Adottare un cane è un atto che può ridare la speranza a un animale in condizioni di abbandono o perché è stato accalappiato dal territorio ed è un gesto molto diverso dal comprarlo, soprattutto dal punto di vista etico. Vediamo che differenza c'è tra adottarlo e comprarlo sia nella pratica che in relazione al benessere dell'animale.
Che differenza c'è tra adottare e comprare un cane?
Nella pratica, la prima differenza si riscontra nei luoghi dove si possono trovare questi animali. Chi è intenzionato a comprare un cane deve recarsi nei negozi e negli allevamenti; mentre chi desidera adottare andrà nei canili comunali, nei rifugi privati, oppure nei rescue. Questi ultimi sono rifugi specializzati nell'accogliere animali appartenenti a razze specifiche, vittime molto spesso di cessioni di proprietà da parte dei loro ex umani di riferimento.
Sembra anacronistico parlare di "proprietà" in riferimento ad esseri senzienti come i cani, eppure ancora oggi nell'ordinamento italiano sono parificati a delle res, oggetti, e come tali possono essere venduti e comprati.
Il loro commercio, come ogni altro, è sottoposto a regole specifiche. In Italia è legale vendere cani senza pedigree, ma è illegale farlo dichiarandoli cani di razza se non sono iscritti ai registri dell'Enci, l'Ente nazionale della cinofilia italiana.
Quindi, quando si compra un cane senza pedigree è automaticamente considerato un meticcio, anche se esteticamente possiede tutte le caratteristiche di una determinata razza. Vendere un cane uguale a un Rottweiler, a un Carlino ecc… ma privo pedigree, magari proponendo anche uno sconto, è una pratica illecita che spesso nasconde un traffico illegale. Quando ci si reca in negozio bisogna quindi fare attenzione a questo aspetto dato che al momento dell'acquisto non viene fatto nessun controllo su chi acquista, né su chi vende.
Quando si va in allevamento le cose sono leggermente diverse. Anche in questo caso il cane viene venduto, tuttavia è possibile vedere il cucciolo diverse volte prima di portarlo a casa. Una struttura affidabile si riconosce proprio perché consente di incontrare la cucciolata, di interagire con i piccoli, e di vedere come si relazionano con la loro madre. C'è quindi uno step ulteriore rispetto al negozio.
Oggetto di compravendita nella stragrande maggioranza dei casi sono i cuccioli, e questo vale sia per i negozi che per gli allevamenti. Le cose cambiano quando ci si reca in canile o in rifugio per un'adozione.
In queste strutture sono molti di più gli individui giovani, adulti e anziani. Si tratta di cani che spesso restano nei box per molti anni, privati dei loro bisogni etologici essenziali come l'appartenenza a una famiglia e il contatto con le persone. Sono loro ad avere maggiore bisogno di ritrovare una casa, ma sfortunatamente sono anche quelli che più difficilmente potranno ottenerla, vista la concorrenza di negozi e allevamenti.
Una volta maturato il proposito di prendere un cane e individuato il canile gestito dall'associazione di cui ci fidiamo, inizia un percorso di conoscenza degli ospiti, sostenuto dai volontari o dagli educatori, se presenti nel luogo in cui ci si è recati. Nei rifugi e nei canili si incontrano cani che hanno una storia alle spalle o di cui non si sa nulla se non il carattere così come è oggi. Un percorso di scoperta che si rivela interessante, vero, unico e che può sfociare poi nella fase di pre-affido e dell'adozione vera e propria.
In tutti i casi, prima di accogliere un nuovo membro nella famiglia può essere utile compilare il nostro questionario MiFido, per capire se si è pronti a condividere la vita con un cane. Si tratta di un test preliminare e non sostitutivo di quel viaggio che si deve affrontare insieme alle persone che animano associazioni e rifugi ma che appunto può darvi una mano per iniziare a farvi le giuste domande.
Perché non comprare cani di razza?
Quando riflettiamo nello specifico sul perché non acquistare cani di razza dovremmo soffermarci sui motivi etici alla base di questa scelta. Non dobbiamo credere che le razze ufficialmente riconosciute dall'Enci siano rimaste le stesse del passato.
La selezione che è stata operata dall'uomo in tempi recenti, in particolare dalla fine dell'Ottocento in poi, il più delle volte ha privilegiato caratteristiche estetiche a scapito di quelle funzionali. Mentre prima, ad esempio, un Pastore Maremmano Abruzzese possedeva determinate caratteristiche fisiche utili al suo compito di guardiano delle greggi, ad un certo punto, con la progressiva perdita di importanza dell'attività agricola per la nostra società, quelle stesse caratteristiche hanno finito per essere considerate meri orpelli estetici: il "bel cane grande e bianco" per capirci che viene spesso costretto a una vita di città senza poter dare sfogo ai suoi desideri e ai suoi bisogni. Così, il fiero protettore dei pascoli e compagno dell'uomo nella delicata fase della transumanza si ritrova oggi a non essere compreso nelle sue più profonde motivazioni, inesprimibili in quadrati di cemento di 90 metri quadri.
