Un aspetto interessante del comportamento dei cani riguarda il loro piacere nel masticare, sgranocchiare e anche strappare e sezionare un oggetto. Questa attività è per loro estremamente rilassante ed è dimostrato che il loro cervello in questi momenti produce endorfina (ovvero un ormone legato al benessere e al piacere).
Spesso su Kodami parliamo di quelle caratteristiche che ci accomunano ai nostri compagni di vita a quattro zampe. Bisogni, interessi, emozioni e tanto altro che condividiamo e che rendono bella e piacevole la nostra relazione. D’altronde non potrebbe essere diversamente: sia noi che loro apparteniamo a una classe di animali che hanno molte caratteristiche comuni. Siamo infatti dei mammiferi sociali e come tutti gli esseri viventi appartenenti a questa "tipologia" condividiamo particolari motivazioni, emozioni, interessi, bisogni e rappresentazioni del mondo.
In particolare con i cani quel che ci accomuna ci ha consentito di stringere legami talmente tanto forti da rappresentare uno dei casi di amicizie più intense nel mondo animale e, sicuramente, uno degli esempi di convivenza più complessi e articolati nel modo di esprimersi e manifestarsi.
Tuttavia, proprio per il fatto di appartenere a specie diverse, esistono anche profonde differenze. Alle volte si sono dimostrate anch'esse funzionali alla convivenza in quanto complementari ad alcune nostre abilità. Potremmo ad esempio pensare loro fiuto che si è rivelato fondamentale nell’aiutarci in tante nostre diverse attività (dalla caccia alla ricerca di persone, fino alla ricerca di oggetti e sostanze e addirittura nella medicina per rilevare particolari malattie); oppure alla loro capacità di dormire sempre “con un occhio aperto”, che li ha resi formidabili guardiani tanto del bestiame quanto delle nostre proprietà o dei nostri insediamenti.
In altri casi, invece, le differenze si dimostrano in un modo completamente distinto di interpretare la realtà e che magari facciamo fatica a comprendere. In questo articolo ci occuperemo proprio di una di tali differenze, ossia quella del rapporto che i cani hanno con gli oggetti e, in particolare, con i giocattoli che regaliamo loro.
Il piacere di masticare
Nei cani masticare qualcosa può essere messo in atto sia dopo aver fatto qualche particolare attività per rilassarsi e tornare ad uno stato di calma che come passatempo nei momenti di noia o solitudine.
Questo ultimo aspetto, però, può essere uno dei motivi per cui un cane potrebbe decidere di distruggere qualcosa se glielo lasciamo sempre a disposizione e, non avendo idea del diverso valore che può avere un oggetto dal nostro punto di vista o del fatto che potrebbe anche risultare tossico, lo addenterà e lo farà a pezzetti.
Nella testa di un cane, del resto, le cose importanti dell'oggetto sono la sua consistenza ed eventualmente il sapore e il piacere che può dare strapparlo o sentirlo scricchiolare sotto le mascelle.
Ciò che possiamo dunque fare è non lasciare a loro disposizione oggetti a cui teniamo o che potrebbero essere pericolosi e, in alternativa, offrire loro qualcosa di adatto e di altrettanto piacevole. Si trovano ad esempio in commercio una miriade di prodotti per la masticazione che vanno dai più friabili come il polmone e la trippa essiccati fino ai più duri e consistenti come il nerbo di bue o anche quasi indistruttibili come il corno di cervo. Meglio dunque indirizzare la sua attenzione verso cose più sane ed appetitose.
Si può distruggere anche per stress
Non sempre i cani distruggono oggetti e giocattoli solo per rilassarsi e sconfiggere la noia. Alle volte il comportamento distruttivo può essere indice anche di un forte stress. Potrebbe capitare ad esempio quando sono a disagio per essere stati lasciati da soli. In questi casi ad essere presi di mira potrebbero non essere soltanto i loro giocattoli ma anche oggetti vari della nostra casa, specialmente quelli che portano maggiormente addosso il nostro odore come telecomandi, telefoni, occhiali, vestiti, o perfino mobili e stipiti delle porte.
