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26 Luglio 2023
10:49

Perché delfini e balene non potranno più tornare sulla terraferma?

Gli scienziati hanno studiato le possibilità evolutive future dei delfini concludendo che è oramai molto difficile - se non impossibile - per questi animali tornare a vivere una vita terrestre.

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Le possibilità che un delfino possa un giorno ritornare a camminare sulla terraferma, imboccando una strada evolutiva che lo riporterebbe ad allontanarsi dagli oceani, sono alquanto ridotte se non pari a zero. Questo almeno è il risultato che hanno raggiunto alcuni ricercatori svizzeri e svedesi che hanno studiato l'evoluzione di questi animali pubblicando i loro risultati sulla rivista Proceedings of the Royal Society B.

I ricercatori hanno analizzato le possibilità evolutive dei mammiferi marini andando ad indagare vari scenari connessi a diversi modelli geografici e climatici inerenti il futuro. Così gli scienziati hanno iniziato a studiare oltre 5.600 specie di mammiferi – sia dal punto di vista genetico che scheletrico – per indagare le possibili sorti di questi animali, scoprendo che il passaggio dalla terra all'acqua è giunto ormai a un punto "irreversibile" dal punto di vista evolutivo per tutti i cetacei.

Questa non è la prima volta che gli scienziati si sono trovati di fronte ad un processo evolutivo che condiziona pesantemente la possibilità di "ritornare" ad una condizione precedente, un fenomeno che viene spiegato tramite la cosiddetta "legge di Dollo"Louis Dollo era un paleontologo belga del XIX secolo che dopo aver studiato la fauna di mezzo mondo sviluppò la teoria che l'evoluzione naturale non potesse essere considerata reversibile. Secondo Dollo, infatti, una volta che un tratto molto complesso viene perso nel corso del tempo, è improbabile che possa riapparire nelle generazioni successive. Così si spiega, per esempio, perché nessun mammifero ha sviluppato di nuovo squame o come mai gli uccelli non evolvano di nuovo denti funzionali nei loro becchi.

Approfondendo ulteriormente l'albero genealogico dei delfini, gli scienziati hanno inoltre notato che questa legge è considerata valida per tutti i mammiferi marini, tranne i sirenidi, per via ella loro più recente evoluzione acquatica. Per quanto riguarda le balene e le orche, tuttavia, giunti a questo punto evolutivo secondo gli autori non potrebbero in teoria sviluppare in futuro degli arti e ricominciare a camminare sulla terraferma, come gli ippopotami.

balena

«Uno dei punti principali del nostro lavoro è stato quello di includere l'intero gradiente di adattamenti da forme completamente terrestri a forme completamente acquatiche e verificare se questi adattamenti fossero irreversibili per i cetacei», ha dichiarato l'autrice principale dello studio Bruna Farina, dottoranda presso l'Università di Friburgo in Svizzera .

Il team d'altronde avrebbe scoperto già a partire dall'anno scorso che esiste una sorta soglia ben specifica di mutazioni che una specie semiacquatica può superare prima di essere irrecuperabilmente legata per sempre all'ambiente acquatico. Ed una volta superata tale soglia, gli adattamenti marini diventano irreversibili, obbligando le future specie a rimanere legate all'acqua, tranne in casi del tutto eccezionali e unici come accaduto ai pesci che hanno dato il via alla conquista della terraferma da parte dei tetrapodi, ovvero anfibi, rettili, uccelli e mammiferi.

«Nella storia della paleontologia abbiamo scoperto che è possibile passare da una vita completamente terrestre a una vita semiacquatica tramite piccoli passi, ma esiste una soglia irreversibile per alcuni adattamenti acquatici che limitano enormemente un dietro front evolutivo», ha spiegato Bruna Farina. Pertanto, le possibilità che animali completamente acquatici, come balene e delfini, tornino sulla terraferma sono praticamente nulle nel breve come nel medio periodo.

L'unica speranza per poter osservare delfini sulla terraferma si limita quindi solo ai racconti di fantascienza o ad un lontano futuro talmente distante che probabilmente la Terra sarebbe a quel punto in procinto di diventare inospitale alla vita per colpa dell'allontanamento dalla zona cosmica abitabile, il luogo astronomico in cui le condizioni atmosferiche della Terra si mantengono stabili, spiegano i biologi.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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