A tutti coloro che convivono con un gatto è successo, almeno una volta nella vita, di vederlo accomodarsi con aria soddisfatta in posti all’apparenza scomodissimi, molto stretti e molto distanti dall’idea di “nido” o rifugio. In molti casi si liquida la questione con un sorriso e una riflessione ironica sul “quanto sono strani i gatti”, ma capita anche di chiedersi se vi siano motivazioni particolari dietro a questo comportamento, e se il nostro felino stia cercando di comunicarci qualcosa.
La risposta a queste domande non è univoca. Vi sono, infatti, motivazioni specifiche dietro a questo comportamento, ma più che comunicarci qualcosa, il gatto sta esprimendo bisogni che affondano profondamente le radici nella natura stessa di questi animali. Vediamo allora perché i gatti amano tanto i posti stretti e angusti, così da averli ben chiari la prossima volta che vedremo il felino con cui condividiamo la vita prendere posto comodamente in un minuscolo cestino o in una piccola scatola di cartone, o ancora rifugiarsi in un’intercapedine sentendosi perfettamente a loro agio.
Perché i gatti amano gli spazi piccoli?
Gli spazi piccoli come scatole, cestini e persino bidet e lavandini rappresentano per i gatti postazioni spesso irresistibili. Questo perché danno loro la percezione di sentirsi protetti e al sicuro, e nel caso delle scatole di cartone, nelle stagioni fredde li aiutano a preservare il calore corporeo acciambellandosi al loro interno. Le scatole inoltre rappresentano una vera e propria barriera fisica, con le loro pareti, che consente al gatto di isolarsi e restare fuori dal campo visivo altrui, abbassando il loro livello di stress in situazioni in cui potrebbero sentirsi minacciati o a rischio di potenziali conflitti. Allo stesso modo in estate è possibile che vadano a cercare superfici fresche come la ceramica di lavandini e bidet per schiacciare un pisolino sentendosi al sicuro e protetti, e abbassando la temperatura corporea.
Altri motivi per cui il gatto cerca posti stretti
Essendo un predatore, il gatto predilige i posti stretti anche per un altro motivo: l’agguato. La loro natura li porta infatti a cercare nell’ambiente in cui vivono luoghi che consentano loro di nascondersi e osservare ciò che li circonda, comprese le potenziali prede. Ed è da questi luoghi in cui ci sentono protetti e nascosti agli occhi del mondo che potrebbero saltare fuori all’improvviso. Allo stesso modo, i posti stretti, angusti e bui ricordano loro le tane in cui, anticamente, nascevano. E così capita anche che il gatto che non si sente particolarmente bene vada a nascondersi in questi luoghi, così da restare al riparo da stimoli esterni e anche potenziali nemici che potrebbero “approfittare” della sua debolezza. In questi casi è bene tenere d’occhio il micio per capire se possa effettivamente avere bisogno di aiuto, senza però forzarlo a uscire: nel caso in cui dovesse restare nel suo nascondiglio per un tempo molto prolungato, senza uscire per mangiare, bere o fare i bisogni, è possibile che abbia effettivamente problemi di salute invalidanti che necessitano di una visita.
Ma come fanno i gatti a passare in spazi stretti?
Chiarite le motivazioni per cui capita spesso di vedere i gatti infilarsi in scatole, cestini, pertugi e intercapedini, resta da spiegare come facciano a prendervi posto e ad apparire del tutto a loro agio. Non è un caso, d’altronde, che si scherzi molto sul fatto che i gatti sono “liquidi”, apparentemente capaci di prendere la forma del “recipiente” che li contiene. Ebbene, questo dipende da diversi fattori. Innanzitutto i gatti sono animali dalle dimensioni molto ridotte: spesso il pelo tende a trarre in inganno, e li fa sembrare più grandi di quanto realmente siano, anche in proporzione alla testa.
A questo si aggiunge il fatto che i gatti hanno un apparato muscolo-scheletrico estremamente flessibile, con una conformazione differente in particolare per quanto riguarda il cosiddetto cingolo scapolare. Negli esseri umani questa struttura ossea rigida è costituita da scapole e clavicole, che supportano i muscoli del braccio, nei gatti invece scapole e clavicole sono unite al resto del corpo solo dai muscoli, caratteristica che consente loro di torcersi e "schiacciarsi" con molta più facilità rispetto ad altri animali. Alla base c'è anche una questione evolutiva: la capacità di adattarsi a spazi piccoli era necessaria in natura per nascondersi in caso di pericolo, oppure per cacciare prede molto piccole come per esempio i topi.