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29 Novembre 2021
8:56

Perché gli animali selvatici in città possono essere un problema?

Alcuni fattori rendono le nostre città luoghi molto attraenti per molte specie selvatiche. Impariamo perché arrivano, quali sono le più diffuse, dove sono e perché potrebbero costituire un problema. E, soprattutto, scopriamo come comportarci con loro, senza temerle.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Le aree urbane ospitano svariate specie di mammiferi, uccelli, artropodi, e altro, che tollerano la presenza e l'attività umana. Negli ambienti cittadini, alcune di queste specie arrivano a raggiungere anche densità elevate. Se ci si chiede il perché dell’invasione delle città da parte degli animali selvatici, la risposta va ricercata in una serie di caratteristiche degli ecosistemi urbani che, sostanzialmente, inducono queste popolazioni a insediarvisi in modo più o meno permanente. Innanzitutto, le condizioni climatiche: nelle città fa più caldo – qui gli animali selvatici trovano mediamente 1-2 °C in più rispetto alle aree peri-urbane – e minori sono la ventosità e l’umidità. A queste si aggiungono l’elevata disponibilità di risorse alimentari, rappresentate dai rifiuti e dal cibo offerto dall’uomo, la costante presenza di acqua di abbeverata e l’assenza dell’attività venatoria. Fatti non meno rilevanti, inoltre, vi si trovano meno predatori e tanti siti idonei alla riproduzione.

Quali sono gli animali selvatici che arrivano nelle città italiane?

In generale, la tendenza all’inurbamento è tipica delle specie opportuniste o onnivore, che sono quelle più flessibili e, quindi, più adattabili. La presenza di animali selvatici all'interno delle città italiane è sotto gli occhi di tutti. Le specie più comuni sono i piccioni, i gabbiani, gli storni, le cornacchie, e i piccoli roditori, come i ratti e i topi. Ma anche i pipistrelli, che nelle nostre città trovano rifugio o siti di caccia: in Italia abbiamo oltre 30 specie di chirotteri, e quasi tutte frequentano i centri urbani o le periferie. Anche alcuni rapaci sono noti colonizzatori delle città, dove nidificano volentieri: è il caso del gheppio (Falco tinnunculus) e del falco pellegrino (Falco peregrinus).

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Come si comportano?

La maggior tolleranza nei confronti dell’uomo rende questi animali tendenzialmente più coraggiosi. Essi accorciano, infatti, la loro distanza di fuga, che riflette il rischio che sono disposti a correre quando vengono avvicinati da un potenziale predatore come noi.

In generale, però, si tratta di animali schivi, che entrano nelle città alla ricerca di cibo, di riparo e di un luogo comodo in cui fare il nido, non per avvicinarsi all’uomo.

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Perché possono essere un problema?

La fauna selvatica urbana può diventare problematica per diverse ragioni. Ad esempio, perché può danneggiare le nostre provviste alimentari, perché può provocare incidenti stradali oppure perché può veicolare malattie trasmissibili a noi e ai nostri animali da compagnia. E poi ci sono gli animali più grandi, come i cinghiali e i lupi, che possono rappresentare un problema anche perché vengono percepiti come pericolosi. La paura umana gioca sicuramente un ruolo centrale nella visione degli animali selvatici come un problema. Soprattutto nelle città, la reazione dell'uomo agli animali è spesso sproporzionata rispetto al reale pericolo che essi rappresentano. Questa paura della fauna selvatica è probabilmente il risultato di una mancanza di conoscenza delle specie selvatiche e del loro comportamento, ma anche dei toni, spesso strumentalmente allarmistici, con cui i media presentano le notizie che la riguardano.

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Come dobbiamo comportarci noi?

Come abbiamo avuto modo di ricordare altre volte, la condotta più appropriata è quella volta a ridurre al minimo i conflitti. Nelle città, è bene, quindi, evitare di offrire cibo agli animali selvatici e gestire i rifiuti e le discariche in modo efficiente, ostacolando il loro accesso alle risorse alimentari. A monte, poi, è importante essere sensibili al valore del vivere in armonia con la natura e informarsi sui comportamenti più adatti e rispettosi da tenere con la fauna selvatica, per non rinunciare a vedere il nostro Pianeta come uno spazio condiviso ma, allo stesso tempo, sicuro.

Bibliografia

Perry G., Boal C., Verble R., Wallace M. (2020) “Good” and “Bad” Urban Wildlife. In: Angelici F., Rossi L. (eds) Problematic Wildlife II. Springer, Cham. 

https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/notizie/primo-piano/vecchi-primi-piani-plone-4/archivio/2008-1/allegati/Pagine_da_AIATInforma_22006.pdf

Lambertucci A, et al. (2021). Minimizing fear of wildlife in urban areas. Science 374(6570), 947-947.

Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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