I cambiamenti climatici e l'aumento delle temperature medie hanno un impatto disastroso sugli ecosistemi e la biodiversità, e contribuiscono in maniera determinante a quella che ormai è stata riconosciuta come la sesta grande estinzione di massa.
Gli animali più a rischio sono ovviamente quelli che vivono nei climi più freddi, come gli orsi polari e i pinguini, ma anche quelli che vivono in ambienti d'alta quota o che dipendono dalle risorse stagionali, come gli uccelli migratori. I loro habitat stanno sparendo e in molti non riescono ad adattarsi ai rapidi cambiamenti delle condizioni ambientali o delle risorsi alimentari. Ma il riscaldamento globale sta avendo anche altri effetti sugli animali, come il graduale e costante cambiamento delle dimensioni: molti studi stanno infatti riscontrando un generale restringimento nelle dimensioni di molti gruppi animali differenti, e la colpa è ancora una volta dell'aumento delle temperature.
Quali animali si stanno rimpicciolendo
Negli Appalachi, per esempio, le dimensioni corporee di almeno 15 specie salamandre sono diminuite dell'8% dal 1960. Anche i pesci Brevoortia tyrannus e B. patronus che vivono nell'Atlantico si stanno trasformando, rispetto al 1987 il loro peso si è ridotto almeno del 15%. Uno dei lavori più importanti effettuati però in questo campo è quello condotto dagli scienziati del Museo di Zoologia e del Dipartimento di Ecologia ed Evoluzione biologica dell'Università del Michigan, che hanno studiato le collezioni ornitologiche conservate al Field Museum di Chicago.
Analizzando più di 70 mila esemplari di 52 specie di uccelli migratori raccolti negli ultimi 40 anni, hanno scoperto che molti di loro hanno perso fino al 4% della loro massa corporea come conseguenza diretta del riscaldamento globale. Inoltre, mentre il loro corpo si rimpiccioliva, le ali invece diventavano sempre più lunghe. Nello stesso intervallo di tempo, infatti, la loro lunghezza è cresciuta dell'1,3%. Il numero di studi che ha dimostrato una stretta correlazione tra variazioni delle dimensioni del corpo e aumento delle temperature si arricchisce ogni anno di nuove prove, e sembra sia ormai una certezza acclarata.
Perché gli animali si rimpiccioliscono
Le dimensioni corporee degli animali sono strettamente correlate coi sistemi di termoregolazione e risparmio energetico. In biologia è piuttosto nota la cosiddetta Regola di Bergmann, una teoria ideata dal naturalista tedesco Christian Bergmann nel 1847, secondo cui gli animali di grandi dimensioni disperdono il calore più lentamente di quelli di piccole dimensioni e quindi sono avvantaggiati in ambienti freddi e temperati, mentre quelli più piccoli sono maggiormente a proprio agio negli habitat più caldi, perché disperdono il calore più rapidamente. Ovviamente non è una regola che vale per tutti gli animali, ma anche all'interno della stessa specie è stato constatato come la massa corporea sia direttamente proporzionale alla latitudine e inversamente proporzionale alla temperatura.
Con l'aumento delle temperature medie, i corpi più piccoli rendono la vita più facile agli animali a sangue caldo come mammiferi e uccelli, che riescono a rimanere così più freschi. Per gli animali a sangue freddo invece, come rettili e anfibi, le temperature più alte accelerano il metabolismo e ne bloccano di conseguenza lo sviluppo e la crescita. Questi cambiamenti potrebbero sembrare una forma di adattamento efficace e tutto sommato accettabile, ma possono avere un enorme impatto sulla vita degli animali, rendendoli più esposti alla predazione, alterandone i tassi riproduttivi o le capacità di tollerare altre variazioni ambientali. Inoltre non tutti gli animali riescono ad adattarsi: la biodiversità sta affrontando una vasta gamma di minacce, il rimpicciolimento potrebbe quindi spingerli ancora più vicino all'estinzione sul medio termine, con conseguenze catastrofiche per gli ecosistemi e tutti i servizi gratuiti che questi offrono alle popolazioni umane.