Da dove vengono gli scarafaggi e come fanno a entrare in casa nostra? Vi sarà sicuramente capitato di incrociarne uno sul vostro cammino, di vederlo sgattaiolare via e scomparire nel nulla, magari infilandosi in buchini minuscoli. Ma com’è possibile, sono fatti di gomma?
Perché le blatte si infilano ovunque?
Le blatte sono grandi arrampicatrici e possono arrivare in casa dal balcone, dalle finestre o perfino dalle tubature del vostro bagno. Ma anche se sbarrate tutto e tappate gli scoli di lavandini e doccia, potrebbero trovare qualche piccola fessura in cui infilarsi. Infatti possono restringersi raggiungendo un terzo della loro dimensione normale. Il loro esoscheletro, cioè il guscio esterno del loro corpo, è allo stesso tempo molto resistente e molto flessibile: è composto da una serie di placche dure, che proteggono gli organi interni; queste placche possono però cambiare posizione grazie a una membrana elastica, che le tiene insieme e permette al corpo delle blatte di appiattirsi e ridurre le proprie dimensioni – piccola parentesi, non so se lo sapete, ma blatte e scarafaggi sono sinonimi, non si tratta di animali diversi.
Dove vivono le blatte?
Le blatte sono sempre alla ricerca di ambienti caldi e umidi e entrano nelle nostre case alla ricerca di riparo e cibo. Vivono praticamente ovunque: l’unica soluzione per non incontrarle è scappare in Antartide, l’unico posto che non hanno colonizzato. Ne esistono oltre quattromila specie, ma quasi sicuramente sei incappato in lei, la Blattella germanica, che si riconosce dalle due strisce nere subito dopo la testa, o lei, la blatta americana (Periplaneta americana), dal tipico colore rosso-marrone – in realtà è originaria dell’Africa e ha iniziato a diffondersi in America e poi nel resto del mondo a partire dal 1500, intrufolandosi sulle navi, ma questa è un’altra storia.
Sono immuni agli insetticidi?
Nascondersi negli anfratti di casa vostra, però, non è l’unica tattica di sopravvivenza delle blatte. Anche usando insetticidi, trappole o affidandosi agli addetti alla disinfestazione, le blatte potrebbero trovare il modo di fregarvi. Tanto per cominciare hanno imparato a evitare le trappole. Come molti altri insetti, le blatte sono ghiotte di zuccheri e quindi spesso le esche avvelenate sono dolci proprio per ingannarle. Ma da tempo le blatte che vivono in città hanno sviluppato una repulsione per il glucosio: quando si trovano davanti qualcosa di dolce, che sia una trappola o meno, la ignorano e risolvono il problema.
L'impatto degli insetticidi sulla riproduzione
In teoria questo meccanismo di difesa crea problemi alla riproduzione delle blatte. Infatti quando un maschio vuole accoppiarsi, si avvicina a una femmina e inizia a secernere un liquido zuccherino dall’addome. La femmina inizia a mangiare questa sostanza, trasformandola proprio in glucosio grazie alla sua saliva. Il maschio nel frattempo fa salire la compagna sul proprio dorso e la aggancia con una specie di uncino, dando inizio all’accoppiamento. Ora, considerata la repulsione sviluppata verso gli zuccheri, molte femmine non vengono “sedotte” da questo dolce invito e piuttosto ignorano il maschio. Ma le blatte si sono adattate anche a questo. I maschi che vivono in città e evitano gli zuccheri, infatti, producono una sostanza meno dolce: per farvela breve, le femmine ci mettono molto tempo a trasformarla in glucosio e quindi, prima che decidano di piantare in asso il maschio, l’accoppiamento è già iniziato.
Il DNA delle blatte resiste ai veleni
Come se non bastasse, i ricercatori hanno scoperto che le blatte sono in grado di sviluppare una grande resistenza agli insetticidi nell’arco di poco tempo. Come facciano di preciso non è ancora chiaro, ma è stato osservato che alcuni geni del DNA degli scarafaggi sono specializzati nel rimuovere le tossine. Nei fatti questo significa che un veleno per scarafaggi magari darà buoni risultati all’inizio – se vedete in giro qualche blatta a pancia in su, vuol dire che è morta avvelenata: il veleno infatti le fa avere degli spasmi muscolari che la fanno ribaltare e morire in quella posizione. Il problema è che ci sarà sempre qualche esemplare che riuscirà a sopravvivere: questi sopravvissuti daranno poi vita a blatte sempre più resistenti, fino a rendere il veleno in questione inutile. Un vero e proprio meccanismo di adattamento, che viene messo in atto in tempi record perché le blatte si riproducono molto rapidamente: un esemplare vive in media un anno, durante il quale può dare alla luce 300-400 individui.
Perché le blatte escono fuori in estate?
Tra l’altro vi sarete chiesti come mai le blatte saltano fuori soprattutto in estate. Ciò accade perché sono animali abituati a vivere in un clima caldo, mentre d’inverno cercano riparo dalle basse temperature, spesso proprio nelle nostre case. Se però le vediamo di rado quando fa freddo, è perché vanno in diapausa, praticamente il letargo degli insetti: durante questa fase il loro metabolismo è rallentato e avranno meno bisogno di nutrirsi. Con l’inizio della primavera e le prime giornate di caldo, invece, iniziano a riprodursi per poi sciamare ovunque in estate, come purtroppo sappiamo bene.
