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20 Aprile 2022
9:00

Perché al mio cane non piacciono i bambini?

Perché un cane può non andare d’accordo con i bambini? Quali sono le cause principali di incidenti ed aggressioni? Le ragioni sono complesse e hanno a che fare non solo con la razza, ma soprattutto con l’educazione e con comportamenti irresponsabili da parte degli adulti.

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Cani e bambini. Sembrerebbe un binomio perfetto, sempre capace di suscitare tenerezza e ilarità; di rappresentare il legame tra le nostre specie nella maniera più profonda. Anche la rete è invasa di video e immagini che immortalano cani e bambini assieme. Scene a volte tenere, a volte divertenti che rappresentano momenti di vita quotidiana, di giochi, di riposo o di "buffi incidenti".

E in fondo c’è della verità in tutto questo. Quando il legame è profondo e la relazione ben strutturata un cane può realmente diventare il migliore amico per un bimbo; può essere affettuoso e delicato, protettivo e sensibile. Ma questa purtroppo è solo una faccia della medaglia: quella che ci mostra il lato bello di una realtà che invece è estremamente complessa e dalle tante sfaccettature.

Perché dietro tutte quelle immagini, all’apparenza spontanee, quasi sempre vi sono scelte fatte e azioni compiute non solo da chi in esse è ritratto, ma anche e soprattutto da chi si trova dall’altra parte dell’obiettivo: da chi, in altre parole, quelle immagini ha deciso di immortalarle e che per questo ha lasciato che quel cane e quel bambino interagissero tra loro, confidando che tutto sarebbe andato bene. Ma siamo sicuri che è sempre così e che sempre così andrà? Siamo in altre parole sicuri che quei cani, che sembrano accettare di buon grado ciò che è fatto da un bimbo, non stiano a volte subendo un qualcosa che a loro non piace e alla quale potrebbero magari decidere di reagire?

E purtroppo questo è quello che alle volte capita. È quello che, quando lo leggiamo sulle pagine di cronaca di qualche quotidiano, ci turba e ci lascia sconvolti. Che poi crea allarme sociale e che viviamo quasi come un “tradimento”. Perché i cani “devono” andar d’accordo coi bambini. E se così non è “sono loro sicuramente a sbagliare”. O almeno così siamo portati a pensare perché, noi lo sappiamo, un bimbo non può mai essere un pericolo. Eppure ci sono domande che raramente ci poniamo: questo il cane lo sa? Chi glielo ha spiegato? E come?

E purtroppo i dati non mentono e alcune stime, svolte negli Stati Uniti, indicano proprio nei bambini (tra i 5 e i 9 anni) tra le principali vittime di morsicature, che spesso avvengono in ambiente domestico e che, dato il rapporto di peso e massa tra aggressore ed aggredito, causano i danni più gravi. Spesso poi, data anche l’altezza (e a volte il modo incauto di avvicinarsi) il volto è la parte più facilmente colpita, mentre per gli adulti i bersagli più frequenti sono braccia o gambe.

Ma perché un cane può non andare d’accordo con i bambini? Quali sono le cause principali di incidenti ed aggressioni? Le ragioni sono complesse ed hanno a che fare non solo con la razza, che alle volte può anche influire, ma soprattutto con l’educazione e con comportamenti irresponsabili da parte degli adulti, che sulle interazioni dovrebbero sempre vigilare in modo più che responsabile.

Una questione di razza?

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Si tende spesso a indicare nella razza uno dei fattori principali rispetto la potenziale pericolosità dei cani. Ma è sempre vero? In realtà il dato importante ha a che fare principalmente con la taglia. È infatti abbastanza ovvio il fatto che maggiore sarà la mole del cane, maggiori potranno essere anche i rischi in caso di aggressione. E tuttavia se un cane ha ricevuto una corretta educazione ed è stato ben socializzato anche verso i più piccoli potrà non essere assolutamente pericoloso anche se di grossa taglia.

Un fattore invece correlato alla razza potrebbe essere quello delle motivazioni tipiche (che sono state selezionate in vista dello svolgimento di qualche lavoro). In particolare le motivazioni predatoria, possessiva, competitiva o sociale, se mal indirizzate, potrebbero risultare estremamente pericolose. E tuttavia tali motivazioni sono presenti in tutte le razze, indipendentemente dalla taglia o dalla mole.

Potremmo fare l’esempio dei terrier, tra cui spicca il famoso Jack Russell, che sebbene di taglia piccola è spesso protagonista di episodi di morsicatura. Va tuttavia rilevato che esistono razze, come ad esempio i Cani Lupo cecoslovacchi e, in generale, gli ibridi di lupo che sono state selezionate per avere una bassa motivazione sociale e dunque essere meno predisposti a dare confidenza a chiunque. In questi casi sta dunque agli umani comprendere le caratteristiche del proprio amico a quattro zampe e non forzarlo ad avere interazioni che potrebbero essergli sgradite.

L'importanza della socializzazione e dell'educazione

In realtà, come sempre, le questioni più importanti hanno a che fare con il percorso educativo e di socializzazione che il cane ha seguito specialmente nei suoi primi mesi di vita. Non tutti sanno che, a partire infatti dai primi giorni di vita e circa fino agli 8/10 mesi, i cani passano una importante fase detta di socializzazione. In questo periodo sono estremamente sensibili alle esperienze e sono poi in grado anche di generalizzare ciò che hanno appreso. Se dunque un cucciolo avrà avuto modo di conoscere dei bambini in questo periodo fondamentale avrà buone probabilità di sviluppare con loro un rapporto equilibrato. Tuttavia questo non vuole assolutamente dire immergere il cucciolo in situazioni di interazione senza regole e senza criterio.