In tali situazioni a poco servirà proporre loro delle alternative in quanto il problema potrebbe risiedere nel tipo di vita che gli facciamo fare, nelle attività condivise o nel rapporto che hanno con la nostra abitazione. E' utile consultare un professionista (educatore o istruttore cinofilo o veterinario esperto in comportamento). Questi comportamenti sono anzitutto un segnale di disagio e un indice che, in quei momenti, il nostro amico potrebbe trovarsi in uno stato di profondo malessere.
Trasportare un oggetto, cosa significa?
Vi sono altre considerazioni interessanti sul rapporto dei nostri amici con gli oggetti che ci mostrano la loro intelligenza e la meravigliosa complessità dei loro comportamenti.
Oltre la loro capacità, di cui accennavamo sopra, di ricercarli e trovarli attraverso il loro potente fiuto, un'altra grande abilità è quella di trasportarli, tenendoli delicatamente in bocca, anche per lunghi tragitti. Tale comportamento, diffuso ad esempio nelle varie tipologie di retriever ma anche in razze come i Border Collie o nei molossi è comune in molti cani.
Ha un’origine molto antica ed è direttamente collegato con le abitudini di nutrimento che questa specie ha verso i propri cuccioli durante lo svezzamento, quando le mamme vanno alla ricerca di risorse sul territorio per poi riportarle nella loro tana, oppure con l'abitudine di trasportare una risorsa in un luogo tranquillo per poi nasconderla o consumarla con calma. In tal caso l’oggetto può assumere grande importanza e un cane non penserebbe minimamente a danneggiarlo, in quanto il suo obbiettivo è semplicemente quello di portarlo a destinazione.
Tuttavia le cose possono cambiare una volta terminato il compito di portare da un luogo ad un altro e così, in base alle caratteristiche tipiche della razza (ed anche alle proprie predisposizioni individuali) diverse possono essere le scelte di ogni soggetto sul destino di quel particolare oggetto. Ad esempio Labrador e simili potrebbero essere felici di lasciarcelo in cambio di una ricompensa, così come avveniva per la selvaggina durante la caccia; nei cani da pastore invece il trasporto potrebbe essere finalizzato al radunare assieme le cose così come farebbero con un gregge e potranno dunque decidere di andare alla ricerca di qualcos'altro da riportare; nei molossi infine il tenere un oggetto può avere come finalità quello di proteggerlo e custodirlo, tenendo lontani dei possibili malintenzionati che potrebbero volersene impossessare (è da notare che, proprio per questa loro motivazione a proteggere, i molossi, come i pastori guardiani, sono tra le razze che meno tendono a distruggere gli oggetti).
Il trasporto di un oggetto è dunque un’attività che va distinta dal lasciarlo poi in possesso al cane successivamente e questo potrebbe essere un ottimo modo per condividere qualcosa con i nostri amici senza il rischio particolare che possano romperlo o danneggiarlo mentre, se poi decideremo di lasciarglielo a disposizione, alcuni di loro potrebbero invece decidere di cominciare a masticarlo e dunque farlo a pezzi o anche di ingurgitarlo.
È l'uomo ad avere un rapporto particolare con gli oggetti
Una volta chiarito quale può essere il rapporto dei nostri cani con gli oggetti e i giocattoli che regaliamo loro, non vogliamo però limitarci soltanto allo spiegare perché sono diversi da noi, ma anche perché siamo in verità noi ad essere diversi da loro e, in generale, ad essere diversi da tutte le altre specie viventi. Insomma… se ci riflettiamo, quelli strani in natura siamo noi e non loro!
Tra le caratteristiche degli esseri umani che ci distinguono da tutte, o da molte, delle altre specie viventi ce ne sono in particolare due. Una è quella della nostra motivazione a raccogliere oggetti e accumularli in vere e proprie collezioni, per le quali abbiamo poi una cura maniacale nel custodirle e curarle. L’altra invece è la nostra capacità, attraverso l’uso delle nostre mani, di assemblare oggetti diversi e così costruire cose che avranno finalità nuove.