Le blatte sono davvero immortali?
È vero che le blatte sono molto resistenti, ma a volte si tende anche ad esagerare. Si dice per esempio che possano vivere per giorni senza testa e che potrebbero sopravvivere a un inverno nucleare. Può sembrare assurdo, ma le blatte possono sopravvivere circa una settimana senza testa. In realtà questo “superpotere” appartiene a tutti gli insetti e non solo alle blatte. Ciò dipende dal fatto che non hanno un sistema nervoso centrale come noi, che ha il suo fulcro nella testa. Hanno invece una serie di centri nervosi sparpagliati sul corpo – si chiamano gangli – che permettono di respirare e muoversi anche senza testa. Anche la respirazione non dipende dalla testa: gli insetti respirano infatti attraverso delle piccole fessure che si trovano sul corpo, dette spiracoli. E poi le blatte non rischiano neanche di morire dissanguate: non avendo un sistema di vasi sanguigni come i mammiferi, l’emolinfa – il sangue degli insetti per capirci – è diffuso in tutto il corpo e la pressione è molto bassa, quindi ne esce poco; in più, la ferita si richiude subito, limitando i danni. Insomma, se tagliate la testa a una blatta, l’unico motivo per cui alla fine muore è che, senza bocca, non potrà né mangiare né bere.
E per quella faccenda dell’inverno nucleare? È una mezza fake news. È vero che le blatte possono resistere a una dose di radiazioni dieci volte superiore rispetto a noi. Non sono però gli unici insetti a resistere bene alle radiazioni e c’è anche chi se la cava meglio, come i moscerini della frutta. Ma soprattutto questo non significa che siano completamente immuni. Infatti è stato osservato che anche le blatte muoiono se esposte a dosi massicce di radiazioni. Quindi la convinzione diffusa che le blatte sopravviverebbero all’essere umano dopo una guerra nucleare va presa con le pinze: dipenderebbe da tanti fattori e soprattutto da quanto verrebbero esposte alle radiazioni.
Cosa mangiano le blatte? Tutto!
Se le blatte sono così resistenti, dipende anche da altri due fattori: hanno un sistema immunitario a prova di bomba e mangiano letteralmente di tutto. Oltre ovviamente a qualsiasi tipo di cibo, se serve possono mangiare anche capelli, cartone, cibo marcio, feci e, pensate un po’, anche i cadaveri dei propri simili. Rispetto ad altri animali che magari hanno una dieta più specifica, le blatte mangiano qualsiasi cosa e difficilmente moriranno di fame. Proprio mangiando cibo marcio oppure feci e andando dappertutto, dalle fogne alla spazzatura, prima che nelle nostre case, le blatte entrano in contatto con virus molto pericolosi come quello della salmonella o dell’epatite A. Infatti, a prescindere che vi facciano impressione o meno, potrebbero essere pericolose e se vi capita di toccarle ricordate sempre di lavarvi bene le mani. Ma proprio perché entrano in contatto spesso con questi virus, hanno sviluppato un’incredibile resistenza. Il loro sistema immunitario è attrezzato per far fronte alla maggior parte delle infezioni. Tra l’altro noi siamo abituati a vedere le blatte come animali sporchi, ma in realtà ci tengono molto alla loro igiene personale, soprattutto quando si tratta delle loro lunghe antenne. Se le portano spesso alla bocca con le zampe per lucidarle e pulirle. Sono infatti uno strumento fondamentale per orientarsi e fiutare cibo e pericoli.
Ma le blatte a che servono?
Le prime blatte sono comparse sulla Terra più di 300 milioni di anni fa e svolgono una serie di ruoli fondamentali per l’ecosistema. Sono una fonte di nutrimento per altri animali come uccelli, topi e rettili – pensate che è anche l’insetto più mangiato da noi umani, in paesi come Messico, Cina, India o Thailandia. Le blatte sono anche un po’ gli spazzini del mondo animale: mangiando di tutto, consumano tutta la materia organica che gli altri animali non possono digerire e poi la smaltiscono fornendo nutrimento ai microorganismi presenti nel terreno. Inoltre, tramite le loro feci, rilasciano azoto, un nutriente fondamentale per la crescita delle piante. Se le blatte non ci fossero, crescerebbero molti meno alberi. Insomma, sterminare le blatte non è un’opzione da prendere in considerazione, ma sono animali cruciali principalmente in natura. In città, invece, è vero che possono rappresentare un rischio igienico-sanitario.
Prima di salutarci, qualche rimedio della nonna che è sempre bene tenere a mente per tenere lontane le blatte: tenete sempre la casa pulita, non lasciate briciole e cibo in giro e sigillate con un po’ di silicone qualsiasi buco e fessura dove le blatte potrebbero infilarsi. Non sottovalutate neanche lavelli e scarichi delle docce: le blatte sono grandi arrampicatrici e possono risalire facilmente lungo le tubature.