La popolarità di questa razza è attualmente in crescita, secondo quanto riportano i registri dell'Enci, ciò significa che sono sempre di più i cani che, selezionati dal rapporto con l'uomo per vivere in libertà nelle campagne, si trovano rinchiusi in appartamento. Cambiando contesto per cui sono state selezionati, non tutti i cani si riescono ad adattare e bisogna sempre ricordarsi che loro cercano sempre di comprendere le nostre abitudini, quanto noi invece siamo disposti a capire le loro?
Anche se ogni individuo è portatore di una personalità unica, ha anche con sé anche un bagaglio genetico di cui fa parte la memoria di razza, che lo porterà spesso a non poter sentirsi totalmente appagato in un ambiente tanto diverso da quello per il quale è nato, e per il quale le sue caratteristiche erano state originariamente selezionate.
Il più delle volte quando vogliamo acquistare un cane di una razza specifica, tendiamo a prediligere una determinata estetica, senza approfondire ciò che quell'aspetto reca con sé. Una superficialità che porta molte persone a prendere in casa animali con i quali risultato poco compatibili. È il caso delle persone che accolgono i bellissimi Akita Inu, pensando di avere trovato un compagno di coccole sul divano ma che non sanno che i cani giapponesi si rivelano frequentemente molto schivi e riservati, dalla comunicazione minimale e che spesso rimane incompresa dai loro pet mate.
Il criterio estetico oltre a favorire coppie cani-umani poco conciliabili ha anche portato le razze a sviluppare delle ipertrofie, cioè a estremizzare quelle caratteristiche che in origine erano utili all'animale per il contesto in cui vivevano e lavoravano. Questo purtroppo è avvenuto soprattutto per gli individui di piccola taglia, spesso considerati cani da appartamento, ai quali basta un divano per essere felici.
I cani da compagnia, a causa dell'alta richiesta, sono le prime vittime di un mercato di sofferenza a causa delle numerose tare genetiche di cui sono portatori. Basti pensare alla peculiare forma allungata dei Bassotti, ad esempio, originariamente funzionale alla caccia in tana. Oggi, però, questi cani vengono tenuti per lo più in casa, e la loro "forma a salsiccia" nei decenni è stata estremizzata, causando numerosi problemi a carico della colonna vertebrale.
Quando però si parla di ipertrofie dovute alla selezione, l'empio più lampante è dato dai brachicefali. In un video dedicato ai Bouledogue francesi, l'istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami, Luca Spennacchio, spiega proprio come la fortissima selezione da parte dell'uomo abbia dato vita a individui che nascono già malati, destinati a una vita di sofferenza.
Ci sono numerosi allevatori amatoriali e soprattutto professionali in Italia che amano e rispettano i cani che allevano e fanno di tutto per salvaguardarne il benessere. Tuttavia, dobbiamo tenere presente che alimentare il commercio di cani, a prescindere dalla serietà di chi li vende, favorisce una compravendita di esseri viventi che non dovrebbe mai essere auspicabile.
E se dopo un attento studio ci si scopre innamorati di una razza specifica? Pochi sanno che anche i cani di razza possono essere adottati. Esistono rifugi specializzati che accolgono individui vittime di rinuncia di proprietà: si tratta a tutti gli effetti di cani abbandonati, ma nati col pedigree.
Perché è meglio adottare un cane
Adottare è di per sé un atto di amore e rispetto perché può ridare una seconda occasione a un animale che spesso si trova in canile dopo un abbandono. Entrare nei canili o nei rifugio gestiti da volontari coscienziosi, inoltre, dà maggiori probabilità di fare un'adozione consapevole, visto che sono previsti diverse fasi e i volontari potrebbero chiedere anche di fare un controllo nella vostra abitazione per capire se è davvero adatta alle esigenze del cane.
Se in negozio è il cliente ad avere sempre ragione, nei canili dove si sta attenti ai cani e alle persone che sono interessate a loro è il benessere dell'intera famiglia ad avere la priorità. Inoltre, per l'adottante è molto più semplice trovare un compagno che possa sposarsi con le sue esigenze proprio in canile. Questo è possibile perché un cane adulto possiede già una personalità perfettamente formata: chi si reca in canile, quindi, in breve tempo viene a conoscenza di tutte le caratteristiche, positive o negative, del futuro compagno. Il carattere del cucciolo rappresenta invece una incognita soprattutto per i neofiti.
Infine, è bene ricordare sempre che il cane perfetto non esiste. In ogni caso, quando un altro essere vivente entra nella nostra vita dobbiamo essere pronta a stravolgerla, e a fare dei compromessi con quelle che erano le nostre aspettative. Solo sapendo questo possiamo attuare una scelta davvero consapevole, che è alla base di un legame sano e duraturo nel tempo.