Proprio perché in questa fase sono estremamente sensibili il rischio grande è quello di esagerare e porli in contesti troppo complessi e che non hanno gli strumenti per poter gestire. Questo potrebbe portare anche a subire dei traumi, oppure a sviluppare comportamenti non corretti, col risultato che, quando raggiungeranno l’età dell’adolescenza o della maturità, potrebbero poi compiere azioni pericolose.

Le cause di ciò potrebbero essere diverse: alcuni cani potrebbero cercare di allontanare da sé o dalle proprie risorse (con ringhi e, nella peggiore delle ipotesi, anche col morso) quello che fino a quel momento hanno vissuto come un problema e dal quale non potevano sottrarsi; oppure potrebbero imparare a utilizzare dei giochi (come il rincorrere o afferrare con la bocca) che, benché non molto problematici quando messi in atto da un cucciolo di pochi mesi, potrebbero invece diventare pericolosi con un cane adulto; oppure infine, se anche svilupperanno un buon rapporto col bambino, potrebbero vederlo come una risorsa da proteggere e dunque manifestare problemi verso chi prova ad avvicinarsi.

Sta dunque alla responsabilità di chi adotta un cane il guidarlo in un percorso di crescita il più possibile equilibrato fin da cucciolo, trovando la giusta mediazione tra il fargli vivere esperienze ricche ed appaganti e senza esporlo a stress troppo forti per la sua età o per il suo carattere.

L'importanza del ruolo degli adulti

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Questo ci porta ad analizzare l’ultimo grande aspetto e forse il più importante: il ruolo di grande responsabilità che dovrebbero rivestire gli adulti nel guidare e moderare le interazioni.

Sono principalmente due le questioni importanti che sempre gli adulti devono tenere in considerazione. La prima è che è fondamentale imparare a leggere i segnali che il nostro amico ci manda nel momento in cui decidiamo di fargli vivere certe esperienze. I cani infatti manifesteranno il proprio disagio attraverso segnali che potrebbero essere ben visibili ad un occhio attento. Tra questi potremo osservare ad esempio il suo irrigidirsi, il provare a distogliere lo sguardo, l'allontanarsi, il girarsi in un’altra direzione o anche, semplicemente, il restare fermo e non ricercare un approccio verso il bimbo che si sta avvicinando. In tutti questi casi sarà fondamentale che l’adulto si ponga come mediatore e che non consenta al giovane umano di superare un limite che il cane sta cercando di porre.

La seconda, che non possiamo mai dimenticare, è il ruolo degli adulti nell’educare i più piccoli ad una corretta relazione. È vero, ci sono cani che non penserebbero mai di attaccare un bimbo e, d’altronde, la docilità è una caratteristica che per millenni abbiamo selezionato in questa specie. Ma questo non dovrebbe mai voler dire che un bimbo possa fare ad un cane tutto ciò che gli passa per la testa: perché non tutti i cani sono uguali tra loro e non tutti sono disposti ad accettare qualunque cosa, ma anche perché, seppur disposti a farlo, non sempre comunque questo è sinonimo di piacere.

Inoltre non insegnare ai bimbi dei giusti modi potrebbe poi condurli a situazioni di pericolo in situazioni future e con cani diversi.

Tra le cose più importanti da spiegare a un bimbo c’è sicuramente il fatto che un cane ha bisogno di comprendere quel che sta succedendo e che dunque è meglio evitare tutte quelle cose che potrebbe non capire o che non si aspetta. Tra queste il correre, il saltare o il fare movimenti improvvisi (specialmente con le mani), urlare, corrergli incontro o cercare di abbracciarlo prima di essersi fatti conoscere, oppure infine il provare a tirargli la coda o le orecchie, o il rubargli delle cose che potrebbero essere per lui importanti. Questi comportamenti sono tra le cause maggiori di incidenti e sta tutto alla responsabilità degli adulti il prevenirli o indirizzarli al meglio.

Purtroppo quando capita un incidente si tende sempre a dare la colpa al cane, a dire che non avrebbe mai dovuto farlo. E tuttavia non sempre ci poniamo una semplice domanda. Quanto siamo stati noi di supporto nel tutelarlo da qualcosa che non conosceva o che non poteva comprendere? E, mettendoci nei suoi panni, cosa penseremmo di qualcuno di cui ci fidiamo e che all’improvviso ci mette in una situazione che ci preoccupa e che non sappiamo come gestire?

Se abbiamo dei dubbi su come il nostro cane reagirà alla presenza di un bambino non dovremmo esitare a consultare una figura esperta che ci aiuti a capire come comportarci. Ma ciò che non dobbiamo mai dimenticare è che quasi sempre siamo noi a decidere in quali situazioni mettere il nostro amico e da questo dipenderà anche la fiducia che lui imparerà a riporre in noi.

Perché molte volte un cane che reagisce è un cane che non si sente tutelato e pensa di doversela cavare da solo!

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Francesco Cerquetti
Esperto in etologia applicata e benessere animale
Laureato in Filosofia a partire dal 2005 ho cominciato ad appassionarmi di cinofilia approcciando il mondo dei canili. Ho conseguito il Master in Etologia Applicata e Benessere animale, il titolo di Educatore Cinofilo e negli IAA.
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