Anche se siamo abituati a pensare al gatto come a un animale domestico, le strade di questi affascinanti felini e degli esseri umani si sono intrecciate relativamente da poco tempo. Il processo di autodomesticazione del micio è infatti molto più recente rispetto a quello del cane – si stima che la convivenza sia iniziata circa 9.500 anni fa – e questo fa sì che le differenze morfologiche tra il gatto con cui conviviamo oggi e il suo antenato, il gatto selvatico africano, siano minime, e che i mici conservino ancora pressoché intatta la natura di cacciatore e predatore solitario.
Non deve stupire, dunque, che i gatti che vivono in campagna e possono uscire tornino tenendo in bocca lucertole, topolini o uccellini, e che quelli che vivono indoor tendano a prediligere giochi di caccia e agguati per dare sfogo a un'attitudine innata, che è appunto quello di predare. Una propensione che i mici conservano praticamente per l’intera durata della loro vita, anche se l’intensità dipende molto dall’età, dall’ambiente in cui vivono e dagli stimoli che ricevono in questo ambiente.
L’istinto di caccia nei gatti cuccioli
La propensione alla caccia – impropriamente definita "istinto di caccia" – nei gatti cuccioli è ancora più evidente e sviluppato rispetto agli adulti. Essendo un comportamento innato, è parte integrante del loro processo di apprendimento e sviluppo. I cuccioli di gatto imparano a cacciare attraverso il gioco e l'osservazione dei loro genitori o di altri gatti adulti, e sin da piccolissimi i gattini iniziano a giocare tra loro manifestando comportamenti di stalking (la tendenza a osservare silenziosamente e a seguire le potenziali prede, cercando di rimanere nascosti fino a quando possono avvicinarsi abbastanza per colpire), pouncing (i balzi per la cattura) e lotta, attività necessarie per sviluppare le abilità di caccia e coordinazione.
Il gattino cucciolo tende a farlo sia con i suoi simili sia con gli umani di riferimento, o in alternativa con giocattoli che ricordano le prede, e dunque palline, topolini di peluche e tutto ciò che tende a muoversi e magari a fare rumore quando colpito. Sarà inoltre propenso all’esplorazione dell’ambiente in cui vive, saltando da una superficie all’altra, mordicchiando e toccando oggetti e infilandosi in angoli e pertugi. È un modo per “mappare” l’ambiente in cui è, appunto, e in cui riprodurre comportamenti che terrebbe anche in natura.
L’istinto di caccia nei gatti adulti
Anche cresciuti, i gatti mantengono una propensione alla caccia che può essere più o meno spiccata a seconda della naturale inclinazione e, come detto, dell’ambiente in cui vive. Un ambiente privo di stimoli è dannoso per un gatto che vive indoor, perché accompagnato da un altissimo rischio noia che può tramutarsi in malessere fisico e psicologico. I gatti adulti esprimono il loro istinto di caccia inseguendo insetti – o, quelli che vivono all’aperto, anche uccelli e roditori – o giocando con oggetti che ricordano le prede, e hanno bisogno di farlo per sfogare le loro energie ed eventuale stress accumulato e anche per mantenersi in forma.
In caso contrario è possibile che il gatto risponda alla frustrazione indotta dalla noia diventando irritabile, nervoso, inquieto e persino aggressivo, o che di contro reagisca dormendo troppo, ingrassando (il momento del pasto diventa l’unico motivo di “eccitazione”) o ancora eliminando fuori dalla lettiera, un comportamento che è spesso legato a questioni di ansia.
I fattori che influenzano l'istinto di caccia nei gatti
Come detto, la propensione alla caccia nei gatti è innata, per quanto influenzata da una combinazione di fattori, sia genetici sia ambientali, che contribuiscono a determinare quanto sia sviluppata e manifestata. Alcune razze di gatti, per esempio, possono avere un istinto di caccia più forte rispetto ad altre a causa delle caratteristiche genetiche ereditate dai loro antenati, e anche i primi mesi di vita sono cruciali: se un cucciolo ha l'opportunità di giocare con fratelli e sorelle o di interagire con mamma gatta, può apprendere comportamenti di caccia attraverso il gioco e l'osservazione.
I gatti che sono cresciuti all'aperto o che sono stati esposti a prede come insetti o piccoli animali durante la loro crescita, inoltre, possono sviluppare un istinto di caccia più velocemente, così come quelli che hanno diverse opportunità di giocare con giocattoli che simulano prede. E qui torniamo all’ambiente: il luogo in cui il gatto vive può influenzare il suo istinto di caccia, perché è dimostrato che i mici che vivono in ambienti più stimolanti, come in un ambiente naturale o in una casa con molti nascondigli e possibilità di gioco, potrebbero avere un istinto di caccia più attivo.
Ci sono poi fattori fisici. L’istinto di caccia è spesso più evidente nei gatti giovani, poiché stanno ancora sviluppando le loro abilità attraverso il gioco e l'apprendimento, e anche la forma fisica è importante: gatti malati, stressati, anziani o sovrappeso potrebbero non mostrare lo stesso livello di interesse nel cacciare rispetto ad altri. In generale, comunque, è bene tenere a mente che l’istinto di caccia può (deve) essere stimolato dai pet mate attraverso sessioni di gioco e arricchimento ambientale. La qualità della vita di un gatto, infatti, è strettamente legata agli stimoli che arrivano dall’ambiente in cui trascorre il suo tempo.