I cani e i gatti vivono mediamente così poco, soprattutto rispetto a noi, per una varietà di fattori, che vanno ricercati in ambito molecolare, genetico, comportamentale ed ecologico. Esistono relativamente pochi studi sulla durata della vita, cioè sulla longevità, in entrambe queste specie, soprattutto nei gatti. La durata massima della vita di un cane sembra attestarsi mediamente a 12 anni, ma può variare molto in base alla taglia, passando dai 6 di un Dogue de Bordeaux ai 14 di un Barboncino. La longevità media dei gatti non differisce molto: si aggira infatti intorno agli 11 anni, coi gatti di razza pura che vivono meno a lungo dei gatti comuni. In generale, i processi che regolano l’invecchiamento e la longevità sono complessi e altamente variabili tra le specie.
Qualsiasi considerazione sulla longevità degli individui di una singola specie passa necessariamente per la comprensione delle principali cause di morte in quella specie, che possono essere di natura degenerativa, infettiva e non infettiva. È bene però non confondere la longevità con l’aspettativa di vita. L'aspettativa di vita è una previsione che dipende dall’età, per semplificare si può dire che è il numero di anni di vita in più che si può prevedere rimangano a un individuo che ha già vissuto fino a una certa età. L’aspettativa di vita dei cani e dei gatti è da sei o dodici volte più breve rispetto a quella degli esseri umani. Conoscerla è molto importante perché permette di monitorare il loro stato di salute complessivo nel tempo, pianificare i controlli sanitari, comprendere i benefici delle cure preventive e il successo delle procedure mediche, che per fortuna sono oggi sempre più avanzate.
L’evoluzione
La teoria evoluzionistica suggerisce che le traiettorie di sviluppo, cioè i percorsi evolutivi e adattivi, e le velocità di crescita possono influenzare l'inizio e il ritmo dell'invecchiamento nella vita adulta. Secondo una regola biologica generale, alla quale non mancano le dovute eccezioni, le specie animali di grandi dimensioni tendono a vivere più a lungo rispetto a quelle di piccole dimensioni. Un esempio di eccezione? Gli uccelli, che vivono vite eccezionalmente lunghe rispetto alle loro dimensioni corporee.
Il metabolismo
Una possibile spiegazione della minor durata della vita nei cani e gatti rispetto a noi è attribuibile al metabolismo. Il meccanismo in realtà non è chiaro, ma è possibile che gli animali più piccoli, avendo un metabolismo più veloce, subiscano livelli maggiori di stress ossidativo.
La genetica
La genetica gioca un ruolo importante nella longevità degli animali e questo è evidente soprattutto nei cani. Attraverso una pressione selettiva operata dall'uomo già da qualche centinaio di anni, oggi sono descritte oltre 400 razze. Alcune possono essere geneticamente predisposte a vivere più a lungo rispetto ad altre. La genetica, intesa anche come frequenza di malattie ereditarie, influenza la velocità dell'invecchiamento di un animale, ma raramente agisce da sola. Viene aiutata anche dall'ambiente, dalle esperienze pregresse e da altre caratteristiche degli animali. È convinzione comune che i cani di razza mista siano più longevi di quelli di razza pura, e pure che siano meno suscettibili alle malattie, per via di una maggiore variabilità genetica. Tuttavia, uno studio di qualche anno fa non ha trovato prove di differenze nell'invecchiamento, soprattutto quello comportamentale.
Il peso corporeo
Un San bernardo tende a invecchiare prima di un Volpino. Le ragioni di ciò restano ancora nebulose. A quanto pare, però, la razza influisce meno rispetto al peso corporeo, che si è rivelato essere un indicatore più predittivo della durata della vita. Paradossalmente, infatti, all'interno delle specie la relazione tra dimensioni del corpo e durata della vita mostra una tendenza opposta rispetto a quanto avviene tra una specie e l’altra: gli individui più grandi sembrano vivere vite più brevi e avere una minor aspettativa di vita. I cani di taglia grande sono semplicemente più suscettibili a lesioni o infezioni, iniziano a invecchiare prima o diventano anziani più rapidamente? Nel cercare una risposta a queste domande, intanto la scienza ci ha già risposto su una questione: non esiste una maggior o minor suscettibilità in relazione alla taglia, bensì una diversa suscettibilità: i cani di taglia grande sono più inclini ai disturbi muscolo-scheletrici, gastrointestinali e neoplastici, mentre quelli di piccola taglia più spesso devono vedersela con le malattie endocrinologiche.
Insomma, l'invecchiamento e la terza età dei nostri animali di famiglia sono argomenti di grande fascino, che catturano un interesse sia scientifico che personale, poiché sono legati a questioni fondamentali, come il loro benessere e la loro relazione con noi.