Per ciò che riguarda il primo aspetto dobbiamo osservare che non siamo gli unici ad avere questa predisposizione: vi sono infatti alcune specie di uccelli o di pesci che, esattamente come noi, raccolgono oggetti reperiti sul territorio e li riportano nella loro tana ordinandoli in maniera meticolosa e, a volte, suddividendoli anche per forme e colori.
È famoso l’esempio dell’uccello giardiniere che, oltre a costruire dei nidi estremamente complessi, raccoglie intorno ad essi moltissime cose tra cui frutta, gusci, carapaci di insetti, petali di fiori o foglie. Tali collezioni, ordinate meticolosamente per forme e per colori, vengono poi utilizzate per attirare le femmine.
Per quanto riguarda invece l’altra abilità, ovvero quella di manipolare e costruire oggetti, essa è decisamente meno comune (anche perché sono estremamente rare le specie dotate di mani prensili e in grado di maneggiare oggetti in modo preciso). La condividiamo in parte solo con alcuni primati che, tuttavia, si limitano a manufatti estremamente semplici (limitandosi al massimo a utilizzare un oggetto per modificarne un altro, ma mai ne compongono più assieme a creare un nuovo strumento).
Con queste premesse appare abbastanza ovvio come, dalla combinazione di queste capacità, gli oggetti per noi umani possano assumere un significato del tutto particolare e che dunque possiamo avere la massima attenzione non soltanto ad accumularli e custodirli, ma anche a preservarli nella loro integrità affinché possano mantenere inalterato il loro valore d’uso.
Sembra inoltre abbastanza scontato il perché, per i nostri cani, essi non abbiano la stessa importanza che rivestono per noi. Semplicemente non concepiscono che un oggetto possa essere costruito a partire da cose e materiali diversi, che tale complessità gli fornisca un uso particolare e che tale uso potrebbe tornare utile in situazioni future. Semplicemente, per loro, sono cose ritrovate sul territorio o donate da noi, che possono avere un valore nel momento, ma che poi verranno rimpiazzate da nuove cose ritrovate o regalate più avanti. Per fare un parallelismo con la nostra specie potremmo dire che per loro molti oggetti hanno la stessa importanza che ha per noi il cartone di una pizza da asporto: una volta svuotato del suo contenuto assolutamente nessuno.
Ciò che vogliamo mettere in luce attraverso queste considerazioni è che, se anche spesso ci chiediamo come mai regolarmente i nostri amici arrivino a distruggere i giocattoli che noi regaliamo loro e, se anche alle volte la cosa può farci arrabbiare, in realtà ciò che dovremmo comprendere è che siamo solo noi umani, in tutto il regno animale, che abbiamo un rapporto particolare (a volte quasi morboso) con gli oggetti di cui ci circondiamo. Soltanto noi, che ci siamo spinti così in avanti nel creare cose sempre più complesse e dalle infinite finalità, possiamo realmente comprendere il valore e dunque l’importanza di preservarle e non danneggiarle.
Questo non dovrebbe però farci cadere nell’errore di pensare che questa nostra caratteristica ci renda migliori o superiori a tutte le altre specie. Viviamo in realtà in un pericoloso bilico tra la nostra capacità di costruire oggetti estremamente utili e che ci semplificano l’esistenza ed altri estremamente nocivi, come le armi, che potrebbero distruggerci in pochi secondi. E l'inquinamento prodotto da tutti quegli oggetti (specie quelli in plastica) che alla fine disperdiamo nell'ambiente sta seriamente minacciando gli equilibri del nostro ecosistema, la nostra stessa vita e quella di molti altri animali.
E tutte le volte che abbiamo la tentazione di sentirci migliori o superiori ad altre specie ci dovrebbe bastare pensare che, mentre la storia di homo sapiens è iniziata da appena 200 mila anni e non sappiamo quanto ancora potrebbe durare, ci sono specie come ad esempio le formiche che esistono da ben 4 milioni di anni e, a quanto pare, probabilmente continueranno ad esistere anche ben dopo di noi. Pare infatti che ciò che realmente conta per la vita su questo pianeta non sia tanto la capacità di costruire e possedere oggetti sempre più complessi, ma quella di adattarsi al meglio alle sue dinamiche e alle sue peculiarità. Forse a volte dovremmo rifletterci maggiormente.