe essere che vogliano rimarcare la propria presenza all'interno di un determinato spazio e/o contesto e potrebbe essere un fattore legato all'espressione, ad esempio, delle motivazioni territoriali/possessive.

Vi è poi la possibilità che un cane faccia pipì per ricordare un determinato posto, in cui è accaduto qualcosa di importante (magari ha trovato dell'acqua, o qualche briciola di un umano passato prima di lui). In questo caso, la funzione comunicativa è destinata a sé stesso.

È vero che i cani maschi fanno la pipì in più punti e le femmine no?

Alcuni credono che la scelta di utilizzare la pipì come strumento comunicativo sia un comportamento proposto solo dai cani maschi, ma non è assolutamente così: anche le femmine fanno pipì in diversi punti, marcano il territorio e comunicano attraverso le marcature.

Il motivo per cui si è diffusa questa credenza, è probabilmente legato al fatto che i cani maschi marcano più frequentemente alzando la zampa rispetto alle femmine. Vi è, inoltre, un maggior numero di femmine che tende a fare meno frequentemente la pipì per marcare il territorio, ma ciò non significa affatto che si tratti di un comportamento proposto solo dai maschi.

Inoltre, è possibile che la marcatura di un maschio si noti maggiormente, perché spesso viene fatta sui muri e più in alto rispetto a quella delle femmine, che avviene frequentemente al suolo.

Non bisogna però dimenticare che anche alcune femmine fanno la pipì con la zampa alzata e, esattamente come i maschi, scelgono di farlo per orientare il getto più in alto possibile, rendendo l'odore maggiormente diffuso e più difficilmente coperto da quello di altri cani.

Il ruolo dell'educazione del cane

Nei primi mesi di vita,il cane tende a fare la pipì anche in casa, ma generalmente con il passare del tempo questa abitudine va a scemare gradualmente fino a scomparire, soprattutto se i pet mate mettono in atto i comportamenti più adeguati affinché ciò avvenga, come (tra le altre cose) evitare di sgridarlo e abituarsi ad anticipare i bisogni portando fuori il cane dopo i momenti di gioco, dopo i pasti e dopo il sonno.

Se attraverso l'educazione è possibile insegnare al cane a non fare i bisogni in casa, non è corretto invece impedirgli di fare pipì in più punti durante la passeggiata, in quanto significherebbe mancare di rispetto ai suoi bisogni etologici e reprimere la comunicazione con i suoi simili, impossibilitandolo ad utilizzare questo strumento per i numerosi motivi che abbiamo visto e rischiando di causargli stress e ansia.

Certo, anche all'aperto ci sono alcuni luoghi in cui potrebbe risultare poco opportuno che il cane faccia la pipì, come ad esempio le vetrine dei negozi del centro città ma, con il tempo, il soggetto si abituerà a riconoscere i contesti in cui poter marcare. Il suo umano di riferimento, invece, grazie alla conoscenza e all'osservazione del cane, si abituerà a prevedere questo comportamento e, se davvero necessario, potrà interromperlo prima ancora che avvenga.

Ovviamente vi sono situazioni in cui il cane potrebbe iniziare a fare più frequentemente del solito la pipì e magari senza prestare attenzione a tutto ciò che ha appreso durante la vita. In questo caso è opportuno verificare anche il suo stato di salute con una visita medico veterinaria, in modo da escludere che alla base dell'aumento delle minzioni vi sia un disagio, come ad esempio una cistite.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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