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22 Aprile 2023
9:00

Perché ai cani piace farsi grattare la pancia?

Spesso i cani si ribaltano sulla schiena, chiedendoci così una bella grattatina sulla pancia. Ma perché i cani amano tanto questo gesto di affetto? E soprattutto, siamo sicuri che vogliano sempre farsi grattare la pancia?

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Sei un amante dei cani? Allora sicuramente saprai quanto sia piacevole e divertente vedere il tuo amico a quattro zampe rotolarsi sulla schiena, chiedendoti di fargli una bella grattatina sulla pancia. Ma perché i cani amano tanto questo gesto di affetto? Vediamo insieme le ragioni che si nascondono dietro questa abitudine così comune ai nostri compagni a quattro zampe.

Il riflesso del grattamento

Cominciamo con il parlare di uno strano comportamento che chiunque viva con un cane ha osservato almeno una volta, effetto dei “grattini” sulla pancia del nostro beniamino. Il movimento delle zampe posteriori dei cani quando vengono grattati sul ventre è noto come "riflesso di grattamento". Questo riflesso è un'azione involontaria che si verifica quando viene stimolata una zona di prurito sul corpo del cane. E il ventre glabro è proprio una di queste.

Il riflesso di grattamento è il risultato dell‘interazione tra il sistema nervoso centrale del cane e i suoi recettori sensoriali cutanei. Quando vengono stimolati i recettori del prurito, viene inviato un segnale nervoso al midollo spinale del cane, il quale a sua volta invia un segnale motorio alle zampe posteriori per muoversi in modo sincronizzato.

Inoltre, la zona del ventre è particolarmente sensibile nei cani, poiché è una zona protetta e vulnerabile del loro corpo, oltre che l’unica ad essere priva della copertura del mantello. Il grattamento sulla pancia può quindi fornire un sollievo fisico, ma anche mentale al cane, che reagisce con felicità e rilassamento.

Un legame affettivo che ha radici profonde

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Il comportamento di rovesciarsi sulla schiena del nostro cane, esponendo il ventre nel chiaro intento di ricevere attenzioni e coccole (ossia stimolare il contatto fisico) da noi è qualcosa che ha a che fare con uno dei primi comportamenti legati alle cure parentali che il cucciolo sperimenta insieme con l’allattamento. Infatti le madri premurose leccano i loro piccoli ancora molto immaturi soprattutto nella zona ventrale per stimolare la vescica. Questo caldo massaggio è fonte di piacere e rilassamento e ha a che fare con due motivazioni molto importanti nelle cure parentali, ossia la motivazione epimeletica e la et-epimeletica.

La motivazione epimeletica è quella che spinge un individuo (la madre in questo caso) a prendersi cura dell’altro (il cucciolo). Si tratta qui di attività fondamentali per tutti i mammiferi, ne va della sopravvivenza della specie stessa. Nei comportamenti di accudimento ci sono: allattare, scaldare, proteggere, pulire, stimolare, eccetera. Nell’età adulta del nostro cane questo comportamento, ossia quello di rovesciarsi sulla schiena per ricevere coccole proprio in quell’area così sensibile, poggia sulla sua pulsione (o motivazione) et-epimeletica, per stimolare in noi un comportamento affettivo di accudimento, facendo leva sulla nostra motivazione epimeletica, verso la quale siamo particolarmente vulnerabili.

È importante comprendere che in questo scambio motivazionale si possono annidare le origini del millenario rapporto cane-uomo. In questo lunghissimo cammino co-evolutivo i nostri cani hanno sviluppato una grande abilità nel comprenderci e nel farsi comprendere, soprattutto quando da noi vogliono ricevere attenzioni e affetto. In questo i cani sono proprio cintura nera.

Un segnale comunicativo che possiamo fraintendere

Benché alla maggior parte dei cani faccia molto piacere indurci a fargli delle coccole nella zona ventrale bisogna sempre prestare attenzione al contesto e al tipo di relazione che intercorre tra il cane e la persona alla quale il cane stesso rivolge questo comportamento. Alle volte infatti è possibile fraintendere e, invece che fornire piacere al nostro cane, come vorremmo fare, causargli stress e disagio.

È possibile che il cane utilizzi questa postura per comunicare arrendevolezza e non per attrarre contatto fisico. Questo potrebbe accadere perché il cane si sente minacciato o non in grado di comprendere le intenzioni dell’altro. Ecco che allora mostra il ventre ancora una volta per indurre la stimolazione della motivazione et-epimeletica di cui sopra, ma non tanto per essere accudito, più che altro per stemperare l’atteggiamento assertivo che percepisce nei confronti di una persona o di un altro cane.

Altre volte questo comportamento è entrato a far parte del repertorio comportamentale di un soggetto in modo molto accentuato tanto da indurlo a presentare questo rovesciamento sempre e comunque quando entra in contatto con qualcuno. Ma attenzione, non sempre è indice di un cane dal carattere pacifico e socievole. Può capitare anche di incontrare cani che utilizzano questo comportamento per indurre un altro individuo ad avvicinarsi per poi aggredirlo se questo entra in contatto fisico e non si limita, per esempio, ad annusare le ghiandole odorifere della zona ventrale e perianale.

Diciamo che, alle volte, un soggetto potrebbe agire in questo modo, e il mostrare il ventre è un po’ come mettere le mani avanti, dichiarare a-priori di non essere a proprio agio ma di non voler arrivare allo scontro. Alle volte invece è indice di grande socievolezza. Non sempre è facile comprendere se ci si trova in un caso piuttosto che nell’altro. La conoscenza dell’individuo e la lettura dei suoi segnali comunicativi diventa qui essenziale per non incappare in fraintendimenti.

Importante osservare le posture e il contesto

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Generalmente possiamo dire che un cane che mostra il ventre con il chiaro intento di farsi accarezzare ci sta comunicando fiducia e voglia di interagire, ma è meglio se noi ci comportiamo nei modi dovuti evitando di grattare quella zona così sensibile con troppa foga o veemenza. Le nostre carezze dovrebbero – come abbiamo visto sopra – indurre ad un piacevole rilassamento, essere distensive.

Per evitare di incorrere però in errore osserviamo anche il resto del corpo, lo sguardo del cane, la posizione della coda. Se la coda è contratta e tenuta sul ventre il cane sta probabilmente comunicando un forte disagio, l'emozione sottostante potrebbe essere la paura, allora chiediamoci cosa è accaduto, o cosa abbiamo fatto, per indurre il cane ad avere timore? In quel caso il nostro contatto fisico potrebbe non essere la cosa migliore da fare, ma per esempio potremmo fare un passo indietro, alleggerire la "pressione" che magari stiamo distrattamente facendo con il nostro corpo sul cane. Magari siamo chiari sopra di lui e questo potrebbe mettere il cane a disagio. Se alleggeriamo la pressione possiamo poi osservare cosa farà il cane quando avrà chiaramente compreso che non abbiamo intenzioni negative. Potrebbe allora allontanarsi da noi, grato della nostra dimostrazione di rispetto del suo stato, oppure potrebbe anche avvicinarsi, adesso sì, con l'intento di farsi accarezzare – educatamente – da noi.

Il linguaggio del cane è qualcosa di veramente affascinante e pieno di sfumature e dettagli, e spesso è un errore generalizzare. Ognuno ha un suo "dialetto" che ha sviluppato grazie alle sue esperienze e alla sua vita sociale, e quello che vale per l'uno non è affatto detto che valga anche per l'altro.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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