Nonostante non possano bere latte, quanto meno in grandi quantità pena diarrea o altri sintomi gastrointestinali, i gatti presentano una netta preferenza per questo alimento e per i latticini in generale, tanto che sono in vendita persino alcuni prodotti dedicati.
Precisiamo subito che il gatto adulto non può bere latte o, meglio, non dovrebbe berne sopra determinate quantità per evitare effetti collaterali gastrointestinali. Dopo i 2-3 mesi di vita, infatti, i gatti perdono la capacità di digerire il lattosio, lo zucchero presente nel latte. Non si tratta quindi di un'allergia, fatto davvero improbabile nel gatto (0,01% di allergia ai latticini fra i gatti, secondo alcuni dati), ma di una sorta di intolleranza legata ad incapacità digestiva.
Si potrebbe pensare che il gatto beva latte solo se in disperata ricerca di cibo ma non è così. Essendo un gusto così diffuso anche fra gatti ben alimentati, ecco cosa dice la scienza su questa predilezione da parte del micio domestico.
Meccanismo protettivo ancestrale
Secondo alcuni autori, la preferenza del gatto per il gusto del latte ha basi ancestrali. Sarebbe infatti un meccanismo che assicura l’accettazione del latte durante tutto il periodo della lattazione basato sulla preferenza per il gusto del lattosio e/o dei grassi del latte. Secondo alcuni esperimenti fatti, i gatti preferiscono sempre questo tipo di zucchero (lattosio) e di grassi (grassi del latte), anche quando diluiti e messi a comparazione con altri tipi di cibi.
Ha molte proteine e grassi
Il gusto particolare percepito dalla specie potrebbe dipendere anche dal suo contenuto proteico. Da bravo carnivoro, infatti, il gatto preferisce gli alimenti con un alto contenuto di proteine animali. In generale fra l’altro preferiscono latte intero, non scremato, soprattutto se messo a confronto con un latte diluito.
Per gli effetti sull’umore
Un’altra possibile spiegazione della preferenza, che potrebbe assolutamente coesistere con le precedenti, è che l'assorbimento del latto abbia degli effetti sull’umore. L’assunzione è infatti accompagnata da una attività elettroencefalografica indicativa di una diminuzione dell’eccitazione.
Questo tipo di risposta è stata osservata anche a seguito dell’assunzione di brodo, ma non di acqua. Una delle possibili spiegazioni è che una delle proteine presenti nel latte (la caseina) quando viene idrolizzata e trasformata in alfa-casozepina, possa avere un’attività ansiolitica.