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18 Luglio 2022
9:00

Perché alcuni gatti hanno colori di occhi diversi

Alcuni gatti hanno occhi di colore diverso. Questa caratteristica, chiamata eterocromia, è genetica e solo in alcuni casi è legata a possibili malattie, come nel caso dei gatti bianchi.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Alcuni gatti hanno occhi di colore diverso, una caratteristica che li fa apparire più esotici e particolari. Questa caratteristica, chiamata eterocromia, non è tipica dei gatti ma, anzi, è condivisa da moltissime specie, dal cane all’essere umano. È una condizione genetica, acquisita alla nascita.

A livello generale, si distingue l'eterocromia completa (se i due occhi sono di colore diverso), parziale o settoriale (se l’iride di un occhio presenta due colori diversi) oppure centrale (se un colore diverso da quello dell’iride forma un cerchio attorno alla pupilla).

Che cos'è l'eterocromia nei gatti

Nei gatti è frequente imbattersi nell'eterocromia completa, mentre sono molto più rare quella parziale e quella centrale. In questo caso, il micio si presenta con un occhio blu e l’altro verde oppure giallo (e tutte le loro sfumature).

È una caratteristica genetica, spesso (ma non sempre) legata al colore del mantello ed è il motivo per cui la si vede più spesso nei gatti bianchi, meticci o di razza che siano.

Le cause dell'eterocromia nel gatto

La formazione dell’occhio impari è legato alla mancanza di melanina e fa parte dei processi di sviluppo embrionale. In un certo senso, è come se in questa fase uno dei due occhi – per motivi che i genetisti non sono ancora riusciti a spiegarsi – ricevesse meno melanina e provocasse la formazione dell’iride blu. Pare, tuttavia, che questo processo sia reso più probabile nei mici con mantello bianco ed è il motivo per cui i gatti eterocromatici sono più probabilmente bianchi che non di altro colore del pelo.

L’eterocromia è, dunque, una condizione genetica, acquisita alla nascita. Tutti i cambiamenti di colore dell’iride che non riguardino la normale colorazione dell’occhio – che nel micetto si completa a tre mesi circa – deve essere interpretato come un sintomo e va richiesta immediata assistenza veterinaria.

L'eterocromia non è una peculiarità di determinate razze feline. Semmai è il contrario: siccome ci sono razze feline che vengono riprodotte più spesso con il mantello bianco, è più facile imbattersi in gatti eterocromatici che appartengono proprio a queste razze, facendoci credere che siano più portate a manifestarla. Ma si tratta di un effetto statistico, non genetico.

Indubbiamente i gatti eterocromatici sono più ricercati perché appaiono più esotici, più particolari e se questo si aggiunge all’appartenenza ad una razza – in cui la valutazione estetica la fa da padrona – si spiega il successo di questo tipo di look in Persiani, Maine Coon, Angora Turchi, Sphynx. D'altra parte esistono razze in cui non vedrete mai un occhi impari, semplicemente perché lo standard non li ammette (Blu di Russia, Siamesi, Birmani, Korat).

Le possibili malattie dei gatti con occhi di colore diverso

L’eterocromia non è una malattia ma, semplicemente, una caratteristica estetica di un soggetto. Non va trattata come una patologia, dunque.

È vero, però, che essendo legata statisticamente al mantello bianco, in maniera indiretta ne eredita gli svantaggi. E uno degli svantaggi del mantello bianco è, a volte, quello di portare geneticamente sordità, totale o parziale. Capita, infatti, che gatti ad occhi impari siano anche sordi sul lato dell’orecchio interessato all’eterocromia (o ad entrambi), se questo è pezzato di bianco. Non è una regola ferrea, però: esistono eterocromatici bianchi perfettamente uditivi così come gatti non eterocromatici bianchi completamente o parzialmente sordi.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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