Il piacere che i gatti esprimono nel crogiolarsi al sole è un comportamento molto noto in etologia che coinvolge moltissimi aspetti del benessere mentale e fisico del gatto domestico. Ci sono numerosi vantaggi di questa pratica che dovrebbe essere favorita anche nei gatti che vivono in appartamento.
Ogni anno, con l'arrivo della primavera, resto colpita dal comportamento dei gatti di casa che con l'allungarsi delle giornate e l'innalzamento delle temperature, modificano tutte le loro routine per passare più tempo all'aperto e godersi il tepore. Uno dei sintomi più eclatanti di questo cambiamento è la frequenza con cui li trovo stesi in postazioni soleggiate, intenti ad esprimere quello che Danilo Mainardi chiamava "bagno di sole".
Perché al gatto piace stare al sole?
Si tratta di un comportamento familiare anche a chi vive in appartamento: il gatto individua una zona battuta dal sole, meglio se direttamente colpita dai raggi solari, e vi si stende per diversi minuti. Che sia l'area disegnata dai raggi solari penetrati da una finestra o da una porta o che sia una zolla di terra o una piastra di cemento in un posto soleggiato, i gatti restano distesi su un fianco, occhi socchiusi e sembrano rimanere sospesi in un'estasi solitaria che sa di isolamento dalla confusione del mondo. Se ci avviciniamo, ci guardano appena, continuando a socchiudere gli occhi e sembrano quasi faticare nel proferire un leggero “miao” di accoglienza nella nostra direzione, come fosse una gran fatica lasciare quella condizione meditativa per tornare a relazionarsi col reale. Se li tocchiamo, il loro pelo è incandescente, tanto da interrogarci su come facciano a resistere, se non sia fastidioso avere addosso tutto quel calore.
L'etologia ci insegna che i bagni di sole non sono prerogativa dei soli gatti domestici e che ha molto a che vedere con i vari modi di regolare la temperatura corporea, ma non solo.
Negli organismi omeotermi, quelli cioè che mantengono costante la propria temperatura corporea (gli uccelli e i mammiferi, per esempio), il comportamento è esibito spesso in condizioni di riposo, al fine di coadiuvare la regolazione della temperatura corporea. Negli organismi eterotermi, invece, la regolazione della temperatura segue le variazioni ambientali e il metabolismo degli animali, e punta a massimizzare la quantità di energia termica in grado di innalzare la temperatura corporea. Per fare questo, gli animali possono assumere posizioni specifiche, in relazione alla direzione dei raggi solari oppure alla quantità di energia che riescono ad assumere.
I benefici del sole per il gatto
Da mammifero, il gatto si affida all'energia solare solo come coadiuvante della regolazione della temperatura corporea, per cui può permettersi di accontentarsi anche dei raggi che filtrano da una finestra chiusa. Allo stesso modo, però, si tratta di un animale che si è evoluto sotto il sole desertico delle regioni nord-africane e del Medio Oriente, per cui è dotato di un metabolismo in grado di tollerare temperature ben superiori a quelle cui siamo abituati nel nostro emisfero.
Non solo: il gatto è un animale a grande dispendio energetico (basti pensare all'impegno di un agguato o di uno scatto) e il calore del sole gli consente di risparmiare energia. E' lo stesso motivo che lo porta ad amare i sonnellini vicino al termosifone d'inverno o a ricercare il calore sprigionato dai motori o dalle carrozzerie delle automobili.
Il legame tra sole e riposo coinvolge anche la qualità del sonno perché la luce è in grado di produrre melatonina negli animali come nell'uomo, un importante regolatore del ritmo circadiano, così come del ciclo riproduttivo. Per questo motivo sarebbe molto saggio dare agli animali che vivono in casa la possibilità di percepire in modo meno filtrato possibile i cambiamenti della luminosità durante il giorno.
In alcuni animali (tra cui l'uomo) è stato visto che l'esposizione ai raggi solari permette la sintesi della vitamina D. Questo non vale per il gatto che assume questo nutriente prevalentemente attraverso la dieta, sebbene il sole che scalda il mantello sia in grado di stimolare la produzione di sostanze oleose che, ingerite durante le operazioni di toelettatura, vengono poi convertite in vitamina D.
Il calore del sole, inoltre, ha una funzione protettiva del sistema immunitario, visto che è in grado di abbassare la suscettibilità a virus e batteri. La mancanza di sole raramente causerà forme acute di malattia nell'immediato ma può causare a lungo andare malattie croniche – tra cui osteoartriti, reumatismi e altre alterazioni scheletriche -. Questo è ancor più vero negli animali anziani che, peraltro, fanno più fatica a regolare la propria temperatura corporea, hanno una pelle più sottile e un mantello più rado.
Quanto fa bene il sole all'umore del gatto
Infine, nell'ottica di abbracciare un concetto di salute che non è solo fisico ma anche mentale, parliamo di umore. L'esposizione alla luce solare permette negli animali la produzione di serotonina, una sostanza prodotta dal sistema nervoso centrale in grado di generare sensazione di benessere e di contentezza, il che si ripercuote nuovamente sulla robustezza del sistema immunitario. La serotonina, a sua volta, è coinvolta con la regolazione dell'umore, del comportamento sociale, dell'appetito, della digestione e della memoria, tanto che molti ansiolitici destinati agli animali influenzano proprio la regolazione di questa molecola. L'esposizione alla luce solare, allora, permette di accedere ad una bella dose di serotonina, quindi di buon umore, quindi di irrobustire il sistema immunitario.
Gatti e sole: le precauzioni da prendere
Non devono mancare le precauzioni, naturalmente. Per gatti dalla pelle particolarmente chiara (soprattutto i bianchi, nelle zone del naso e delle orecchie dove il pelo è più rado), è raccomandabile l'applicazione di una protezione dall'azione diretta e prolungata dei raggi solari attraverso una crema filtrante. Garantire l'idratazione, soprattutto nella canicola estiva, dovrà essere un'altra attenzione da avere, unitamente al fornire sempre la possibilità un riparo all'ombra e di accedere ad una fonte d'acqua.