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31 Dicembre 2023
9:00

Perché gli animali ibridi sono quasi sempre sterili?

Gli animali ibridi nascono dall'accoppiamento tra due specie diverse e sono quasi sempre sterili, perché incapaci di produrre spermatozoi e ovuli. Ci sono, però, rare eccezioni.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Gli animali ibridi rappresentano la prole prodotta dall’incrocio tra popolazioni geneticamente diverse. Essi differiscono dai genitori in termini di capacità riproduttiva, in quanto sono raramente fertili, a causa del numero dispari di cromosomi. Di solito, i maschi sono sempre sterili. L'ibridazione è comunque molto rara in natura per vari motivi. Per esempio le due specie possono avere  diverse stagioni riproduttive, ma può ancheaccadere che gli spermatozoi di una specie vengano non riconosciuti, e quindi trattati come un corpo estraneo, dalla femmina dell’altra specie.

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Come nascono gli ibridi

Gli ibridi possono nascere fondamentalmente in due modi, per ibridazione naturale o per ibridazione antropogenica. L'ibridazione naturale consiste nell’accoppiamento naturale tra individui di due distinte specie, i cui geni si mescolano nella prole, causando cambiamenti sia nel suo genotipo, cioè nella sua composizione genetica, che nel suo fenotipo, cioè nelle sue caratteristiche fisiche e comportamentali.

In altre parole, i figli di questi accoppiamenti sono dotati di una combinazione unica di tratti, che ereditano dai genitori di specie diverse. I pesci sono un esempio rilevante di ibridazione naturale. È un fenomeno molto frequente nella famiglia dei Centrarchidae: la specie Lepomis euryorus è riconosciuta come un ibrido che si forma naturalmente dall’accoppiamento tra il pesce luna verde (Lepomis cyanellus) e il persico sole (Lepomis gibbosus).

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Lepomis gibbosus

L’ibridazione antropogenica è invece il risultato di azioni provocate dall’uomo, direttamente da parte degli allevatori, o indirettamente, ad esempio attraverso l’introduzione, volontaria o non deliberata, di nuove specie in nuovi ambienti o attraverso la frammentazione dell'habitat, che è a propria volta causata da processi che portano le specie animali a migrare o fuggire, come l'aumento della velocità e dell'intensità della deforestazione, la desertificazione, e l'urbanizzazione. L'ibridazione artificiale è diventata particolarmente attraente per gli allevatori, grazie alle elevate caratteristiche produttive della generazione F1 di ibridi, che rappresenta la prima generazione di discendenti diretti. Questi ibridi sono molto resistenti alle malattie, e crescono tanto e in fretta. Tuttavia, non sempre si possono incrociare animali di specie differenti; a impedirlo possono essere specifiche caratteristiche anatomiche, ma anche fattori fisiologici, come diverse stagioni riproduttive, o barriere etologiche legate a un'insuperabile indifferenza sessuale tra i due individui di specie diversa.

Perché gli ibridi sono sterili?

Gli ibridi sono di solito sterili in quanto incapaci di produrre spermatozoi e ovuli. La causa dipende principalmente da alterazioni che insorgono durante la gametogenesi, che ostacolano il corretto appaiamento dei cromosomi. Talvolta la gametogenesi può compiersi (eccezionalmente o regolarmente) in un sesso, e mancare in un altro; comunque, le scoperte scientifiche fino ad oggi confermano la validità della regola di Haldane (1922), secondo la quale è solitamente il sesso maschile, ossia quello con due cromosomi uguali (XX) a mostrare sterilità.

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Quali sono gli ibridi sterili

Tra gli esempi di ibridi troviamo il mulo, che nasce dall’accoppiamento tra un asino maschio e una cavalla femmina. Ha 63 cromosomi e generalmente entrambi i sessi sono sterili, con rare eccezioni di femmine fertili. Il bardotto deriva invece dall’incorcio tra uno stallone, ossia un cavallo maschio, e un’asina femmina. Ha anch’esso 63 cromosomi e di solito sia i maschi che le femmine sono sterili. Il bardotto è più piccolo del mulo, somiglia di più a un asino, e sembra che tolleri meglio la scarsità d'acqua. Da esperimenti di incrocio condotti nel XIX secolo è nato lo yakalo, che è il frutto dell’accoppiamento di uno yak (Bos grunniens) e di una femmina di bisonte americano (Bison bison). Lo yakalo ha 60 cromosomi, e, mentre i maschi sono sterili, le femmine risultano fertili.

Dall’incrocio tra due grandi felini, il leone e la tigre sono nati due noti ibridi, il tigon e il liger. Il tigon deriva da una tigre maschio e una leonessa, mentre il liger ha per madre una tigre e per padre un leone. Hanno entrambi 38 cromosomi e, come molti ibridi, i maschi di entrambe le specie tendono ad essere sterili, mentre le femmine possono essere fertili. Questi ibridi sono rari e solitamente si trovano solo in cattività, dato che le aree geografiche naturali di leoni e tigri non si sovrappongono.

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Bibliografia
Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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