A molti cani piace ricevere carezze e grattini sul sedere e ai pet mate risulta quindi naturale chiedersi perché apprezzino il contatto proprio in questa area del corpo.
Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima di tutto considerare che per i cani il contatto diretto ha un valore più intimo rispetto a quello che ha per noi umani. Per questo motivo la decisione di come, quando e se toccarli va presa con cautela, soprattutto quando si tratta di un cane sconosciuto, di un cane adottato da poco o di un soggetto particolarmente timido o timoroso.
Il posteriore, però, è un'area del corpo che non ha a che vedere con le parti più delicate, tra le quali vi sono invece la zona sotto caudale, l'area genitale e, per alcuni cani, la testa. Spesso, si consiglia quindi di dare inizio al contatto con il cane proprio a partire da questo punto.
Le aree "calde" e le aree "fredde"
Nel rispondere a questa domanda può tornare utile considerare che vi sono alcune parti del corpo del cane (come il collo, le orecchie, la coda, le zampe) che vengono chiamate anche "aree calde" e sono quelle in cui potrebbe non amare le coccole.
La schiena, il posteriore e il petto, invece, sono le cosiddette "aree fredde", ovvero quelle in cui il contatto è più spesso gradito. Tutto ciò è però soggettivo e, in alcuni casi i cani potrebbero amare il contatto anche sulla coda, mentre altri potrebbero non sopportare proprio le nostre mani che si avvicinano, soprattutto se appartengono a persone sconosciute.
Eppure l'abitudine di toccare i cani senza porsi domande sulle loro preferenze è piuttosto diffusa e, infatti, quando si passeggia in un'area che vede la presenza di altre persone, è comune sentire la domanda: «Posso accarezzarlo?». In questi casi, prima di rispondere è importante chiedersi quali siano le preferenze del nostro cane ed evitargli le situazioni sgradite. Quando si accorgerà che il pet mate lo protegge dal contatto, sarà sicuramente portato a fidarsi ancora di più dei suoi umani e a beneficiarne sarà anche la relazione.
La relazione con il pet mate
Il fatto che un cane ami o meno venire toccato sul posteriore può dipendere anche dalle modalità con cui il suo umano lo accarezza o gli fa i grattini. Può essere infatti che questo gesto piaccia solo se fatto con una certa modalità e da parte di una persona "di fiducia". Al contrario potrebbe risultare sgradito se viene proposto da uno sconosciuto, oppure da chi non ha la stessa delicatezza.
Per i cani più timorosi, soprattutto all'inizio, potrebbe essere necessario accontentarsi della prossimità del proprio corpo. Ci sii potrebbe ad esempio sedere vicini, senza azzardare avvicinando la mano. Con il tempo si potrà invece iniziare ad accarezzare, facendolo con il dorso invece che con il palmo. Questa scelta, infatti, per alcuni risulta meno invasiva e può rappresentare un'opzione capace di dimostrare la propria buona intenzione. Un'attenzione questo tipo può essere il punto di partenza perfetto per la nascita di un'amicizia.
Se si procederà con gradualità e rispetto, con il tempo il cane si fiderà sempre di più e sarà possibile andare a scoprire quali sono le aree in cui gradisce maggiormente i grattini, partendo proprio dal posteriore e dalle altre aree fredde.
Un segnale di affiliazione
In generale possiamo dire che le coccole sul posteriore rappresentano anche un segnale di affiliazione e quindi di appartenenza al gruppo familiare. Molto spesso, infatti, quando il cane ci si avvicina, noi lo tocchiamo proprio nella parte dietro della groppa e, nel farlo, proviamo anche noi un'emozione positiva. Magari sorridiamo o ci sentiamo gratificati per la sua richiesta di attenzioni.
Questa nostra reazione può favorire una sensazione di piacevolezza da parte del nostro cane che, come in un circolo virtuoso, sarà sempre più spesso spinto ad avvicinarsi a noi con il posteriore alla ricerca di un grattino. Può succedere, ad esempio, quando il cane torna da noi dopo una lunga corsa con altri cani, oppure quando ci sediamo sul divano alla sera per guardare un film e lui si mette accanto a noi, mostrandoci il posteriore con la speranza che, anche questa volta, le nostre risposte siano un sorriso e una carezza.